Terziario di mercato traina l'occupazione, ma mancano 170mila lavoratori nel turismo
Sangalli (Confcommercio): occupazione cresce grazie al commercio, turismo e servizi, ma mancano 170mila lavoratori nel comparto turistico
Confcommercio ha presentato l'Osservatorio Terziario e Lavoro, evidenziando come l'occupazione in Italia sia trainata dal terziario di mercato, ovvero commercio, turismo, servizi e trasporti. Questi settori garantiscono oltre il 50% del totale degli occupati nel Paese.
Tuttavia, secondo il presidente Carlo Sangalli, nel comparto turistico mancano "170mila lavoratori, soprattutto per mancanza di competenze specifiche". Sangalli ha sottolineato la necessità di "più politiche attive e più formazione per facilitare l'incontro tra domanda e offerta di lavoro".
L'Osservatorio ha rilevato che, tra giugno 2019 e giugno 2023, si sono registrati 2,6 milioni di lavoratori in più, di cui il 77,9% (2 milioni) appartiene al terziario di mercato. La crescita si compone per l'87% di lavoratori dipendenti e per il 13% di lavoratori indipendenti, con il 98,5% degli indipendenti e il 75% dei dipendenti che operano nel terziario di mercato.
Secondo Sangalli, "il terziario di mercato è palestra di auto-imprenditorialità, ma è fondamentale anche per il lavoro dipendente".
Inoltre, ha evidenziato che "già da qui si dovrebbe capire che il lavoro stagionale non è conseguenza dell'avidità di alcuni imprenditori, ma dalla quantità di energia che la Terra riceve dal Sole, a sua volta determinata dall'inclinazione dell'asse di rotazione terrestre e dalla sua posizione rispetto al sole (le stagioni)". Confcommercio ha stimato che, se nel 2024 si osservasse una crescita delle presenze del 4,5% rispetto al 2023 (oltre 20 milioni in più), sarebbero necessari 70mila nuovi lavoratori solo in alloggio e ristorazione. Con l'indotto, cultura e commercio, la carenza salirebbe a 170mila lavoratori, difficili da reperire. Queste valutazioni sono coerenti con quelle di Unioncamere sulla difficoltà di reperimento di lavoratori (45% nei settori considerati) e con la stima dei posti vacanti dell'Istat per l'anno 2023, anche se, come sottolineato da Sangalli, "ciò che conta è l'ordine di grandezza".