Una recessione nei prossimi 12 mesi è inevitabile?
Jeffrey Cleveland (Payden & Rygel): è ipotizzabile che una recessione si verifichi nei prossimi 12 mesi, ma potrebbe anche ritardare. Le aspettative di consumatori e imprese e gli indicatori dell'attività economica si sono inaspriti
Il sondaggio Bloomberg Consensus indica una probabilità del 62,5% di una recessione nel 2023.
Se dovesse effettivamente verificarsi, sarebbe la recessione più attesa di sempre.
Anche tutti i "quattro cavalieri" della recessione denotano una flessione.
Il Leading Economic Index (LEI) ha raggiunto il suo picco nel febbraio 2022 ed è poi diminuito per nove mesi consecutivi: storicamente, i LEI non hanno mai registrato un tale calo senza che sia seguita una recessione.

Inoltre, la curva dei rendimenti a 3 mesi/10 anni, uno dei nostri indicatori preferiti di ciclo economico, è profondamente invertita.
L'inversione è un segnale affidabile di una recessione economica: la curva si è infatti invertita prima di ogni recessione dal 1960, con un solo falso positivo nel 1967.
In terzo luogo, il mercato immobiliare è crollato.
Poiché il ciclo immobiliare (vendite e costruzione/investimento) rappresenta anche il ciclo economico, è probabile che si verifichi una recessione.
E, infine, la politica monetaria della Federal Reserve si sta avvicinando verso un territorio restrittivo: rapidi aumenti dei tassi spesso precedono le recessioni.
Tuttavia, dato che la narrazione di una recessione imminente è così diffusa, vale la pena considerare perché, in realtà , potrebbe non accadere nei tempi e nei modi indicati dalle previsioni.
Per cominciare, gli indicatori menzionati non consentono di stabilire con precisione il momento in cui si verificherà una recessione.
Una buona ipotesi è che si verifichi nei prossimi 12 mesi, ma il ritardo potrebbe essere maggiore.
La recessione potrebbe iniziare solo nella seconda metà del 2023 o, addirittura, più tardi.
Questo potrebbe accadere perché, sebbene la Fed abbia inasprito le condizioni finanziarie nel corso del 2022, la politica monetaria non è ancora così restrittiva da indicare una recessione.
Il tasso reale dei Federal Funds corretto per l'inflazione è ancora in territorio negativo.
La narrazione per cui la Fed farebbe precipitare l'economia in una recessione, potrebbe rivelarsi ancora troppo prematura.

Inoltre, il mercato del lavoro è estremamente rigido, fattore che ammortizza la spesa dei consumatori.
Se i posti di lavoro disponibili scendessero da livelli estremamente elevati senza un aumento del tasso di disoccupazione, allora potrebbe verificarsi un "atterraggio morbido".
Nonostante non sia il nostro scenario di base perché fortemente insolito, gli investitori dovrebbero considerare la possibilità del "soft landing", almeno nel breve periodo.
Un rallentamento della crescita del reddito aggregato, che rappresenta l'aumento totale dell'occupazione e dei salari potrebbe portare a modificare il nostro outlook.
In questo momento, però, il reddito aggregato sta crescendo di circa il 7% su base annua.
Una debolezza del mercato del lavoro, segnalata principalmente da una sostenuta ripresa delle richieste iniziali e continue di assicurazioni contro la disoccupazione - entrambe ancora molto basse - attirerebbe la nostra attenzione.
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