Abbiamo lanciato tantissime verticalizzazioni, penso per esempio alla sanità, dove un'importante acquisizione ci ha aperto il mercato in una fase storica importante.
Ultimamente, poi, abbiamo lanciato Oracle Alloy, che offre la possibilità di replicare i servizi cloud, e che i partner possono utilizzare per i propri clienti a loro volta.
Questo è il livello di evoluzione che vedo, più una partnership che un fornitore di soluzioni.
E l'unicità?
Questa è la nostra caratteristica: siamo un'azienda unica nel senso che il valore risiede nelle tecnologie e nelle applicazioni che sono fuse tra di loro.
Noi veniamo riconosciuti per la capacità di costruire un cloud tecnologico sicuro, performante, ma allo stesso tempo adatto alle applicazioni, che siano facili da utilizzare e da adottare da parte dai clienti business.
Oracle fornisce infatti anche, oltre a una piattaforma IaaS (Infrastructure as a Service) e PaaS (Platform as a Service), una piattaforma applicativa SaaS (Software as a Service), con una serie di funzionalità che permettono di abilitare il business delle aziende, mettendo a disposizione degli strumenti adatti anche ai non tecnici per soddisfare le loro necessità.
Oracle è nata per i dati, poi sono arrivate le applicazioni, poi le applicazioni mission critical e adesso siete arrivati sul cloud.
Si sarebbe aspettato questo percorso, con un ingresso nel mondo cloud di successo?
Un po' sì: sembra strano, ma di fatto questo rientra nel DNA di Oracle.
I nostri clienti hanno applicazioni mission critical, per trasportarle nel cloud era necessario pensare all'infrastruttura in modo diverso. Arrivando tra gli ultimi al cloud, abbiamo davvero potuto innovare molto.
Quando penso, per esempio, a come stiamo impostando la nostra strategia, il punto di forza risiede proprio nel portare il cloud dove vuole il cliente.
La convergenza tra applicazioni e cloud è un vantaggio: siamo aperti, siamo in grado di ospitare all'interno della piattaforma la capacità per tutte le comunità di sviluppatori, piccole o grandi che siano, attraverso qualsiasi strumento di sviluppo, di poter costruire applicazioni predisposte per poi essere ospitate su una piattaforma che abbia le caratteristiche mission critical. Pensiamo che il mondo sarà multi-cloud, che si traduce per il cliente nell'essere multibrand rispetto ai fornitori o cloud provider.
Il cliente dovrà avere la possibilità di muoversi tra i vari cloud in modo molto semplice, ma è possibile solo con tecnologie che favoriscono questa apertura e un approccio alla digitalizzazione veramente "open".
Quanto conta oggi la sicurezza?
Per Oracle ci sono dei temi che sono imprescindibili e la sicurezza lo è da sempre.
Se pensiamo al passato, si parlava di "soli" dati, nel presente riguarda anche chi tratta i dati, dove sono dislocati eccetera.
Oracle è l'azienda del dato e possiamo raccontare, spiegare e mettere a disposizione tutte le competenze necessarie per gestire il dato a tutti i livelli.
Senza la sicurezza non si può fare molto.
Nel momento in cui si aprono delle possibilità di accesso a diverse connessioni, soprattutto con altre aziende, bisogna garantire ovunque il livello di sicurezza, e che sia sempre ai massimi livelli.
Sul dato si poggiano le nostre applicazioni e non possiamo proporre un servizio che non sia sicuro, indipendentemente dalla strategia.
Lato clienti, riscontra della curiosità verso l'innovazione?
C'è molta curiosità e interesse a capire come questi strumenti possano aiutare a gestire il business meglio.
Io penso che, come settore e come Oracle, stiamo vivendo un momento magico, perché la tecnologia e la digitalizzazione in questo momento sono tra le priorità delle aziende clienti.
La differenza più grande col passato è che adesso la strategia delle aziende, in qualsiasi mercato, sta sempre diventando più focalizzata sulla digitalizzazione e sulla trasformazione.
In passato si aveva un rapporto molto più settoriale all'interno del cliente, con interlocutori sicuramente più specifici all'IT, oggi invece si parla di trasformazione con moltissimi stakeholder.
Si tratta di figure che non sono tecniche, ma di business.
Mi capita di parlare con Amministratori Delegati che hanno una cultura di trasformazione fortissima, oppure come dei CFO che sono attenti alle applicazioni.
E' un cambiamento significativo dello scenario e per noi è davvero un momento magico perché possiamo mettere a frutto tutte le referenze che abbiamo in giro per il mondo, i progetti di successo in tante aree operative.
Trovo che oggi ci sia molta più apertura e più curiosità e quindi anche noi impariamo molto di più ascoltando le esigenze dei clienti. Oggi le discussioni sono più "frizzanti", c'è molta energia, si parla di risolvere problemi, non di semplici soluzioni software.
Vedo tantissimi manager del settore pubblico, bancario ma anche di qualsiasi mercato in generale che hanno una grande apertura nell'affrontare le nuove sfide, non ultima quella della semplificazione.
Oracle è una grande corporation, ma quanto le soluzioni che nascono dai clienti italiani vengono messe a fattor comune con i clienti di tutto il mondo?
Tanto, perché in realtà è un po' tutto è legato al concetto per cui non esistono solo applicazioni orizzontali, ma ci sono tante verticalizzazioni e quindi in questo senso c'è spazio per emergere e proporre soluzioni che possano interessare in tante nazioni anche fuori dall'Italia.
Nell'ottica di un confronto con i clienti, noi impariamo tantissimo e abbiamo la capacità di andare a trovare la risposta giusta alle esigenze dei clienti andando a riutilizzare qualcosa di "già fatto", sia a livello di personalizzazione sia a livello nuove possibilità, e tutto quanto viene messo in circolo.
È un processo che si autoalimenta e migliora sempre nel tempo: la riformulazione della proposizione verso il cliente è un nostro punto di forza.
Vorrei aggiungere una cosa sull'Italia: noi siamo una grande corporation, è vero, e io ho l'onore e il privilegio di rappresentare l'Italia.
Siamo riconosciuti all'interno di Oracle per le tante attività e anche per la grande creatività, ma soprattutto per la nostra attitudine nel cercare di fare il meglio per le esigenze del cliente.
Abbiamo tantissimi esempi italiani che vengono ripresi in tutto il mondo e questo ci riempie di orgoglio.
L'Italia è un punto di riferimento, specialmente quando si parla di soluzioni complesse: possiamo dire che siamo degli artigiani dell'innovazione, in alcuni settori industriali.
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