Carenza di semiconduttori: la normalizzazione dell'industria dei chip è veramente vicina?
Pieran Maru (GAM Inv.): resta da vedere se o quando l'impatto degli ordini extra comincerà a mostrarsi, man mano che questi vengono evasi e i clienti smettono di accumulare scorte
I semiconduttori hanno infiammato i titoli dei giornali nel 2020 con interruzioni delle catene di approvvigionamento in tutto il mondo.
Dopo due anni, continuiamo a vedere carenze in diversi settori - con una normalizzazione prevista per il 2023.
Ma cosa ha causato inizialmente la carenza di semiconduttori? Un classico disallineamento di domanda/offerta nel ciclo dei semiconduttori, scatenato dalla pandemia. Alla vigilia del 2020 abbiamo visto crescere le tensioni tra gli Stati Uniti e la Cina: diverse aziende cinesi sono state aggiunte alla US Entity List.
A marzo 2020 una domanda inaspettata è entrata nel ciclo con un aumento degli ordini di elettronica di consumo, in quanto le aziende si sono adeguate al lavoro a distanza.

La domanda è stata anche sostenuta da un crescente accumulo di scorte causato dai perduranti rischi geopolitici, mentre le imprevedibili interruzioni della produzione dovute ai lockdown hanno ulteriormente contratto l'offerta.
Stime recenti collocano il costo della politica cinese zero-Covid a circa 46 miliardi di dollari al mese (3,1% del PIL), mentre Brian Deese, direttore del National Economic Council degli Stati Uniti, stima che la carenza di semiconduttori "probabilmente ha tolto un intero punto percentuale del PIL nel 2021" (stime al 31 marzo 2022).
Un settore pesantemente colpito dai vincoli di fornitura è quello automobilistico.
Le vendite di Mercedes sono scese del 15% nel primo trimestre, mentre quelle di Ford sono crollate del 25,6% rispetto all'anno precedente.
Possiamo vedere questo squilibrio avere effetti a catena sul mercato dell'auto di seconda mano: numerose auto ora si vendono a un prezzo superiore a quello di listino.
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