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25/05/2022

economia

Democrazia ed ESG: è tutta una questione di impatto e allineamento di valori

Ophélie Mortier (DPAM): gli investimenti sostenibili stanno vivendo una certa crisi di identità. Escludono il settore della difesa, perché non vogliono finanziare gli armamenti, e spesso sottopesano il settore energetico anche in un contesto di aumento dei prezzi

Le ragioni etiche sono generalmente alla base dell'esclusione del settore della difesa negli investimenti sostenibili. Tuttavia, nell'attuale conflitto in Ucraina, l'intero dibattito tra disinvestimento e impegno attivo o engagement sembra essere tornato alla ribalta anche se riteniamo altamente improbabile che tali investimenti ritornino sulla questione dell'esclusione o meno dell'industria bellica. Al di là della performance finanziaria, i principi di sostenibilità e la difesa dei valori sono altrettanto importanti per questo tipo di investimenti. Delocalizzazione e democrazia

L'Europa ha delocalizzato industrie strategiche come quella dei semiconduttori o delle telecomunicazioni in paesi Asiatici, dipendendo di fatto da nazioni con standard democratici discutibili. Mentre il Clima continua a dominare la ricerca ESG, la pandemia aveva già portato in primo piano le questioni sociali, e in particolare la sicurezza dei lavoratori. Oggi, ad essere sotto attenta osservazione sono la governance, il rispetto dei diritti politici e delle libertà civili. Questa dimensione si riferisce alla corporate governance e a quella che potremmo definire "etica degli affari" per le imprese, mentre identifica la democraticità e la trasparenza delle istituzioni per i Paesi e gli investimenti in obbligazioni sovrane.

Come sappiamo, gli investimenti sostenibili tendono a non finanziare certe nazioni che non rispettano standard democratici minimi o che sono sotto embargo. Tuttavia, la maggior parte degli investimenti in obbligazioni sovrane sostenibili rimangono esposti a Paesi come la Russia o la Cina, come fanno gli indici di mercato tradizionali, e questo mette in discussione la credibilità dell'approccio ESG.

Paesi VS società


In generale questo tipo di investimenti differenzia l'analisi a seconda che si consideri il Paese (e quindi l'investimento in titoli di stato) o le aziende situate in esso. Così, un investimento nel debito pubblico russo e un investimento in una società situata in Russia dovrebbero essere analizzati separatamente. Tuttavia, il confine tra le due categorie non è mai così netto. Lo stretto legame tra aziende statali come Gazprom, ad esempio, e la dittatura regnante frena la maggior parte degli investitori responsabili. Tuttavia, la situazione è raramente o bianca o nera. Diversi esempi di investimenti in aziende cinesi hanno dimostrato il coinvolgimento in controversie sui diritti umani legate alla politica del governo, nonostante la connotazione privata delle aziende.

L'esempio del produttore americano di microprocessori Intel, che si è scusato in seguito alle reazioni negative alla sua lettera che invitava i suoi fornitori a non procurarsi prodotti o manodopera dalla regione cinese dello Xinjiang, è eloquente a tale proposito. La situazione è quindi più complessa di quanto non appaia e la delocalizzazione delle operazioni chiave è al centro del dibattito. Al di là della preoccupazione per le strategie sostenibili, dovremmo anche considerare di rilocalizzare industrie chiave europee in Occidente.

L'aumento dei prezzi dell'energia


L'aumento dei prezzi dell'energia è dannoso per la performance relativa degli investimenti sostenibili e potrebbe condurre a una riallocazione di quest'ultimi verso i cosiddetti investimenti mainstream, con una maggiore esposizione nel settore energetico. Tuttavia, siamo convinti che il timore di un'inversione di trend sia contenuto. Al contrario, infatti, la crisi energetica e la situazione geopolitica potrebbero accelerare la transizione energetica, obiettivo cardine degli investimenti ESG. Da un lato l'ultimo rapporto dell'IPCC è inequivocabile: il cambiamento climatico è una minaccia scientificamente provata per il benessere umano e la salute globale.


Dall'altro, diversi Paesi come il Regno Unito e la Germania hanno ulteriormente rafforzato le loro politiche e i loro progetti sulle energie rinnovabili. Il sesto rapporto di valutazione sul cambiamento climatico (IPCC) mostra un aumento del 14% delle emissioni di gas serra dalla firma dell'accordo di Parigi nel 2015. Anche se i firmatari si sono impegnati per una riduzione del 45% entro il 2030, l'anno scorso è stato un anno record in termini di emissioni di carbonio. Per avere una possibilità di limitare il riscaldamento globale all'1,5% entro il 2100, le emissioni di gas serra devono raggiungere il picco entro il 2025. Tuttavia, senza discutere la questione del fissare un prezzo universale delle emissioni e delle potenziali sanzioni, ciò implica una decarbonizzazione aggressiva e un reale finanziamento della transizione energetica, cioè un riorientamento dei flussi finanziari verso quest'ultima. Ad oggi, la tassonomia europea (e altre tassonomie minori che stanno emergendo altrove) è l'unico strumento relativamente efficace per raggiungere questo obiettivo, nonostante non manchino nemmeno in questo caso debolezze in termini di opportunità di investimento.




Il paradosso degli investimenti sostenibili


Gli investimenti sostenibili si trovano oggi quindi in una situazione paradossale. Da un lato la guerra in Ucraina ci ricorda l'importanza di valori cardine come la democrazia, la sicurezza e la libertà. Valori che dovrebbero essere al centro di un approccio sostenibile per quanto concerne gli investimenti socialmente responsabili. Dall'altro, l'esclusione certa di alcuni settori come quello bellico e della difesa insieme al forte sottopeso del settore energetico potrebbe peggiorare le performance di questo tipo di investimento. Di conseguenza, potremmo assistere a una sottoperformance relativa temporanea. Pertanto, dobbiamo ricordare che la performance finanziaria è tanto importante quanto la credibilità del valore sostenibile di questi investimenti.
Soprattutto, gli investimenti ESG mirano a guidare i governi e le aziende verso una crescita inclusiva e una performance sostenibile nel medio-lungo termine. La regolamentazione europea, in particolare l'SFDR, è chiara su questo punto: i cosiddetti prodotti finanziari categorizzati Articolo 9 mettono l'obiettivo sostenibile davanti a qualsiasi altro, finanziario o meno.


Il modello di riferimento rimane il piano d'azione della Commissione europea per il finanziamento di una transizione energetica sostenibile e inclusiva. L'evidenza scientifica ci ricorda anche che l'avidità a breve termine non sarà vantaggiosa e che è importante mettere costantemente in discussione i valori fondamentali promossi o trascurati da imprese e governi. In conclusione, è tutta una questione di impatto e di allineamento dei valori.

Ophélie Mortier, Chief Sustainable Investment Officer, DPAM


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