16/02/2022

editoriale

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Avanti dritti verso la crisi

La grande ripresa del 2021 si è arenata e rischia di trasformarsi in quello che in gergo tecnico si chiama "il rimbalzo del gatto morto". Una allegoria a significare che il Paese in questo 2022 non solo non ripeterà i numeri dell'anno precedente, ma che tutto porta a considerare che andremo incontro a una crisi piuttosto pesante. Che la ripresa fosse in decisa frenata lo dicono i numeri dell'Istat, secondo cui la gran parte della crescita si è avuta nella prima parte dello scorso anno. Poi, complici lockdown più o meno mascherati, restrizioni a cittadini e commercio, aumento di energia e materie prime, l'economia si è inchiodata. Confindustria stima un -1,3% a gennaio. Basta girare per una grande città per notare l'assenza non solo dei turisti (che rappresentavano il 14% del Pil pre-covid), ma anche di consumatori che vanno in giro a far shopping. Non parliamo poi di ristoranti, bar e hotel, in cui il cliente è un miraggio. E le nuove normative su green pass e vaccinazioni, spingono ancora di più la gente in casa, che magari lo shopping lo fa online.

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Tutto il contrario di altri Paesi europei, che annunciano la fine delle restrizioni e che da tempo hanno riaperto ogni attività. Lasciamo perdere la Svezia, che non ha mai chiuso nulla, ma Paesi come la Spagna, il Belgio e la Gran Bretagna hanno da tempo deciso di sospendere ogni restrizione. Danimarca, Austria e altri si stanno aggiungendo. La Germania richiamerà i medici non vaccinati in corsia. L'Italia resiste come l'ultimo giapponese per combattere una pandemia che non c'è più nei numeri, come ammesso da molti "esperti" anche in TV. Il governo fa quindi la faccia feroce senza alcuna motivazione scientifica, e quindi è una scelta politica.  Gli altri hanno deciso che la crescita del Pil passa attraverso il benessere psicofisico e la libertà delle persone. Ovviamente con le dovute precauzioni dettate dal buon senso. Noi invece ci prepariamo ad affrontare una crisi energetica, oltre che finanziaria (vedasi la BCE che chiuderà i rubinetti), impedendo alle persone di lavorare, alle imprese di produrre e ai cittadini di consumare. Ma in cambio lasciamo che esplodano costi e inflazione. Dal "governo dei migliori" ci si aspetterebbe qualcosa di più intelligente.

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Altro che PNRR.

 



Claudio Gandolfo


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