Editoriale
Il Pil sale (ma non abbastanza)
Solo parole di giubilo per il dato flash dell'Istat che comunica che per il 2021 il Pil dell'Italia è cresciuto del 6,5%. Un dato importante, tra i migliori al mondo e in linea con quanto già comunicato dall'OCSE. Quindi il nostro Paese, nonostante i mille impedimenti di carattere sociale-sanitario è stato in grado di mettere a punto un'ottima performance. Un'ottima notizia visto che la Germania è cresciuta solo del 2,7%. Da un'altra prospettiva però si vede un qualcosa di diverso. Nel 2020 l'Italia aveva perso l'8,9% del Pil, mentre la cosiddetta "locomotiva d'Europa" solo il 4,6%. Noi siamo ancora sotto di 2,4 punti, loro di 1,9%. Entrambi i Paesi colmeranno il gap con il dato del 2019 solo nel 2022. Ma nel frattempo in Italia sono stati letteralmente rasi al suolo interi settori, a partire dal turismo e dell'ospitalità (hotel e ristoranti), che non hanno avuto adeguati ristori e, unitamente a centinaia di migliaia di aziende e partite IVA, hanno chiuso i battenti o sono sul punto di farlo. In Germania invece sono arrivati fondi copiosi per tutti, e l'impatto sulla demografia aziendale è stato minimo. Una differenza non da poco.