Manager, date sfogo al lateral thinking
La creatività si rivela una caratteristica allenabile, un potenziale a disposizione di tutti, che grazie all'esercizio può permettere di mutare percezioni e concetti
L'espressione lateral thinking per i non addetti ai lavori (mi inserisco di diritto in questo gruppo) porta alla memoria Crozza nella sua esilarante imitazione di Briatore.
Eppure il concetto non è banale e deve essere preso in attenta considerazione anche all'interno delle organizzazioni aziendali.
Ce lo dice Filippo Losito nel suo ultimo scritto "Humor e pensiero laterale.
I processi mentali che stimolano la creatività", edito da Egea.

Da dove arrivano le grandi idee? È forse possibile allenare la creatività per produrre soluzioni inaspettate? E che cosa c'entra tutto questo con lo humor?
Umorismo e processi creativi sono movimenti analoghi di un'unica forma di pensiero: quel pensiero laterale che ha a che fare con il "pensare al pensare", un'attitudine della mente che può essere insegnata e diventare oggetto di training al pari della matematica o della musica.
La creatività, da dote innata e tratto di pochi geni, si rivela un potenziale di cui tutti disponiamo, in grado di mutare percezioni e concetti.
Se tuttavia numerosi studi si sono occupati dei processi sottesi all'esperienza umoristica e allo slittamento cognitivo che la attiva, e una solida letteratura è dedicata alla mente creativa, più rara è la ricerca di un ponte tra queste due attività tipicamente umane.
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