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08/09/2021

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Mik Cosentino: l'infomarketing racconta alle aziende ciò che conta davvero

Aiutiamo professionisti e imprese a raggiungere qualsiasi nicchia di mercato. In fondo, tutti noi vendiamo a degli esseri umani e chi vende è un essere umano

Mik Cosentino è una star del web, uno di quei personaggi che ottengono, tanto per semplificare parecchio, un largo seguito sia proprio su internet sia negli eventi in persona, per il momento in stand-by.
C'è un aspetto interessante di Cosentino che emerge: la disponibilità e la generosità nel concedersi ai propri fan, senza dimenticare che la sua è una passione e che è diventata un lavoro. Cosentino ha incentrato le proprie attività nell'infomarketing e come fare per applicare queste metodologie. L'abbiamo incontrato per raccontare la sua ultima produzione libraria, "L'infomarketing spiegato a mia nonna", ma anche per scoprirlo un po'. Nonostante tanti articoli e tanti video reperibili sul web, eravamo alla ricerca di uno spunto diverso, un punto di vista complessivo di Cosentino come imprenditore .

Sono sempre stato un nuotatore di professione, quindi facevo questo di "mestiere" che non è esattamente tra quelli riconosciuti e non appartenga alla categoria di quelli professionistici nonostante tu ti possa qualificarti per mondiali, europei o olimpiadi.

Certo, non è retribuito come il calcio, ma permette di sopravvivere. Ho fatto questo per praticamente tutta la mia vita fino a quando, a ridosso delle delle Olimpiadi, mi sono purtroppo infortunato. Da quel momento l'olimpiade è sfumata praticamente a un centimetro da me. Da quel momento in poi sono iniziati un po' di alti e bassi, perché ho iniziato ovviamente a dubitare di me stesso, ho iniziato a non vincere più le gare come facevo prima. Poi mi sono operato, ma in tutto ciò sono passati più di tre anni tra il capire che cosa avessi e l'operazione e poi riprendere di nuovo l'attività. E' stato veramente un periodo abbastanza lungo e quando sono ritornato a nuotare ho avuto a che fare con la dura realtà: ero cresciuto e avevo perso quasi due anni e mezzo di allenamenti, di carriera e di successi che avrei potuto raccogliere e dall'altra parte ovviamente le giovani leve che erano molto preparate e agguerrite. Mi ricordavo di quando vincevo da piccolo sui "grandi" e dicevo loro che erano dei "vecchietti", ma in quel momento il vecchietto ero io! A un certo punto ho smesso di percepire quel rimborso spese, se così vogliamo chiamarlo, dalla società di cui ero atleta all'epoca e ho aperto gli occhi su una realtà diversa.

Vivevo già da solo a Roma e quel piccolo "stipendio" mi permetteva di sostenermi, ma senza sembra impossibile. Vivevo con mio fratello ma non sapevamo come arrivare alla fine del mese, pagare le bollette e affitto. I genitori, per quanto ovviamente potevano aiutarci e ci hanno aiutato, sono degli umili dipendenti statali con uno stipendio normalissimo e quindi facevano il possibile, ma noi non volevamo pesare su di loro.

Quindi, vi siete guardati attorno?


Tra alti e bassi, più molto più bassi che alti, ho scoperto un po' il mondo della formazione. Lo racconto anche all'interno del mio libro: a Barberino del Mugello, dopo un incidente, ci siamo resi conto di essere veramente al capolinea e ci siamo detti "o qua ci riprendiamo oppure non ci rialziamo più". Abbiamo guardato al mondo dell'online, dove c'erano persone che dall'altra parte del mondo utilizzavano internet per vendere "informazioni". Ci siamo detti che si poteva vendere corsi di qualsiasi tipo attraverso internet e che questa era una vera possibilità.

Di corsi su internet ce ne sono di tutti i tipi.

..

Vero. Dall'addestramento di cani a corsi su come superare i livelli nei videogiochi, dai corsi su taglio e cucito a qualsiasi cosa. Mi sono detto: cavoli, io voglio capire come funziona questo questo mondo perché avevo intuito la presenza di un mercato enorme. Guardando qualche esempio, soprattutto statunitense, ho iniziato a studiare, capire in che modo avrei potuto portare questa cosa in Italia perché qui ancora il fenomeno non era arrivato.
Avrei potuto adattare quello che imparavo al mercato italiano e piano piano ho iniziato a comprare i primi corsi, anzi, l'unico corso che sono riuscito a comprare me lo sono fatto regalare da mio papà per il compleanno: 97 euro ed era era il 2013. Il corso era collegato a una affiliazione che, all'epoca, non sapevo neanche cosa fosse. Il concetto di promuovere un prodotto che si ha acquistato per ricevere una percentuale era qualcosa di nuovo e iniziai a studiare il meccanismo. Leggevo il corso più volte, sottolineavo, cercavo di capire le varie sfumature e questo lo devo all'approccio del nuotatore, del provare e riprovare, si lavorare sodo. Iniziai ad applicare quello che era l'infomarketing con un po' di pubblicità su Facebook e Google, ma anche per fare questo ho dovuto studiare da zero, con lo stesso approccio.




In questo contesto, anche Youtube ha avuto la sua parte.


Sì, proponevo video gratuiti su Youtube che permisero di iniziare a guadagnare i primi soldi che mi aiutavano a pagare le bollette. Avevo creato un corso interessante, ma a un certo punto vedevo che aveva delle falle. Portavo veramente tantissimi nuovi clienti ai clienti, persone o aziende che fossero, ma all'interno della mia testa era balenata l'idea di creare qualcosa di diverso, che non avrei "condiviso" con nessuno.



Cosa vedevi?


Vedevo che c'erano clienti che si lamentavano del fatto che non ci fosse una grande assistenza e c'erano un sacco di problematiche. Proprio la consapevolezza di queste mi è servita a capire come non bisognasse creare un prodottino online ma serviva qualcosa di più e dopo pochi mesi ho creato il mio primo "progettino" online. mi ricordo del 15 gennaio del 2015 quando feci la follia di fare una lead generation, ossia ho generato contatti e mi sono reso conto che era l'unica cosa che si può fare.


Spesi gli ultimi soldi con la carta di credito che mi erano rimasti, erano 1.000 euro, e presi mille lead e mille potenziali clienti, mille contatti che si iscrivevano alla mia lista e una settimana dopo ho fatturato i primi 12 mila euro! Da quel momento in poi la mia vita è cambiata.

Investire per generare lead ha permesso di generare un business, ma soprattutto altri lead.


In quel momento ho capito che cosa avrei fatto per il resto della mia vita, che era una "cosa" che mi appassionava veramente e da quel momento in poi è stato tutto un susseguirsi di scoperte, di formazione, di test e tutt'oggi diciamo che il mio rituale è sempre quello di trovare chi ha più risultati di me, studiarlo alla perfezione, entrare il più possibile in contatto con questa persona o azienda e assorbire e applicare immediatamente all'interno della mia realtà quanto appreso.



Un bel segreto, ma in realtà c'è tanto lavoro dietro.


Infomarketingx.com è il nostro brand ma in questi pochi anni ha generato i primi dieci milioni di euro di vendite, e mi riferisco solamente al brand.


Siamo molto orgogliosi, ma quello che ci rende ancora più orgogliosi è il fatto che siamo riusciti veramente a consegnare quelle che sono le strategie che in questi anni abbiamo imparato e applicato, con tutti gli errori che abbiamo commesso, e l'abbiamo trasferito a migliaia di persone che in qualche modo oggi si destreggiano bene online.

In sostanza, avete anche creato una comunità intorno alle competenze.


Molti di questi contenuti e competenze sono dei contenuti gratuiti, ma che permettono di generare fiducia e far crescere la consapevolezza dei mezzi. Viviamo in un periodo in cui l'eCommerce e la formazione sono esplose, ma per me è accaduto prima della pandemia da COVID-19. Da quasi tre anni il mio modo di lavorare è cambiato tantissimo. Nei primi anni io pubblicavo sempre tantissimi contenuti, ho veramente migliaia di ore su Youtube e un sacco di articoli scritti sul blog e nel podcast. In pratica, prima puntavo a produrre contenuti gratuiti, ma il lavoro che faccio oggi mi piace di più, lo farei anche se avessi tutti i soldi del mondo perché è quello che mi piace fare.


Condividere quello che imparo e mostrare i risultati. Nei primi quattro anni ero abbastanza aggressivo, volevo mostrare le competenze e farmi notare e applicavo il metodo della polarizzazione perché avevo capito che se volevi catturare l'attenzione dovevi accettare il fatto che ci sarà sempre chi ti ama e chi ti odia. Ero molto molto duro, spocchioso secondo alcuni canoni di comunicazione poi a un certo punto sono cresciuto e ho cambiato il mio modo di lavorare e di pensare. Sono diventato comunque una persona diversa e quindi oggi il mio marketing, completamente capovolto, racconta quello che conta, che è l'unica cosa che conta. Per me oggi è l'esperienza che clienti hanno all'interno di un'azienda o con i clienti che conta. Utilizzo più casi di successo che posso per fare in modo che siano loro il miglior marketing per i miei bisogni.

In fondo il fenomeno delle recensioni punta proprio su questo testimoniare come funzionano le cose acquistabili.


E' così: le mie parole diventano inutili di fronte a un commento o a una testimonianza e questo ci ha fatto cambiare.


Ma è stato necessario un lavoro enorme per per arrivare a questo cambiamento, bisognava trovare i pattern e ricorrenti che vanno bene in ogni singola nicchia e da applicare in ogni mercato, perché ognuno di questi è differente. Ci sono dei pattern ricorrenti che abbiamo individuato e che ovviamente condivido, spesso anche gratuitamente, e aiutiamo professionisti e aziende a raggiungere qualsiasi nicchia. In fondo, tutti noi vendiamo a degli esseri umani e chi vende è un essere umano, quindi i pattern sono quelli e sono ricorrenti. Può cambiare la tecnica, la strategia, però c'è una una macro strategia che di fatto è uguale per tutti quanti e quindi per questo è applicabile a più realtà e più nicchie differenti.

E quali sono le strategie che possono essere applicate un po' a tutti i settori?


Esistono cinque step che reputo siano le cose più importanti di cui bisogna tenere in considerazione. Il primo, non mi soffermo tanto perché ci sarebbe veramente troppo da dire, è il mindset! La prima cosa che bisogna fare è cambiare il modo con cui guardiamo le cose e come il nostro cervello vuole vederle.


Bisogna innanzitutto cambiare determinati paradigmi che sono sempre stati con noi. Oltre a questo, il passo successivo è quello di analizzare costantemente quello che si vuole fare o si sta facendo, compresa anche la concorrenza. Conoscere cosa si sta vendendo, cosa vendono i concorrenti, cosa vogliono i clienti e cosa stanno chiedendo. A tutti piace pensare che al cliente piaccia il prodotto finale, ma in realtà ha acquistato quel prodotto o servizio perché cercava una risposta a un suo bisogno. Bisogna riuscire a trovare una risposta alla domanda "mi piace la pizza o la pizzeria?". Per fare un esempio estremo, può capitare che in una pizzeria si ritrovi un gruppo di persone che però non mangiano carboidrati, e quindi si trovano in un luogo sbagliato, le pizze non verranno mai acquistate. L'analisi del target è fondamentale per capire se c'è effettivamente una richiesta. Creare quindi un prodotto o servizio ricercato e con un suo mercato, il passo successivo è quello di riuscire in qualche modo a impacchettare al meglio quello che si sta vendendo. Può essere un prodotto fisico, un prodotto digitale oppure una consulenza, quindi qualcosa di totalmente intangibile, ma bisogna capire in che modo lo si propone, la comunicazione diventa importante, renderlo attraente e distinguersi dall'offerta già presente.


Oggi la cosa peggiore che può succedere a un'azienda è che un prodotto magari "top" diventi una commodity, che tranquillamente viene comparata con tante altre cose, diventa senza personalità. E' sempre necessario capire come consegnare questo prodotto nel modo migliore e acquisire i clienti online. Tutto si incentra su tutti i social network o i motori di ricerca, perché sono strumenti che ci permettono di farci notare e utili per presentare cosa facciamo e come possiamo risolvere un loro problema. Infine, c'è l'ultimo step, quello dell'automazione. Oggi non è più come 15-20 anni fa, cioè oggi abbiamo la possibilità veramente di automatizzare gran parte delle cose che compongono l'attività di vendita. Se io voglio acquisire, per esempio, dieci clienti al giorno, oggi posso farlo mettendo a leva le conoscenze e utilizzando il digital marketing per tradurre l'attività in clienti e vendite. Prima bisognava prendere la valigetta e uscire e andare a bussare porta a porta, mentre oggi si tratta di un business scalabile grazie all'online. Oggi abbiamo la possibilità veramente di vendere in qualsiasi parte del mondo e quindi si abbattono completamente i limiti territoriali, i limiti di tempo e quello che un'azienda.




Hai scritto i best seller "La bibba dell'infomarketing" e "L'infomarketing spiegato a mia nonna", ma c'è qulche segreto ancora che non hai scoperto?


Certo, si impara ogni giorno e quindi c'è sempre qualcosa da scoprire. Per esempio, scrivendo il libro in onore di mia nonna, che vive ad Alba e ha quasi 102 anni, mi sono accorto che davo per scontati alcuni aspetti che invece non lo sono per niente. Erano sotto il naso, ma non li vedevo. Questa è l'anima della nostra azienda e del nostro brand, quello che facciamo ogni singolo giorno e ci permette di confrontarci con il mercato e con i clienti.


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