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28/04/2021

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Emanuele Sacerdote (Soulside): la buona gestione strategica e la lungimiranza del management

Quanto sono pronte le aziende al cambiamento? Quanto sanno gestire la situazione di incertezza? E quanto contano gli stili manageriali?

Viviamo un periodo straordinario, che sta mettendo a dura prova le persone, ma anche le aziende e i politici.
Qual è una lettura di questa situazione? Ne abbiamo parlato con Emanuele Sacerdote, fondatore di Soulside.

Qual è la sua lettura della situazione attuale?

La lettura è realisticamente positiva nel senso che supereremo il covid.
Stiamo vivendo dentro un vero e proprio evento storico, cioè un avvenimento di portata globale (tipo seconda guerra mondiale), fuori dal normale che è destinato a cambiare la vita di molte persone.

Emanuele Sacerdote (Soulside): la buona gestione strategica e la lungimiranza del management

Il covid ci ha ricordato la fragilità dell'essere umano, la priorità della salute e il valore della socializzazione.
Questo evento è fortemente contraddistinto da entropia: non ricordo chi sia il primo che ha coniato il termine V.U.C.A.
(volatility, uncertainty, complexity, ambiguity) ma direi che sia un'ottima descrizione del momento storico che stiamo vivendo e i cambiamenti che ci toccheranno saranno sia la sfera privata sia quella pubblica, sociale e culturale.
In aggiunta siamo nel bel mezzo di svariati cambiamenti tecnologici, ambientali e politici: la popolazione mondiale nel 1950 era di 2,5 miliardi di persone oggi siamo a oltre 7,7 miliardi e nel 2050 le proiezioni prevedono 8,9 miliardi.
Se osserviamo la storia i cambiamenti hanno portato evoluzione e progresso, ma bisogna affrontarli modificando il punto di osservazione facendo innovazione di pensiero e di azione. 

Quindi, a suo giudizio la "lungimiranza" dovrebbe essere il punto di osservazione prevalente?

Se partiamo dal presupposto che la pressione concorrenziale è elevata e in aumento, il futuro diventa il tempo su cui investire.

La lungimiranza è quell'attitudine dell'intelligenza strategica (Breviario sul pensiero strategico, 2019) volta ad allargare il campo visivo per esplorare e investigare i possibili scenari e opzioni percorribili. Detta in un altro modo, è la propensione al progresso guidata dal miglioramento continuo e dalla ricerca nuove alternative.
L'attitudine diventa virtuosa se si trasforma in capacità di realizzare i passi verso il proprio futuro.

Emanuele Sacerdote (Soulside): la buona gestione strategica e la lungimiranza del management

Concretamente significa conoscere bene "dove siamo"? e saper identificare ?"dove andiamo"? 

Interessante "dove andiamo"?.
Da dove si parte per identificare dove andare?

Iniziamo dalla considerazione che i rischi strategici dell'impresa sono aumentati.
Banalmente in questo momento molte aziende stanno incorrendo nel rischio di accelerare la propria obsolescenza.
In abbinata c'è anche il rischio dell'aumento del ritardo verso i concorrenti e i trend di mercato.
Quindi, il primo passaggio sarebbe comprendere la distanza per compensare questi rischi che oggi si sono molto intensificati.
Il ruolo e il significato della destinazione futura assumono un peso superiore e, l'immaginazione, la progettualità e, ovviamente, la lungimiranza, svolgono una funzione fondamentale per impostare la traiettoria.

A suo giudizio esiste una misura per valutare il "dove andiamo"?

Molto semplicemente è la crescita che deve essere letta anche come trasformazione e progresso.

Seguici: 

Crescere significa aumentare il valore dell'impresa con un multiplo di mercato più elevato.
Se osserviamo alcune aziende scopriamo che sono molto brave nella gestione della crescita organica, ma hanno anche saputo innestare progetti di sviluppo incrementale e di diversificazione.
In questo senso, per superare il concetto di azienda leader e azienda follower, si potrebbe affermare che esistono due tipi di imprese quelle che giocano in "attacco" e quelle che giocano in "difesa".
Molto dipende dalle possibilità e disponibilità dell'impresa, ma anche dalle ambizioni e intenzioni della proprietà.
Mi preme un chiarimento.
Contrariamente a questo approccio, ci sono imprese che forse dovranno ragionare in termini di stabilità oppure decrescita per contenere gli impatti negativi della non crescita nel breve e, posticipare la fase espansiva.

Veniamo alla sua indagine di mercato sul top management.

Qual era la sua intenzione principale?

Il concetto della lungimiranza potrebbe apparire astratto.
Per portarlo a terra e misurarlo è stato associato al concetto più pragmatico dell'efficacia della gestione strategica.
La buona, efficace gestione strategica è la capacità di conseguire risultati migliori rispetto alle aspettative e alla concorrenza e funzionali ad aumentare il vantaggio competitivo e a garantire una maggior longevità.
Per misurare questi concetti è stato costruito un questionario sulle intenzionalità e sulle attitudini in merito all'approccio strategico del presente e del futuro ed è stato somministrato a Presidenti, Amministratori Delegati e C-Level di aziende italiane ottenendo 185 questionari profilabili. 

Che cosa ha scoperto?

A mio avviso l'indagine ha reso più trasparente ed evidente la composizione dei fattori attitudinali e gli stili manageriali più significativi (vedi box 1 e 2) al processo decisionale.

La conclusione più importante è appunto rivolta al peso della lungimiranza: il dato di maggior evidenza è che il focus della gestione ha un peso superiore sul passato e presente (robustezza, realismo e priorità) a voler significare che ci sia più attenzione per la gestione dell'esistente rispetto alla gestione strategica del futuro (visione, coraggio e intraprendenza). Come ho detto prima un approccio poco focalizzato al futuro potrebbe accrescere i rischi strategici di erosione del vantaggio competitivo e dei principali generatori di valore.
Il suggerimento è quello di aumentare l'efficacia della gestione strategica orientata alla lungimiranza ricercando, progettando e pianificando maggiori iniziative e opportunità di crescita, di sviluppo e di diversificazione rivolte al futuro e alla longevità dell'impresa. 

Mi sembrano ottimi suggerimenti, ma per scendere più nel dettaglio che cosa raccomanderebbe agli imprenditori di oggi per essere più forti (efficaci) domani?

A valle di tutti questi ragionamenti c'è il processo decisionale.

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In primo luogo sarebbe meglio avere un gruppo di comando ben affiatato e molto affine nella gestione della strategia: molte volte ho visto dei consigli di amministrazione nei quali si percepiva che l'indirizzo e il disegno strategico non erano fortemente condivisi, bene l'assertività e la diversità, ma nella definizione ed esecuzione degli obiettivi di lungo periodo la compatibilità fa la differenza.
L'altro aspetto importante è la misurazione della propensione e della produttività della crescita dell'impresa: se il fattore determinante per il successo futuro è il governo proattivo della crescita misurare la produttività (prodotti/progetti, investimenti, organizzazione) riferita alle singole business unit diventa un passaggio fondamentale per comprendere il livello di efficacia e di lungimiranza.

Per concludere nella profilazione ci sono altre curiosità rilevanti?

Anche per suffragare alcune mie affermazioni direi che c'è un'evidenza interessante da sottolineare: le donne e i giovani aumentano l'efficacia della gestione strategica.

Inoltre, si conferma che il ruolo di Presidente/CEO è determinante e che le aziende >50M perseguono meglio l'efficacia.
Di contro, le aziende di proprietà di famiglia (totale/maggioranza) hanno un'efficacia stabile rispetto alle altre.

Ci desiderasse il report completo lo può scarica https://www.emanuelesacerdote.com/paper-lungimiranza/

 



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