E l'83% sostiene di avere un miglior equilibrio tra vita privata e vita lavorativa lavorando fuori dall'ufficio.
Le aziende più lungimiranti stanno tenendo in considerazione questo fatto e per l'anno prossimo adotteranno modelli di lavoro da remoto che, grazie al supporto della tecnologia, permetteranno loro di attingere a nuovi "serbatoi" di talenti che possono non essere in grado di vivere da pendolari recandosi tutti i giorni in ufficio, ma possono comunque contribuire significativamente al successo dell'azienda
E il 3% afferma di non volerci comunque tornare full time.
Alla luce di questo, le aziende reimmagineranno il ruolo dell'ufficio e passeranno dal progettare spazi fisici al realizzare spazi digitali appositamente costruiti perché i dipendenti possano lavorare ovunque in maniera efficiente e collaborare con colleghi, partner e clienti, portando innovazione e valore.
Scappo dalla città?
In passato, se si voleva fare carriera, era necessario trasferirsi in una grande città e continuare a viverci.
Ma con la tendenza del lavoro a diventare virtuale, il luogo in cui si vive è diventato meno importante per fare carriera e trovare nuove opportunità.
Uno su quattro tra gli intervistati nel corso di un'altra indagine effettuata da Citrix su un campione di 2000 lavoratori della conoscenza ha affermato di aver lasciato la città o di avere in programma di farlo per i seguenti motivi:
- Il loro lavoro è ormai da remoto al 100% e lo sarà per sempre (37%);
- Possono limitarsi ad andare in ufficio solo una volta a settimana (25%);
- La pandemia ha dimostrato che il loro lavoro può essere fatto da ovunque (22%).
Le aziende andranno a prendersi i talenti dove si trovano
La "guerra dei talenti" non è finita con la pandemia.
Piuttosto, e in modi diversi, si è fatta più intensa via via che le aziende fanno evolvere il loro business per assecondare di le dinamiche di un mercato che cambia in fretta e le esigenze dei clienti.
Nonostante si fatichi a trovarlo, il talent esiste.
Secondo il risultato di uno studio condotto dal Centre of Economics and Business Research (Cebr), se avessero la possibilità il 95% dei 2500 knowledge workers intervistati e attualmente impiegati ha affermato che vorrebbe lavorare da casa 2,4 giorni a settimana. E una percentuale tra il 60 e il 70% afferma che lo farebbero da spazi di coworking, bar o altre location da remoto almeno un giorno a settimana.
Puntando su modelli di lavoro flessibile e sulla tecnologia del digital workspace, le aziende potranno raggiungere e coinvolgere una parte della forza lavoro che ha le competenze necessarie ma che a causa dei modelli tradizionali di lavoro che richiedevano la presenza costante in ufficio erano rimasti tagliati fuori.
Nel fare questo, Cebr stima che l'apporto di questi talenti potrebbe essere quantificato in 2 triliardi di dollari di crescita economica negli USA e una crescita del PIL del 10,2%
Se non è chiaro che cosa ci riserva il futuro, è certo che le aziende continueranno ad affrontare nuove sfide che cambieranno profondamente il mondo del lavoro negli anni a venire.
Quelle che adotteranno modelli di lavoro flessibile e le tecnologie digitali che permetteranno di creare modi migliori per lavorare renderanno possibile ai propri impiegati performare al meglio facendo altresì crescere le aziende stesse.
Tim Minahan, Executive Vice President of Strategy, Citrix
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