Alleata paura
Una guida pratica alla creazione di una cultura organizzativa in cui le persone si sentano libere di proporre le proprie idee, favorendo l'innovazione e la condivisione delle competenze
Nell'anno 1000 la faceva da padrona.
E' la Paura dell'ignoto, di quello che sarebbe avvenuto.
Poi, in tempi anche a noi più vicini, ha costellato la nostra esistenza, abbiamo iniziato a conviverci, cercando di gestirla, razionalizzarla, controllarle e, se possibile, sconfiggerla.
Ora, le più avanzate teorie del management, in un certo senso la rivalutano in chiave di organizzazione e sviluppo dell'impresa.
È quanto sostiene nel suo ultimo scritto Amy C.

Edmondson, "Organizzazioni senza paura.
Creare sicurezza psicologica sul lavoro per imparare, innovare, crescere", edito da FrancoAngeli.
Il testo, nella cui versione italiana spicca la prefazione di Tiziano Capelli, Marina Capizzi e Carlo Giardinetti, si teorizza l'importanza della paura come sentimento che permette di prendere coscienza dei propri errori e delle proprie insicurezze e al tempo stesso permette di vivere in modo più autentico la relazione di team e quella con i propri capi.
Paura, è bene intendersi, non solo come naturale sviluppo emotivo della relazione con i propri pari e "superiori" ma, soprattutto, come capacità ed audacia di esprimere le proprie idee e valutazioni.
Vista in questi termini si comprende come la moderna teoria organizzativa guardi al concetto di sicurezza psicologica dell'individuo quale elemento necessario per la costituzione di un ambiente più favorevole al confronto e allo scambio costruttivo.