Senza consumi interni si va a fondo
I dati di Confcommercio sul crollo dei consumi spiegano fin troppo bene le terribili rilevazioni Istat sul Pil del secondo trimestre, con un -12,8% rispetto al trimestre precedente e -17,7% nei confronti del secondo trimestre del 2019.
La causa principale è imputabile ad una caduta dei consumi interni che Confcommercio stima in 116 miliardi di euro nel 2020.
Le famiglie non spendono da un lato per risparmiare, viste le incognite dei prossimi mesi, dall'altro perché sono aumentati disoccupazione e quindi reddito disponibile.
Un vuoto di domanda che pesa sulla nostra economia.
Per i consumi sul territorio - comprensivi della mancata spesa degli stranieri - la perdita a valore nel primo semestre è stata di oltre 71 miliardi di euro, di cui circa 47 per i servizi. Basta girare per le città più grandi per rendersi conto del gran numero di attività commerciali che ancora non hanno ripreso e molte (troppe) di queste non lo faranno.
Non circola denaro ma il Governo non sembra affatto intenzionato a migliorare la situazione, anzi.
Basta vedere la reazione di giubilo del ministro Gualtieri alla notizia dell'incremento delle entrate fiscali ad agosto.
E' come se a Roma non si rendessero conto che occorre mettere liquidità a fondo perduto nel sistema, o le aziende, specialmente le piccole e le micro, non potranno farcela.
Per ora hanno cercato di sopravvivere, magari dando fondo ai risparmi o indebitandosi, ma questo non può durare a lungo.