Le aziende innovative esistono: ora è il momento di usarle!
Abbuonandi (Wise Mind Place): queste imprese ci sono, costruiscono e sono pronte a mettersi al servizio del Paese. Non favorire questa sinergia significa sprecare un patrimonio inquantificabile
La crisi che stiamo vivendo non solo modifica moltissimo la nostra vita, ridisegnando completamente tempo e abitudini, ma ci sta insegnando anche a leggere in maniera diversa gli ambiti delle nostre attività quotidiane e l'innovazione non è esentata da questo processo. Ancora una volta, ci siamo resi conto di come l'Italia sia un paese di inventori e startupper. Ne abbiamo avuto diretta testimonianza nei giorni scorsi, quando alcune innovazioni hanno permesso di aumentare le possibilità di cura per i malati di Coronavirus. Inventori e aziende hanno fatto quadrato attorno a un'idea, permettendo a un'intuizione di diventare un prodotto capace di salvare vite umane. "È quello che si richiede al nostro settore" dice Jessica Abbuonandi, CEO e founder di Wise Mind Place, primo eCommerce delle idee che guida startup e innovatori nel processo di tutela, brevetto e vendita della loro idea.
"Dall'innovazione oggi vogliamo che ci aiuti a vivere meglio sotto ogni aspetto". E anche se la crisi ci mostra come la tecnologia stia facendo grandi passi in questo senso, secondo Abbuonandi sono ancora molte le cose da fare: "Innanzitutto regolare il processo di scambio fra innovatori, laboratori di ricerca, università e aziende", un processo complesso che non può essere affidato al caso.
"Il tempo è il bene più prezioso che abbiamo, l'emergenza ce l'ha mostrato chiaramente - continua l'esperta, che ha creato un'azienda di consulenza per inventori e che da sempre studia in che modo mettere l'innovazione al servizio del Paese -. Dobbiamo favorire e sistematizzare il contatto fra idee e aziende creando intorno a questo un vero e proprio sistema produttivo. E se qualcosa questa crisi ci sta insegnando è la necessità che le aziende tradizionali inizino ad usare le startup. Le aziende innovative ci sono, costruiscono e sono pronte a mettersi al servizio del Paese: non favorire questo contatto significa sprecare un patrimonio inquantificabile". Sarebbe la lezione migliore da imparare da tutto quello che sta accadendo
E, secondo Abbuonandi, c'è molto da imparare anche da come le startup gestiscono il proprio business, un insegnamento che può andare a beneficio delle aziende tradizionali: "Intanto ora stiamo assistendo a un processo di digitalizzazione forzata, lo smartworking obbligato sta portando milioni di lavoratori e migliaia di aziende a formarsi su strumenti digitali che potranno rappresentare una risorsa quando questa emergenza sarà passata" e, conclude l'esperta: "Non sorprenderebbe scoprire che le aziende, una volta finita la tempesta, cominciassero a investire non solo per ripianare i bilanci e tornare al modello pre-crisi, ma per sviluppare nuovi modelli e definire nuovi confini della tecnologia.