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18/03/2020

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La workplace strategy: fondamentale per le imprese e andare oltre lo smart working

Villani (JLL): le aziende devono ripensare gli spazi e le modalità, andando oltre il remote working

Il coronavirus ha posto l'attenzione sullo smartworking e sulle modalità di lavoro in un ufficio moderno, in un'azienda moderna. Abbiamo incontrato Luca Villani, Head of corporate solution di JLL, per comprendere come il mercato sta cambiando, come il luogo di lavoro e la cura delle persone sta diventando centrale.

Smartworking e uffici: come si sta evolvendo il mercato?

Partirei dalla workplace strategy. Ci sono state molte definizioni sul concetto di workplace strategy e ne sentiamo molte in giro, io ne preferisco una una semplice: spostare la definizione dell'ufficio che contiene uno spazio di lavoro al fatto che l'ufficio diventa uno strumento di lavoro. Questo ci porta a fare una considerazione di natura diversa e a pensare a quando parliamo di smartworking, che è un'applicazione o meglio una best practice all'interno del workplace strategy: non è altro che portare le persone a trovare un equilibrio tra quelle che sono le loro esigenze lavorative e quelle che sono le loro esigenze professionali.

Si tratta di una filosofia, un pensiero.



Sì. Molto spesso si parla di agile working o di remote working, ma in realtà lo smart working è una filosofia. Significa spostare l'attenzione
dal lavorare per "sistemi tradizionali" a lavorare "per obiettivi".
C'è anche un cambiamento culturale di riferimento importante.

Ma le aziende cosa ottengono?

La maggior parte delle aziende che ha fatto investimenti in termini di tecnologia, maggiore sinergia tra le diverse business unit, outsourcing - che sono tutti elementi che hanno a che vedere con sistemi di spazi più inclusivi con il real estate, anzi con un approccio diverso reale estate -, hanno registrato anche degli incrementi in termini di profitto. Nella realtà, quello che noi oggi registriamo è che un cambio culturale che porta a lavorare con delle modalità più moderne e quindi a lavorare in maniera "agile" e aumentare quello che è il benessere dei dipendenti li porta a essere più produttivi e più creativi. Proprio la creatività richiede anche degli spazi di natura diversa perché non si creano gli spazi a cui siamo stati abituati nel passato, ma ripensati integralmente e il workplace diventa una parte strategica delle esigenze delle aziende.



Un approccio anche di design.

Assolutamente. L'applicazione nel concreto avviene nel trasformare una parte del modo in cui si lavora, lo smartworking, ma anche nello
spazio fisico. Entrano negli uffici le nuove tendenze di design creano degli spazi che sono inclusivi.

Attenzione alle persone e al lavoro che svolgono.

Ci sono fenomeni che oggi ovviamente incidono sulla modalità con cui lavoriamo e quindi anche sullo smartworking. Se pensiamo all'allungamento della vita lavorativa, questo fa sì che ad oggi ci sia una coesistenza generazionale molto più spiccata rispetto al passato, con esigenze diverse, con modalità diverse di engagement e anche di attrazione dei talenti.

I talenti sono attratti dallo smartworking?

Lo smartworking è una di quelle modalità che consente di attirare talenti perché sposta l'attenzione proprio sul fatto la persona sia più portata alla gestione diretta di se stessa, diventi più autonoma e anche abbia la percezione di avere un maggiore impatto sulla sua vita lavorativa, sul business e sull'azienda in cui opera.


Si tratta di un insieme di elementi.

Come fate a trasformare una filosofia in qualcosa di misurabile?

Applicare lo smartworking vuol dire andare ad analizzare un'azienda, comprendere tutte le funzioni che sono presenti, la modalità con cui utilizzano gli spazi. Per fare questo usiamo degli strumenti di rilevamento per capire effettivamente come sono utilizzati gli spazi, per poi trasformare quella che è una lettura funzionale del business e quella che è una lettura metrica di come sono utilizzati gli spazi, per andare a ridisegnare gli spazi e andare anche a disegnare all'interno di questi spazi le nuove modalità di lavoro in ufficio. Si va oltre, si creano nuove modalità di accesso al lavoro.

Smartworking non è solo remote working.

Uno dei fenomeni che si è visto oltreoceano e che se lo smartworking viene interpretato anche come remote working porta i dipendenti ad essere lontani dal loro posto di lavoro. Riuscire anche a creare un environment che sia attrattivo, comunicativo e consente di lavorare in maniera flessibile, riporta al centro l'ufficio e agevola quello che è la capacità dell'ufficio di attrarre i dipendenti.




Quindi, abbiamo strumenti che ci permettono di fare qualsiasi cosa nei modi più svariati, ma voi siete fortemente ancorati al real estate.

Assolutamente ancorati al real estate, ma oggi è un real estate molto diverso da quello che immaginavamo in passato, e sarà così anche nel futuro. Faccio qualche esempio. Oggi si spazia si parla moltissimo di spazio informale. Trasformarlo in un qualcosa di tangibile e adeguato a quelle che sono le diverse funzioni che devono utilizzare quello spazio, non prevede un'unica versione unica per tutte quante le aziende. L'innovazione tecnologica oggi diventa preponderante nel disegno e nella definizione di uno spazio fisico.
Quasi tutti quanti, nella nostra vita privata o una buona parte della popolazione ormai è affascinata dal fatto di avere vari voice assistant sui nostri device, che sia il cellulare piuttosto che sia Alexa in casa. Un domani, ci aspettiamo che questo fenomeno si trasporti anche nel mondo dell'ufficio, una facilità e una gestione, per esempio, delle prenotazioni delle sale riunioni o dei propri spazi o per accedere casomai a dei file.


L'innovazione tecnologica diventa una parte importante dello spazio fisico e reale, ed è un dato di fatto che evidentemente lo spazio fisico resta preponderante, ma cambia nella sua natura perché diventa uno strumento reale.
Ma quando arriva da voi una tipica azienda italiana, che lavora nel terziario, cosa vi chiede?

Le aziende italiane non si comportano in maniera diversa dalle aziende di matrice straniera. L'italia culturalmente è molto curiosa, molto aperta e soprattutto attenta a quello che sono i benefici. Abbiamo fatto uno studio come JLL, "Future work", dove si legge che le aziende che hanno investito nel real estate hanno migliorato i loro profitti dal 19 al 31 per cento, quando le aziende che hanno investito meno si sono attestate intorno al 19 per cento e quelle che hanno investito di più al 31. Qualunque azienda, che sia italiana o meno, è attenta al risultato economico, quindi l'immediatezza del fatto che investire sui propri dipendenti e investire sugli spazi, oltre a investire su nuove
forme di tecnologia, porta un risultato al business
, è un fattore comune e attrattivo per qualunque azienda, in qualunque territorio.



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