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08/01/2020

idee

Gallup International: Italia pessimista per l'anno che verrà

Il Sondaggio Mondiale di Gallup rivela che il 37% della popolazione del pianeta prevede un 2020 migliore, mentre 1 su 4 fa una previsione pessimistica per il prossimo anno

Spesso una indagine sulle aspettative su come andrà l'anno successivo rappresenta la fotografia non solo di un singolo Pese ma di una intera regione. E' chiaro che in aree in cui la situazione geopolitica sia instabile - addirittura con scenari di guerra - si vive una situazione di preoccupazione (ma di speranza), ma la medesima situazione la si riscontra anche dove le problematiche economiche e legate al lavoro sono preponderanti. Un futuro più roseo lo vedono Paesi con una crescita e buone prospettive.
Così il sondaggio Mondiale di Gallup International di fine anno - di cui BVA-Doxa è il partner per l'Italia - rivela che le popolazioni del Medio Oriente sono prevalentemente pessimiste (52%), mentre in India e nei paesi dell'Asia Occidentale (Afghanistan, Azerbaijan, Kazakhstan, Pakistan, Turchia) prevalgono previsioni ottimistiche per il nuovo anno.
L'Europa occidentale è l'area più pessimista dopo il Medio Oriente e i Paesi non appartenenti all'Unione Europea sono due volte più ottimisti dei Paesi europei occidentali. Questo dato fa riflettere sulle dinamiche future della UE, che ormai mostra evidenti crepe.


Gli Americani sono significativamente più fiduciosi dei Russi.
A livello di singoli Paesi, quelli più ottimisti (ossia quelli in cui gli intervistati che fanno previsioni positive per il nuovo anno prevalgono in misura maggiore rispetto a chi fa previsioni negative) sono: Nigeria (73%), Perù ed Albania (70%), Kazakhstan (67%) ed Armenia (62%). Tra i Paesi pessimisti invece, troviamo al primo posto il Libano (76%), Hong Kong (68%), Giordania (60%) e purtroppo anche l'Italia (59%).
I dati su previsioni e aspettative appaiono fortemente correlati all'età ed al livello d'istruzione: gli intervistati d'età inferiore ai 35 anni e con titoli di studio più elevati risultano significativamente più ottimisti. La religione sembra invece non essere un fattore così discriminante, con un'eccezione però: gli Induisti sono di gran lunga più ottimisti.
Da molti anni Gallup International misura a livello mondiale anche le percezioni relative alla felicità personale. Nei sondaggi degli ultimissimi anni circa la metà della popolazione mondiale aveva dichiarato di sentirsi molto o abbastanza felice e i risultati di quest'anno sostanzialmente confermano questo quadro.


Nella "top five" dei Paesi più felici in base al global Global Happiness Index (dato dalla differenza tra felici e infelici) troviamo la Colombia (dove i felici superano gli infelici di ben 88 punti), l'Indonesia (86), l'Ecuador (85) e il Kazakhstan (83), seguiti dalla Nigeria e le Filippine (78).
I Paesi meno felici sono la Giordania (dove gli infelici superano i felici di 38 punti), il Libano (-15), la Siria (-7), seguiti da Hong Kong e Iraq, con un saldo comunque positivo (+5).
L'Italia si trova circa a 2/3 della classifica, ossia al 31° posto con 42 punti, risultato di 48% di felici (solo 2% molto felici, 46% abbastanza) meno 6% di infelici. C'è quindi una porzione molto ampia (45%) di nostri concittadini che si schierano al centro della scala, dichiarandosi nè felici nè infelici.
Per fortuna giovani e giovanissimi sono molto più felici della propria vita rispetto agli individui d'età più avanzata: in particolare i felici sono 3 su 4 (76%) tra i 15 e i 17 anni, 2 su 3 (65%) nella fascia 18-34 anni e 6 su 10 (59%) nella fascia 35-44.


La porzione dei felici si attesta poi al 45% tra i 45 e i 64 anni, per scendere inevitabilmente (29%) nella fascia over 64.


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