Un'esperienza, quella di azienda specializzata nel trasporto passeggeri su gomma, che - sperando di non peccare di presunzione - può testimoniare quanto scelte e atteggiamenti diversi possano determinare destini altrettanto differenti.
Una precisazione è d'obbligo: il mercato in cui la mia azienda opera ha subito in Italia trasformazioni veloci e profondissime.
Nel 2013, con l'abolizione delle concessioni statali, il settore è stato drasticamente liberalizzato.
E poco tempo dopo è arrivata una concorrenza straniera ricca, di grandi dimensioni, molto aggressiva e con un modello di business che ha messo in crisi i numerosi operatori locali.
Inoltre, è cambiato l'atteggiamento dell'utenza che ha aumentato la propria attenzione al risparmio ma, allo stesso tempo, ha innalzato le proprie aspettative nei confronti del servizio.
A tutto ciò si è aggiunto l'impatto crescente delle tecnologie che consentono ai viaggiatori di disporre sempre più velocemente e agevolmente delle informazioni utili a mettere a confronto diversi mezzi di trasporto alternativi e, per ogni loro tipologia, operatori differenti.
Di fronte a tale rivoluzione, molti hanno reagito invocando misure protezionistiche, arroccandosi su modelli di business un tempo di successo ma ormai anacronistici, o addirittura mettendo in vendita l'azienda stessa prima ...della fine del mondo!
In situazioni di totale incertezza, occorre invece un atteggiamento - a mio modo di vedere - ben diverso e apparentemente controcorrente.
Rispetto a minacce esterne (che siano, ad esempio, un nuovo concorrente, un mutamento del comportamento d'acquisto dei clienti o un cambiamento del quadro normativo in cui si opera), il primo passo è "guardarsi dentro" per individuare i propri punti forza e utilizzarli come leve per accrescere la propria competitività o generarne di nuovi.
Scontato? In un certo senso sì, ma forse solo teoricamente.
Perché, nella pratica, è un approccio molto meno frequente di quanto si pensi.
Paradossalmente, così come accade quando il mercato accelera vertiginosamente, anche quando questo rallenta pericolosamente occorre intensificare gli allenamenti per correre più di prima e degli altri evitando di essere trascinati in fondo alla competizione, stando quantomeno al passo di chi mantiene il ritmo e puntando comunque a conquistare la leadership della gara.
Come fare, al di fuori della metafora sportiva?
In base alla mia esperienza, si deve innanzitutto puntare sulla qualità e sul miglioramento continuo dell'offerta.
Perché è l'unico modo per differenziarsi sul mercato ed evitare di livellarsi verso il basso, lasciandosi come unico terreno d'azione la battaglia sui prezzi e privandosi così di prospettive che non siano solo a breve termine.
Bisogna poi portare l'innovazione in ogni comparto aziendale: non solo nell'ambito di mezzi, risorse e strutture funzionali all'erogazione di servizi o alla produzione di beni, ma anche in quello dei processi organizzativi interni e di vendita.
Inoltre è importante avere il coraggio di uscire dalla "comfort zone" spesso rappresentata dai confini tradizionali della propria azienda, ad esempio sviluppando partnership industriali e commerciali strategiche con altri operatori che abbiano visione, valori e obiettivi simili o complementari e che consentano di affrontare con maggior forza le sfide di un mercato, non solo italiano, sempre più dinamico e complesso.
Così come è fondamentale investire sul proprio brand per rafforzare l'identità dell'azienda e indurre sentimenti di fiducia e fedeltà nei clienti, dando vita a politiche di marketing e comunicazione che creino consapevolezza sulla disponibilità di soluzioni adeguate ai loro bisogni e in linea con le loro aspettative.
E, ultimo ma non ultimo, occorre coltivare i talenti in azienda, offrendo una formazione continua per valorizzare le professionalità migliori.
Tutte queste sono scelte che ogni azienda dovrebbe compiere sempre.
E che in momenti di incertezza diventano addirittura inderogabili per non farsi trascinare in eventuali crisi.
Come dicevo, è quello che abbiamo fatto in MarinoBus per fronteggiare la rivoluzione del mercato e l'ingresso prepotente di nuovi operatori dall'estero.
Quando è arrivato in Italia il big del low cost internazionale, innegabilmente abbiamo avvertito il colpo.
Ma subito dopo abbiamo intuito che la concorrenza straniera, grazie a ingenti investimenti pubblicitari, avrebbe anche convinto tanti italiani a scegliere gli spostamenti in bus che prima magari snobbavano.
E così abbiamo trasformato una minaccia concreta addirittura in un ulteriore volano della nostra crescita.
Per ogni azienda, la propria storia rappresenta un valore prezioso da non disperdere in alcun modo.
Ma non deve mai diventare un impedimento alla capacità di rinnovarsi.
Gerardo Marino, Amministratore Unico di MarinoBus
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