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27/11/2019

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Senegal: un'economia in costante crescita e aperta agli affari

Avv. Rossi (EXP Legal): uno tra i Paesi più interessanti dell'Africa sub-sahariana su cui il Made in Italy può puntare, con le dovute cautele, non solo in termini di export ma anche considerando investimenti diretti

Il Senegal rappresenta una delle economie africane che è cresciuta più rapidamente negli ultimi anni, anche grazie a riforme puntuali che hanno consentito una decisa apertura del Paese nei confronti degli investitori internazionali.

Le opportunità per il Made in Italy

In questo contesto, il Made in Italy può trovare ampi spazi di sviluppo, sia in termini di crescita dell'export che nell'ambito di operazioni di investimento più ambiziose.
I rapporti bilaterali tra Italia e Senegal sono tradizionalmente eccellenti e in fase di ulteriore sviluppo e consolidamento, sul piano politico, economico e della cooperazione allo sviluppo. Ciò anche in virtù della presenza in Italia di una delle maggiori comunità senegalesi in Europa.
I dati confermano quanto appena espresso: il 2018 è stato un anno molto positivo per l'export italiano in Senegal, cresciuto (stando ai rilevamenti di SACE) del 15,7% rispetto al 2017.
Le nostre vendite si sono concentrate per lo più nei settori dell'industria estrattiva (24%), meccanica strumentale (18%), altri consumi (11%), prodotti in legno (8%), tessile & abbigliamento (7%), metalli (7%), altro (26) - dati SACE.


Considerando, invece, gli investimenti diretti, i dati elaborati dalle istituzioni italiane individuano come particolarmente interessanti i settori dei servizi, agricoltura, pesca e silvicoltura, costruzioni, articoli in gomma e materie plastiche e, a conferma di quanto su menzionato, i prodotti delle miniere e delle cave.
Estremamente interessante, sempre per le imprese italiane, è il settore dell'energia, soprattutto perché questo comparto costituisce uno dei pilastri su cui il Senegal intende costruire il proprio sviluppo in termini economici ma anche di maggiore coesione sociale.
Il piano di mix energetico ha aumentato la produzione e abbassato il prezzo dell'elettricità del 10%.
Secondo fonti governative, l'accesso all'elettricità è attualmente più alto in ambito urbano e del 31,5% in quello rurale; l'85% della capacità elettrica è generata attraverso idrocarburi.
Le recenti scoperte di petrolio e gas, poi, hanno cambiato radicalmente il volto del settore energetico in Senegal. I due depositi petroliferi SNE e FAN portare il Senegal ad una produzione di circa 65.

000 barili di petrolio al giorno (ciò corrisponderebbe a più dell'attuale produzione giornaliera del Camerun, che è il dodicesimo produttore in Africa di petrolio).
Inoltre, sono state realizzate scoperte di gas, in quello che secondo alcuni potrebbe essere il più grande giacimento di gas nell'Africa occidentale. È previsto che la prima produzione di gas inizi nel 2021, mentre la prima produzione di petrolio potrebbe aver luogo tra il 2021 e il 2023.
Grazie a queste nuove scoperte, il Paese potrebbe trasformarsi in una nuova potenza energetica del continente.
Tutto questo, però, senza dimenticare i passi che il Paese sta compiendo nel settore delle rinnovabili. Sul punto, infatti, il Senegal ha adottato una strategia che prevede entro il 2035 la piena implementazione di un piano integrato energetico che consenta la produzione di elettricità da carbone, gas, fonti idriche, solari ed eoliche.

Un'economia in crescita e sempre più business friendly

Da un punto di vista macroeconomico, negli ultimi anni lo sviluppo del Senegal si è poggiato soprattutto sull'agricoltura e sui settori a essa collegati, sull'industria mineraria e sulle costruzioni.


In termini percentuali, la crescita del PIL si è assestata intorno al 7% sia nel 2017 che nel 2018 e le previsioni delle principali istituzioni finanziarie internazionali confermano questo trend anche per il 2019 e il 2020.
Per quanto concerne la composizione del PIL, nel dettaglio, emerge una forte predominanza del settore dei Servizi. Tendenzialmente questo riflette il peso soprattutto del commercio (circa 20%), delle telecomunicazioni, (10%) dei servizi finanziari (3%) e dei servizi governativi (10%).
L'economia senegalese, invece, dal punto di vista della bilancia commerciale, vede come principali destinazioni del proprio export il Mali, la Svizzera, l'India, la Costa d'Avorio e la Guinea. L'Italia, invece, occupa la decima posizione. Per quanto concerne le importazioni, invece, il Senegal acquista prevalentemente dalla Francia (12%) e dalla Cina (11%), da Nigeria (8,6%) e Olanda, India, Belgio circa il 6% ciascuno. Seguono Turchia, Spagna, Russia, USA con percentuali tra il 2 e il 4. L'Italia non è tra i primi 10.



Nel 2018, le importazioni di merci in Senegal sono cresciute del 19,9% rispetto al 2017. La domanda è particolarmente alta nei settori dei combustibili, cereali, macchinari, veicoli, elettronica, ferro e acciaio, farmaceutica e materie plastiche.
Tornando per un attimo alla questione delle riforme, che hanno contribuito allo sviluppo dell'economica senegalese, va sottolineato che la costante crescita economica del Paese deriva anche dalla stabilità politica che coincide con il lavoro svolto, fino ad oggi, dal Presidente Sall.
In particolare, l'adozione del Plan Sénégal Emergent (Piano Senegal Emergente) si è rivelato strategico in termini di miglioramento del clima degli affari. Nel settore agricolo, ad esempio, le riforme si sono concentrate sulla semplificazione delle procedure fiscali e sulla sospensione o l'esenzione di alcune imposte.
A confermare i passi in avanti compiuti dall'economica senegalese è stata, poi, anche la Banca Mondiale. Seppur il Senegal occupi ancora il 123° posto nel rapporto Doing Business 2020, è stato sottolineato dalla Banca proprio il costante progresso che il Paese sta conoscendo negli ultimi anni nel facilitare il clima degli affari.



Sempre in tema di riforme, v'è da sottolineare anche l'introduzione del Codice degli Investimenti e l'EFE (Entreprise Franche d'Exportation) varati nel 2004, con cui il governo ha istituito anche la Dakar Commercial Court.
Le principali novità introdotte dal Codice (Legge n. 2004-06 del 6 febbraio 2004) sono costituite da:
1. agevolazioni fiscali e doganali per gli investitori;
2. riconoscimento del principio di parità di trattamento tra operatori stranieri e senegalesi;
3. riconoscimento della piena libertà di trasferimento dei capitali e dei profitti derivanti dall'investimento con i limiti previsti dalla normativa valutaria;
4. ampia discrezionalità in capo all'investitore quanto alla gestione dell'impresa;
5. riconoscimento della possibilità di costituire imprese detenute al 100% da investitori stranieri.
In conclusione, il Senegal è senz'altro una delle economie più interessanti dell'Africa sub-sahariana su cui il Made in Italy può puntare - adottando tutte le dovute cautele - non solo in termini di export ma anche considerando investimenti diretti nei settori a più rapida crescita.




Avv. Stefano Rossi, Senior Associate EXP Legal


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