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02/10/2019

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Est Europa: le incertezze geopolitiche commerciali fanno crescere il rischio di credito

Mancini (Atradius): oltre 900 miliardi di dollari di scambi potrebbero subire le conseguenze negative delle tensioni commerciali mondiali, innescando un aumento di insoluti

Nel 2019, è atteso un calo del PIL in Est Europa al 2,6% dal 3,4% dello scorso anno. Si prevede che le tensioni commerciali a livello globale, le crescenti incertezze relative al conflitto commerciale tra Cina e Stati Uniti, insieme al rischio di un potenziale esito "senza accordo" della Brexit abbiano un impatto negativo su molte economie dell'Est Europa, innescando un incremento dei casi di insolvenza in media pari al 2%, un'inversione di tendenza rispetto al calo del 5% dello scorso anno.
Secondo quanto emerge dai risultati del "Barometro Atradius sui comportamenti di pagamento tra imprese a livello internazionale. Focus: Est Europa", le imprese fornitrici intervistate in Est Europa (Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia, Slovacchia, Turchia, Bulgaria e Romania) registrano una media del 24,4% di fatture emesse nei confronti di clienti italiani ed esteri non pagate alla scadenza. La percentuale più alta di crediti insoluti è registrata in Turchia (41,5%).
Come già evidenziato, l'attesa contrazione della crescita per l'Est Europa potrebbe determinare un peggioramento del rischio di credito commerciale nella regione.

Si attende un incremento delle insolvenze in Turchia (+10%), Polonia (+4%) e Romania (+3%). Il settore manifatturiero risulta il maggiormente esposto, a causa della sua forte integrazione all'interno della catena di fornitura a livello globale.
Le insolvenze ed i mancati pagamenti da parte dei clienti si ripercuotono negativamente sui livelli di liquidità delle aziende, implicando la necessità di compensare eventuali carenze di liquidità con ricorso al credito bancario per garantire la sopravvivenza dell'azienda. Nel caso di un eventuale inasprimento delle condizioni di accesso al credito bancario nel breve-medio termine, le aziende fornitrici intervistate in Est Europa compenserebbero gli attesi incrementi di costo del capitale riducendo gli investimenti nella crescita del business, operando riduzioni di personale e congelando le assunzioni di nuove risorse.
Secondo Massimo Mancini, Country Manager di Atradius Italia, "L'economia globale continua a rivelare le proprie fragilità, ed ora è in fase di notevole rallentamento. Nel quadro di tensioni geopolitiche e perduranti incertezze, cresce il rischio di una sempre maggiore debolezza del commercio globale.


Si attende che questo indebolisca la crescita economica di molte economie dell'Est Europa, comportando un aumento dei livelli di insolvenza nei prossimi mesi. Con queste premesse, è essenziale che le aziende intraprendano una gestione strategica del rischio di mancato pagamento da parte dei propri clienti, per evitare gravi problemi di liquidità e garantire al contempo una crescita del business sicura e sostenibile".


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