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24/07/2019

idee

La terza via taiwanese

Gala (Hermes IM): il Paese occupa una posizione potenzialmente chiave tra l'atteggiamento repressivo degli Stati Uniti contro Huawei e la rivalità con la Cina

Mentre le tensioni tra Stati Uniti e Cina continuano a preoccupare i mercati, l'economia taiwanese si è trovata a dover prendere, più di altre, alcune delicate decisioni. Questo perché il paese dipende fortemente dal commercio globale e gli Stati Uniti e la Cina sono i suoi due principali partner commerciali.
Vediamo delinearsi due scenari, ugualmente interessanti per questo Paese:
a) Un aumento della dipendenza degli Stati Uniti da Taiwan. Per evitare i dazi, le società statunitensi trasferiranno le proprie filiere produttive o la loro catena di approvvigionamento dalla Cina verso imprese con sede a Taiwan. Diversi produttori - come Accton, Advantech e Delta - dispongono già di strutture a Taiwan.
b) Analogamente, la Cina diventerà a propria volta sempre più dipendente da Taiwan poiché gli Stati Uniti impediscono ai Paesi dell'area cinese l'accesso a forniture tecnologiche essenziali. Alcune di queste tecnologie sono già disponibili a Taiwan. Per le imprese taiwanesi che esportano in Cina, c'è il rischio che Taiwan possa cedere alle pressioni politiche americane e vietare le esportazioni di alcune tecnologie.

Tuttavia, TMSC, il più importante produttore di chip per conto terzi a livello mondiale, ha inquadrato la vicenda come normale amministrazione e ha espresso la propria fiducia nel fatto che sia rispettato il regime di controllo delle esportazioni.
L'anno scorso, il governo taiwanese ha opportunisticamente avviato la campagna "Invest Taiwan" nel tentativo di attirare imprese nel Paese, in un contesto di crescenti tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina.

La caduta di Huawei: crisi o opportunità?

L'attacco dell'amministrazione Trump contro Huawei ha ulteriormente influenzato il panorama degli investimenti a Taiwan. Le aziende taiwanesi continuano a fornire componenti a Huawei. Per quanto le riguarda, si tratta di una situazione normale, che stanno però tenendo sotto osservazione.
Huawei rappresenta circa il 40% del mercato delle apparecchiature di telecomunicazione in Cina. Mentre ZTE subisce ancora le conseguenze del divieto di esportazione imposto e successivamente revocato nel 2018 dagli Stati Uniti, altri operatori locali come Fiber Home rimangono attivi. I concorrenti cinesi di Huawei - come i produttori di smartphone Oppo, Vivo e Xiaomi - non vedono l'ora di riconquistare le quote di mercato perdute, mentre Samsung, Ericsson e Nokia cercheranno di promuovere i propri interessi.

In questo senso, il lancio del 5G dovrebbe continuare indipendentemente dal fatto che Huawei sopravviva al blacklisting statunitense.
La maggior parte delle imprese taiwanesi ha una clientela diversificata e quindi non deve affrontare crisi esistenziali a causa del bando su Huawei. La maggior parte delle società è sicura di potersi rivolgere ai concorrenti di Huawei grazie alle relazioni di fornitura esistenti. L'unico rischio è che Huawei esaurisca le giacenze di magazzino prima di un aumento della domanda da parte di nuovi acquirenti.
Il fatturato di un grande numero di fornitori taiwanesi non dipende così fortemente dalla Cina e gli ingenti introiti derivano da operazioni all'estero, comprese quelle negli Stati Uniti e in Europa. Alcune aziende taiwanesi dispongono di tecnologie fondamentali e difficili da riprodurre, quali fotonica del silicio (Landmark), gold bumping e chip-on-film (Chipbond), logica avanzata dei nodi (TSMC) e tecnologia di commutazione (Accton). Per questo motivo queste aziende si trovano in una posizione di forza, dal momento che traggono vantaggio anche da fattori di lungo termine come il cloud computing, il 5G, l'intelligenza artificiale e il calcolo ad alte prestazioni.




Il ruolo della tecnologia taiwanese

In un clima di sfiducia causato dalla crisi Huawei, è inevitabile che il mercato taiwanese si trovi ad affrontare una condizione di volatilità nel breve termine. Tuttavia, analizzando una prospettiva a medio termine, le sfide che le aziende tecnologiche devono affrontare non sono insormontabili. Alcune società stanno scalando la catena del valore concentrandosi su soluzioni, piattaforme e applicazioni software piuttosto che sui soli componenti. In molti casi, la tecnologia taiwanese è unica e in altri casi qualitativamente equivalente a quella giapponese. In alcuni casi, può sostituire la tecnologia americana, come system-on-a-chip di Mediatek, che può essere utilizzato al posto di Qualcomm per applicazioni 4G e 5G. I cinesi hanno acquisito esperienza nei test di back-end e nella memoria, ma non dispongono di dispositivi a semiconduttori all'avanguardia e di capacità manifatturiere, rendendo Taiwan una cruciale fonte di approvvigionamento nell'attuale clima geopolitico.

Kunjal Gala, Global Emerging Markets Co-Portfolio Manager di Hermes Investment Management

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