Cosa cambierà nell'eCommerce con la Brexit
Rhode (Taxmen): in caso di no deal i flussi diventeranno più complicati da gestire logisticamente, in ambo le direzioni
Come noto, è verosimile che, a partire dal 31 ottobre 2019, il Regno Unito non farà più parte dell'Unione Europea.
Dopo le dimissioni di Theresa May, i due attuali contendenti al ruolo di primo ministro, Boris Johnson and Jeremy Hunt hanno prospettato l'opportunità di un'uscita dall'UE anche senza alcun accordo di natura commerciale e doganale a disciplinare tale separazione.
Se così sarà , i flussi eCommerce tra Regno Unito e Europa diventeranno più complicati da gestire logisticamente, in ambo le direzioni.

In particolare, per le vendite dall'UE verso il Regno Unito:
- le spedizioni eCommerce dall'Unione Europea verso il Regno Unito saranno generalmente soggette a dazi doganali e IVA all'importazione nel Regno Unito, considerando l'assenza di un accordo di libero scambio tra UE e UK (fino ad oggi superfluo, stante proprio la partecipazione del Regno Unito all'UE);
- non si applicheranno franchigie a fini IVA per i colli di modico valore;
- per determinare i dazi doganali applicabili in entrata nel Regno Unito, si considereranno i dazi applicabili per le MFN (Most Favoured Nations) della World Trade Organization;
- per le spedizioni fino ad un valore individuale di 135 sterline provenienti dall'UE, gli eCommerce europei identificati a fini IVA in UK potranno continuare a dichiarare e versare l'IVA periodicamente (non sappiamo ancora con quale frequenza) attraverso un apposito portale; ove fosse questo il caso, ci occuperemo noi attivare il vostro accesso al portale e di gestirlo; il portale non è ancora disponibile;
BusinessCommunity.it - Supplemento a G.C. e t. - Reg. Trib. Milano n. 431 del 19/7/97
Dir. Responsabile Gigi Beltrame - Dir. Editoriale Claudio Gandolfo