Per un italiano su due il lavoro influisce sulla vita privata
Magliuolo (ADP): i team HR e i business leader dovrebbero dare ai singoli l'autonomia di scegliere come organizzare il proprio bilanciamento vita-lavoro
Sempre più spesso si parla di work-life balance come di un tema cruciale per i lavoratori. Trovare il giusto equilibrio tra vita personale e lavoro è infatti importante, indipendentemente dal settore in cui si opera o dal livello gerarchico. Tuttavia, poiché con l'avvento delle nuove tecnologie i confini tra vita privata e lavoro stanno diventando sempre più sfumati, la necessità di separare nettamente le due sfere è cresciuta in modo significativo.
Secondo il nuovo studio ADP "People Unboxe", tre quarti dei dipendenti italiani (78%) desidera fortemente mantenere lavoro e vita privata ben separati. Lo studio, che ha preso in considerazione oltre 2000 lavoratori tra Francia, Germania, Italia, Olanda e Regno Unito, ha rilevato che in tutti i Paesi, quasi un terzo dei dipendenti non sente di avere un buon bilanciamento fra vita e lavoro nel ruolo ricoperto attualmente.
Tuttavia, anche quando i dipendenti hanno la capacità di separare nettamente i due ambiti, le due sfere possono continuare ad avere un impatto significativo l'una sull'altra:
- il 56% degli italiani sostiene che la propria vita privata influisce sulle prestazioni lavorative (no per il 17%);
- il 46% sostiene che una brutta giornata al lavoro influisce sulla propria vita privata (no per il 25%).
Alla domanda "cosa pensi che possa impattare positivamente sul tuo benessere mentale e psicologico in tema lavoro?" il 43% degli italiani ha risposto il lavoro flessibile, ma con attenzione ancora una volta alla separazione delle due sfere.
"Con l'aumento del lavoro flessibile e l'uso diffuso delle tecnologie come supporto sul posto di lavoro, le società rischiano di incoraggiare una cultura del lavoro ?sempre attivo', - dichiara Virginia Magliulo, General Manager Adp Italia - e questo potrebbe persino avere un impatto negativo sulla produttività. I team HR e i business leader dovrebbero dare ai singoli l'autonomia di scegliere come organizzare il proprio bilanciamento vita-lavoro. Le persone che desiderano unire lavoro e vita privata devono avere la possibilità di farlo. Analogamente, tale diritto deve essere riconosciuto anche a coloro che vogliono mantenere le due sfere ben distinte. È la libertà di scelta l'elemento fondamentale per garantire il coinvolgimento dei dipendenti a qualsiasi livello".
E in Europa?
Analizzando i dati della ricerca nella loro totalità, emerge che le donne tendono a trovare un bilanciamento migliore fra lavoro e vita, il 62% lo ritiene un aspetto fondamentale del proprio lavoro ideale, mentre solo il 52% degli uomini è d'accordo.
Anche a livello Europa, tre quarti (75%) dei dipendenti desidera attivamente mantenere lavoro e vita privata ben separati. Questo dato potrebbe sorprendere coloro che hanno sostenuto l'abilitazione dei dipendenti attraverso tecnologie che mantengono le persone costantemente connesse al proprio lavoro.
Nella generazione dei millennial, che è cresciuta con tecnologie che garantiscono una connettività "always-on", si riscontra sorprendentemente un chiaro desiderio di tracciare un confine netto tra vita e lavoro, con il 65% degli intervistati nella fascia 18-24 anni e il 71% nella fascia 24-29 anni che si trovano d'accordo sulla necessità di mantenere le due sfere ben separate.
È interessante notare che non è stata rilevata alcuna differenza significativa nelle risposte tra i Paesi in cui è stato somministrato il sondaggio. Nonostante le differenze tra culture lavorative, è stata rilevata una sostanziale uniformità di opinioni sulla necessità di tracciare un confine netto tra vita e lavoro.