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31/10/2018

idee

Perché le banche italiane devono consolidarsi

Razzoli (Equita SIM): redditività, costo delle implementazioni delle nuove regolamentazioni, la sfida con le Fintech, sono alcuni dei fattori che dovrebbero spingere in questa direzione

L'industria bancaria è matura ed è necessario consolidarsi per fare economia di scala e ridurre il costo per euro intermediato. E' l'opinione di Giovanni Razzoli, CFA Equity Research presso Equita Sim, intervistato in occasione del Banking Summit 2018, organizzato da The Innovatione Group.

Industria bancaria italiana: quali sfide di performance?

Le sfide che le banche hanno davanti nei prossimi tre anni sostanzialmente riguardano, in primis, il completamento del processo di riduzione delle sofferenze, portandolo in linea con la media europea. Siamo ancora ad un livello di più del doppio rispetto alle banche europee.
Il secondo riguarda il rimborso della liquidità, circa 190 miliardi di euro per le banche quotate, che ci è stata garantita negli ultimi anni dalla BCE.
L'ultimo tema riguarda il consolidamento: abbiamo un'industria in cui oggi i primi 10 operatori controllano soltanto il 46% del mercato. L'industria è matura ed è necessario consolidarsi per fare economia di scala e ridurre il costo per euro intermediato.


Se guardiamo industrie affini, realtà simili controllano il 60% del mercato. C'è quindi spazio per ridurre il numero di banche, aumentare l'efficienza e ridurre un po' anche la concorrenza. Ricordo che, dati BCE, l'Italia è il Paese in cui il tasso sui mutui e il tasso sui prestiti alle imprese sono più bassi rispetto alla media europea.

Qual è l'andamento delle banche italiane rispetto ai parametri di redditività e ricavi?

I ricavi hanno risentito in maniera pesante del collasso dell'Euribor, che è il prezzo della materia prima per le banche, e che oggi è negativo. Quindi il fatto che la redditività sul capitale delle banche sia attualmente intorno al 4% è già un successo, poiché sfido qualsiasi industria a trovare una redditività positiva nel momento in cui la materia prima viene regalata.
Di fronte le banche hanno ancora la sfida di ridurre l'esposizione in titoli di stato, quindi una redditività che deve risultare meno dipendente dall'andamento di questi ultimi e trovare una via alternativa rispetto al risparmio gestito. Cioè la crescita delle commissioni deve passare non solo attraverso la vendita di fondi ma anche di altri prodotti e servizi.



L'evoluzione della regolamentazione

Abbiamo visto fortunatamente che nel 2018 la regolamentazione dovrebbe aver toccato il suo picco. Da adesso per i prossimi 4-5 anni dovrebbe esserci l'implementazione delle norme che sono state definite. Secondo i nostri calcoli, le normative che entreranno in vigore nei prossimi anni - Basilea 4, alcune guidelines EBA, il calendar provisioning - costeranno alle banche quotate circa 17 miliardi di euro di capitale, che è un ulteriore incentivo a considerare il consolidamento come modalità per aumentare la redditività del capitale.

Come vede l'ingresso delle Fintech?

La differenza delle Fintech rispetto alle banche tradizionali sia nella modalità in cui il servizio viene erogato, poiché alla fine il prodotto è sempre lo stesso: il denaro, il suo trasferimento o il suo investimento. Le Fintech lo fanno in maniera molto più rapida, molto meno costosa e molto più efficiente, al di là del fatto che il prodotto è più o meno una commodity.
La sfida delle banche nei confronti delle Fintech è rivedere i processi e ridurre i loro costi.



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