USA-Cina: molto di più di un conflitto commerciale
Secondo il team di Raiffeisen CM, il problema è il continuo venir meno della prospettiva di una rapida soluzione del conflitto che rende sempre più insicuri i mercati
Le obbligazioni, le valute e i mercati azionari nella maggior parte dei Paesi emergenti si sono stabilizzati o leggermente ripresi a settembre. La situazione rimane comunque fondamentalmente tesa. Un dollaro forte, rendimenti USA in aumento, il profilarsi di un lungo conflitto tra gli USA e la Cina e una riduzione dell'offerta di liquidità globale continuano a pesare notevolmente su quasi tutti i mercati finanziari ed economie, in particolare però sui paesi emergenti. Il continuo rialzo dei prezzi del petrolio è naturalmente positivo per gli esportatori di petrolio dei mercati emergenti, ma relativamente negativo per i paesi che dipendono da elevate importazioni di petrolio. La congiuntura cinese, un fattore importante per molti paesi emergenti, è ancora solida nel complesso. Tuttavia, si manifestano segni crescenti di stress in alcuni comparti. Si prevede che Pechino adotterà misure fiscali selettive per controbilanciare. Ciò potrebbe fornire impulsi positivi anche per altri mercati emergenti, ma probabilmente solo in misura molto contenuta.

Stabilizzazione e ripresa a settembre
Il mese di settembre, sui mercati finanziari dei paesi emergenti, è stato caratterizzato da consolidamento, calma e tentativi - in generale piuttosto timidi - di ripresa. Questi ultimi si sono verificati soprattutto in Russia e nei paesi emergenti europei, nonché in America Latina. Un rialzo dei tassi d'interesse sorprendentemente forte in Turchia a metà settembre ha fermato per ora la svalutazione della lira e ha avuto un impatto positivo su tutti i mercati emergenti e sul sentiment degli investitori. Certo, questo non risolve naturalmente i problemi strutturali dell'economia turca.
USA vs. Cina: molto di più di un conflitto commerciale, ma niente panico
Il conflitto commerciale tra Stati Uniti e Cina rimane un tema dominante, dove "conflitto commerciale" in realtà è un termine troppo limitato. Gli operatori dei mercati finanziari sembrano sempre più rendersi conto che qui non si tratta solo della rinegoziazione di singoli termini commerciali ma, di fatto, di una grande e lunga lotta per il potere della superpotenza USA, che ha dominato finora, contro la superpotenza emergente cinese. Avevamo già sottolineato in precedenti Emerging Markets report che probabilmente per il presidente Trump si tratta di molto di più che di un paio di piccole vittorie simboliche. Il problema non sono quindi tanto i dazi punitivi già decisi e imposti da entrambe le parti, la cui portata nel complesso è ancora molto contenuta. Piuttosto, è il continuo venir meno della prospettiva di una rapida soluzione del conflitto che rende sempre più insicuri gli investitori, gli imprenditori e gli operatori del mercato finanziario.
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