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05/09/2018

economia

Immobiliare: un mercato positivo ma col freno tirato

Breglia (Scenari Immobiliari): sarebbe utile un segnale chiaro sulla direzione di marcia della politica economica in questo settore, che rappresenta quasi un quinto del Pil del Paese. Milano sempre in testa, Roma in rimonta

Il 2018 si conferma positivo per il mercato immobiliare italiano, anche se investitori e famiglie si sono mostrati più cauti nel primo semestre rispetto allo stesso periodo del 2017. L'incertezza su quali saranno le politiche fiscali e occupazionali del nuovo governo mette un freno al mercato, rallentato anche dalla carenza di prodotto di qualità, sia nel nuovo residenziale (sceso sotto il dieci per cento dell'offerta) che nel non residenziale, soprattutto nelle grandi città. Questi sono alcuni dei dati emersi nel corso della recente presentazione del 26° Forum di Scenari Immobiliari che si terrà a S. Margherita Ligure il 14 e 15 settembre.
Gli investitori esteri hanno ancora un sentiment positivo nei confronti dell'Italia e nel primo semestre hanno acquistato (per due terzi uffici e il resto commerciale) per quasi due miliardi di euro. È quasi la metà rispetto allo scorso anno. Gli investitori istituzionali italiani (fondi, assicurazioni) hanno comprato per poco più di un miliardo. La contrazione rispetto allo stesso periodo del 2017 è pari al 48,%. Ma, al momento, non è una "fuga" dall'Italia ma un calo fisiologico rispetto ad un anno straordinario come il 2017 e dovuto anche alla carenza di prodotto di qualità sul mercato.

Tra i fatti nuovi la maggiore attenzione verso Roma, con la ricerca di immobili di alto livello da trasformare in alberghi. È indubbio, però, che gli investitori esteri siano più cauti nella ricerca, soprattutto quelli di matrice extraeuropea, e sottolineano l'aumentato rischio politico.
Proprio a causa di queste incertezze i prezzi del settore terziario/uffici rimangono ancora in calo nel primo semestre del 2018, con lo 0,5% in meno rispetto a fine 2017. E le previsioni rimangono in campo negativo anche per la fine dell'anno con lo 0,3% in meno sul 2017. In calo anche i canoni di locazione, esclusi i business district.
Migliore la situazione del commerciale, specie per i negozi delle high street, che trainano un andamento in ascesa dei prezzi medi nominali. Nel primo semestre 2018 i prezzi della piccola distribuzione hanno raggiunto il primo risultato positivo dal 2007, con lo 0,2% in più sul secondo semestre 2017 e il consolidarsi di questa tendenza è atteso per la fine dell'anno con lo 0,5% in più. Di fatti, anche i consumi delle famiglie sono stimati in aumento dall'Istat negli ultimi mesi.
Anche se il mercato dei mutui ha registrato una battuta d'arresto nell'ultimo semestre, che si potrebbe definire come una normale manovra dopo un brillante 2017, il mercato residenziale sembra non conoscere crisi.

Le compravendite nel primo semestre hanno registrato 290mila transazioni, con un aumento dell'11,5% rispetto al primo semestre 2017, quando se ne contarono 260mila. Il dato lascia propendere per un risultato ancora più positivo per la fine dell'anno, per una stima intorno a 600mila compravendite, ovvero l'8,9% in più rispetto al 2017. Si ricorda però che le transazioni riguardano soprattutto lo stock esistente.
A dare una spinta alle transazioni è il persistente calo dei prezzi, che perdono ancora lo 0,2% nel primo semestre dell'anno in corso, facendo così spostare la previsione verso un dato positivo ancora di un anno. Milano si conferma leader in Italia sia nell'andamento dei prezzi che nelle compravendite, in ripresa il mercato della Capitale.
La previsione per il fatturato a fine 2018 (anche se ridimensionata rispetto a febbraio) rimane positiva a 125 miliardi di euro con un più 5,3% sullo scorso anno. Tutti i comparti di mercato hanno previsioni positive, dopo quasi dieci anni.
"Il comportamento del mercato immobiliare è sempre più simile a quello finanziario - ha commentato Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari - con le incertezze sulle politiche fiscali e in generale il silenzio nei confronti delle tematiche immobiliari che rallentano gli acquisti sia da parte degli investitori che delle famiglie.


Sarebbe utile un segnale chiaro sulla direzione di marcia della politica economica in questo settore, che rappresenta quasi un quinto del Pil del Paese".


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