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01/08/2018

economia

Mutui: ci attende un II semestre tranquillo

Cresto (Facile.it): le politiche diffuse fra le banche mirano ad offrire condizioni molto vantaggiose tanto ai clienti già acquisiti quanto a quelli che potrebbero diventarlo

Nel primo semestre del 2018 abbiamo vissuto un periodo molto particolare per il settore dei mutui. Secondo quanto emerso dall'analisi di oltre 40.000 richieste di finanziamento giunte sulle pagine dei nostri siti, se a giugno da un lato è aumentato l'importo richiesto dagli aspiranti mutuatari, dall'altro si è ridotto, rispetto all'anno precedente, il taglio dell'erogato medio.
Anche Crif certifica un aumento delle richiese di mutuo pari, secondo il loro osservatorio, al 3.6%. È importante notare anche come le surroghe stiano tornando a crescere e, nel primo semestre del 2018, abbiano guadagnato 3 punti percentuali rispetto all'anno precedente.
Ultimo elemento utile a definire il quadro è dato dai numeri comunicati in questi giorni da Istat che certificano, sia pur per il primo trimestre dell'anno in corso, un incremento del 4.4% su base annua delle transazioni immobiliari residenziali e, per quanto riguarda i mutui, una crescita dell'1.5% sul trimestre precedente. Tutti questi valori non possono che essere letti con estrema positività.
Dopo aver attraversato un più che comprensibile momento di dubbio ed incertezza generato dall'annuncio della fine del Quantitative easing da parte della BCE, gli italiani che sono alle prese con la richiesta o il pagamento di un mutuo sono oggi più tranquilli, non hanno abbandonato il progetto di comprare casa e, cosa ancora più importante, hanno un rapporto di fiducia con le banche che, dal loro lato, stanno facendo importanti cambiamenti ed investimenti.


Le politiche diffuse fra gli istituti di credito mirano ad offrire tanto ai clienti già acquisiti quanto a quelli che potrebbero diventarlo, condizioni molto vantaggiose sui mutui (ecco spiegato l'incremento delle surroghe).
I mutui per l'acquisto della casa, tanto quelli a tasso fisso quanto quelli indicizzati a tasso variabile, sono sempre più spesso un prodotto di "contatto" fra banca e cliente. La prima in qualche modo rinuncia a guadagni alti su questo finanziamento, e anzi spesso non vi guadagna affatto, perché sa che così conquisterà un cliente più fedele cui proporre, magari, anche altri prodotti.
È legittimo attendersi che il prossimo semestre, se nulla di particolare dovesse accadere, sarà un periodo di relativa tranquillità che, anzi, vedrà rientrare molte paure fino ad ora comprensibili. Non è certo dietro l'angolo, ad esempio, un rialzo importante dei tassi applicati ai mutui e il termine del quantitative easing non si tradurrà comunque in una perdita di liquidità per il mercato e, men che meno, in un danno per i consumatori.
Per comprendere meglio bisogna tenere in considerazione sia i valori di quella che viene definita inflazione "core", quella cioè calcolata al netto dei beni alimentari ed energetici che a maggio si è assestata all'1.


1%, sia che Mario Draghi ha più volte fatto intendere che se da un lato la Banca Centrale Europea non ha intenzione di investire in nuovi titoli, dall'altro vuole comunque continuare a mantenere in portafoglio e rinnovare alla loro scadenza quelli che già detiene.
Insomma, la liquidità non svanirà da un giorno all'altro, anzi. Tutto ciò premesso ci si può aspettare che le vantaggiose condizioni che caratterizzano i finanziamenti di mutuo sottoscritti di recente dureranno ancora per un periodo non indifferente, tanto che gli analisti sono concordi nel posticipare fino a giugno 2023, vale a dire tra ben 5 anni, il momento in cui l'Euribor, negativo da oltre 1.000 giorni, tornerà a superare l'1%.
Nel mentre banche e clienti avranno tempo per continuare a conoscersi e fidarsi reciprocamente gli uni degli altri.

Ivano Cresto, Responsabile Business Unit Mutui, Facile.it


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