La trasformazione del reddito fisso non finirà in fretta
Sanchez Balcazar (Pictet AM): il quantitative easing e i suoi effetti sui mercati del fixed income sono destinati a perdurare. La gran parte degli investitori ignora questo fattore. Otto consigli da tenere a mente
Il quantitative easing ha rivoluzionato il mondo del reddito fisso. Tuttavia, nonostante le banche centrali stiano cominciando a ritirare le loro politiche monetarie di emergenza, il QE non sparirà completamente. Per gli investitori, sarà quindi necessario adottare nuove regole.
Nel corso degli ultimi 10 anni di QE, gli investitori obbligazionari sono stati, sotto molti punti di vista, delle vere e proprie cavie. Hanno infatti partecipato a un enorme esperimento nell'ambito del quale le banche centrali hanno operato un'espansione dei bilanci per fornire liquidità al mercato, finendo per essere proprietarie di oltre il 20% delle obbligazioni globali in circolazione. L'aggiunta di regole più severe ha determinato un cambiamento nella struttura del sistema finanziario, che ha reso le banche una fonte di credito decisamente meno importante.

Nel 2007, i prestiti bancari rappresentavano il 61% degli strumenti di debito nelle società non finanziarie. Lo scorso anno, lo stesso dato era pari al 45%.
Ora, gli investitori si trovano a dover fare i conti con il QE. Ormai il quantitative easing, oltre ad essere uno strumento essenziale al servizio delle banche centrali che desiderano sostenere le economie in caso di scarsa efficacia dei tagli dei tassi, è diventato, grazie agli elevati livelli di debito pubblico (che toccano il 120% del PIL fra i Paesi del G-7), un'importante misura di sicurezza quando i mercati faticano ad assorbire nuove emissioni di obbligazioni.
E possiamo quindi enunciare la prima, nonché la più importante, delle 8 lezioni che ci aiuteranno a muoverci meglio nel nuovo mondo del QE: il QE durerà a lungo.
L'insegnamento successivo è che la legge dei rendimenti decrescenti rimane valida anche sotto il QE. Le prime misure di stimolo sono più efficaci di quelle successive, il che potrebbe rivelarsi preoccupante se la prossima crisi si dovesse ripresentare prima che le banche centrali abbiano avuto il tempo di rifornirsi di sufficienti scorte monetarie.
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