Il Change management come fattore abilitante di business
Di Prima (Avanade): è fortemente raccomandato laddove la trasformazione sia particolarmente critica. Per avere successo deve però avere il consenso diffuso da parte di tutte le persone coinvolte
La sfida della digitalizzazione, dell'industria 4.0 porta le aziende a ripensare alle proprie organizzazioni, spesso mettendo in discussione l'intero modello di business, o quantomeno il come raggiungere gli obiettivi. E il Change management è fondamentale in queste fasi. Ne abbiamo parlato con Luisa Di Prima, Digital Strategy & Change Management Lead di Avanade, in occasione del convegno sulla Robotic Process Automation (RPA), recentemente organizzato da IKN.

Change management: perché le aziende dovrebbero implementarlo? Quali sono i maggiori benefici? Va bene per tutte le aziende?
Cominciamo col dire che Change management (CM) è ultimamente un termine molto abusato. Non sempre è necessario attivare un processo di questo genere: dipende dal tipo di trasformazione e tendenzialmente è fortemente raccomandato laddove la trasformazione sia particolarmente critica - ovvero che abbia un'alta rilevanza per i business - e al contempo occorre che abbia un consenso diffuso da parte del target e delle persone appartenenti all'organizzazione, affinchè si possa raggiungere il reale successo dell'iniziativa.
Comunque, in generale, e soprattutto in ambito RPA, i benefici derivanti dall'attivazione di un processo di Change management sono legati al fatto di riuscire a velocizzare e massimizzare i risultati e i valori di business della trasformazione, intervenendo al contempo nel tentativo di minimizzare i rischi di insuccesso lavorando sulle persone, sui processi e anche sulla tecnologia, che essa va ad abilitare.
Come si struttura un piano di CM nella pratica?
Non abbiamo un approccio unico per tutti i tipi di cambiamenti di progetti e di trasformazioni. Nel senso che l'approccio e la strutturazione del piano può fortemente modificarsi in funzione sia del tipo di trasformazione, sia - soprattutto - in base al tipo di azienda e di realtà con cui abbiamo a che fare. Questo perché certi aspetti sono fortemente legati alla cultura e alla maturità organizzativa dell'azienda stessa, oltre che a delle specificità legate al settore.
In generale, si struttura in tre fasi. C'è sicuramente una fase strategica iniziale, dove si parte dalla raccolta degli obiettivi di business che hanno innescato la trasformazione. Successivamente, partendo da essi si cerca di declinarli in piani operativi di comunicazione, ingaggio e formazione sul target delle persone che saranno impattate dalla trasformazione, mandando a regime il cambiamento.
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