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13/06/2018

economia

Mercati Emergenti: crescita stabile senza accelerazioni

Wolf (Aberdeen Standard): il differenziale di crescita tra Mercati Emergenti e Paesi industrializzati tende ad essere inferiore a quella dei cicli precedenti

È un periodo difficile per i Mercati Emergenti (EM), con il dollaro statunitense in crescita che mette sotto pressione gli asset dei mercati emergenti e la situazione geopolitica che continua a creare incertezza. Il recente sell-off in Argentina è stato un campanello d'allarme scattato di fronte al rafforzamento del biglietto verde e dall'aumento della vulnerabilità in alcuni paesi. Comunque, i fondamentali restano solidi per l'aggregato dei Mercati Emergenti.
Tuttavia, la questione della traiettoria del dollaro e dei suoi effetti su tali mercati era già stata messa sul piatto. La debolezza del dollaro del 2017 ha contribuito alle performance positive degli asset investiti nelle aree emergenti, grazie anche a un contesto favorevole in termini di liquidità e rischio. Il consenso di mercato appariva favorevole alla view secondo cui la debolezza del dollaro sarebbe continuata considerato il peso del crescente disavanzo pubblico e di quello delle partite correnti.
Tuttavia, con i tassi statunitensi in salita e il persistere di divergenze politiche tra gli Stati Uniti e il resto del mondo, esisteva già la possibilità che rendimenti più elevati e gli effetti del rimpatrio dei capitali avrebbero spinto il dollaro verso l'alto.

Oltre all'andamento del dollaro, che ha un'importanza cruciale, l'andamento degli asset emergenti dipenderà anche da un altro fattore fondamentale legato alla capacità della crescita di essere in linea con le aspettative.
La maggior parte delle previsioni, tra cui quelle del FMI e delle banche d'investimento mondiali, prevedono che la crescita dei Mercati Emergenti continui ad aumentare e che il differenziale di crescita tra Mercati Emergenti e Sviluppati continui ad allargarsi. Si tratta di un aspetto cruciale per le attività dei Paesi Emergenti, in quanto la maggior parte delle ricerche dimostra che un fattore determinante dei flussi di capitali verso i Paesi emergenti è il differenziale di crescita rispetto ai mercati sviluppati. Con un dollaro più forte, rendimenti più elevati negli Stati Uniti e aumenti del prezzo del petrolio dovuti all'offerta che esercitano pressioni sulle attività dei mercati emergenti, lo scenario macro di queste aree sarà il fattore chiave per guardare avanti. Data la recente debolezza in tutta l'area EM e il forte sell-off nelle economie EM vulnerabili ai fattori esterni, la volatilità potrebbe essere aggravata da sorprese economiche negative.


A giudicare dai dati disponibili dei primi quattro mesi, oltre che secondo i nostri modelli Nowcast, la crescita dei mercati emergenti sembra essere stata sostanzialmente stabile nel primo trimestre rispetto al quarto trimestre del 2017, con una tendenza di leggero indebolimento in termini sequenziali. Una caratteristica notevole di questa ripresa è che il differenziale di crescita tra Mercati Emergenti e Paesi industrializzati (DM) tende ad essere inferiore a quella dei cicli precedenti. Nonostante un buon tasso di crescita su base annua, la crescita delle aree emergenti è rallentata in termini trimestrali (trimestre su trimestre) nel corso della seconda metà dello scorso anno.
Nel dettaglio, la ripresa di Brasile e Russia, che dovrebbero trainare la crescita complessiva, ha rallentato inaspettatamente (cfr. grafico 11). La debolezza sembra perdurare in Brasile, con la produzione industriale, le vendite al dettaglio e l'indicatore mensile del PIL che si sono attenuati nel primo trimestre. La Russia sembra migliorare rispetto alla tendenza del terzo e quarto trimestre del 2017, ma non come previsto. La produzione industriale, le vendite al dettaglio e le esportazioni sono migliorate rispetto all'andamento recente e l'indicatore mensile del PIL ha mostrato una ripresa della crescita nel primo trimestre.


Tuttavia, le sanzioni offuscano le prospettive. Anche se è improbabile che siano in grado di creare significative tensioni macroeconomiche, le sanzioni incideranno negativamente sulla fiducia delle imprese e ridurranno gli investimenti del settore privato.
Finora la crescita cinese si è mantenuta stabile nel 2018, a sorpresa con una tendenza al rialzo; l'allentamento delle politiche e un settore immobiliare residenziale sorprendentemente forte offrono la possibilità di continuare a battere il consensus. Inoltre, la ripresa indiana sembra sana e lascia intravedere un'ulteriore accelerazione. Siamo incoraggiati dalla relativa stabilità della crescita aggregata dei mercati emergenti, ma se il differenziale di crescita EM-DM si dovesse restringere ancora invece di aumentare, con il dollaro sempre più alto, ci potrebbe essere più volatilità negli asset investiti nei mercati emergenti.

Alex Wolf, Senior Emerging Markets Economist di Aberdeen Standard Investments


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