Mercati Emergenti: crescita stabile senza accelerazioni
Wolf (Aberdeen Standard): il differenziale di crescita tra Mercati Emergenti e Paesi industrializzati tende ad essere inferiore a quella dei cicli precedenti
È un periodo difficile per i Mercati Emergenti (EM), con il dollaro statunitense in crescita che mette sotto pressione gli asset dei mercati emergenti e la situazione geopolitica che continua a creare incertezza. Il recente sell-off in Argentina è stato un campanello d'allarme scattato di fronte al rafforzamento del biglietto verde e dall'aumento della vulnerabilità in alcuni paesi. Comunque, i fondamentali restano solidi per l'aggregato dei Mercati Emergenti.

Tuttavia, la questione della traiettoria del dollaro e dei suoi effetti su tali mercati era già stata messa sul piatto. La debolezza del dollaro del 2017 ha contribuito alle performance positive degli asset investiti nelle aree emergenti, grazie anche a un contesto favorevole in termini di liquidità e rischio. Il consenso di mercato appariva favorevole alla view secondo cui la debolezza del dollaro sarebbe continuata considerato il peso del crescente disavanzo pubblico e di quello delle partite correnti.
Tuttavia, con i tassi statunitensi in salita e il persistere di divergenze politiche tra gli Stati Uniti e il resto del mondo, esisteva già la possibilità che rendimenti più elevati e gli effetti del rimpatrio dei capitali avrebbero spinto il dollaro verso l'alto. Oltre all'andamento del dollaro, che ha un'importanza cruciale, l'andamento degli asset emergenti dipenderà anche da un altro fattore fondamentale legato alla capacità della crescita di essere in linea con le aspettative.

La maggior parte delle previsioni, tra cui quelle del FMI e delle banche d'investimento mondiali, prevedono che la crescita dei Mercati Emergenti continui ad aumentare e che il differenziale di crescita tra Mercati Emergenti e Sviluppati continui ad allargarsi. Si tratta di un aspetto cruciale per le attività dei Paesi Emergenti, in quanto la maggior parte delle ricerche dimostra che un fattore determinante dei flussi di capitali verso i Paesi emergenti è il differenziale di crescita rispetto ai mercati sviluppati. Con un dollaro più forte, rendimenti più elevati negli Stati Uniti e aumenti del prezzo del petrolio dovuti all'offerta che esercitano pressioni sulle attività dei mercati emergenti, lo scenario macro di queste aree sarà il fattore chiave per guardare avanti. Data la recente debolezza in tutta l'area EM e il forte sell-off nelle economie EM vulnerabili ai fattori esterni, la volatilità potrebbe essere aggravata da sorprese economiche negative.
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