eCommerce: l'Italia cresce ma non abbastanza
Liscia (Netcomm): aziende e istituzioni devono capire che l'online porta tre grandi opportunità, strategica di trasformazione dell'impresa, di investimenti in nuove tecnologie e di creazione di occupazione di qualità
L'eCommerce italiano mantiene le promesse e proseguirà la sua crescita anche nel 2018.
Le previsioni rivelano che la domanda eCommerce sarà trainata dai prodotti e in particolare da quei settori ormai definiti storici che crescono con un ritmo più vicino alla media: Informatica ed Elettronica (+18%) con 4,6 miliardi di euro, Abbigliamento (+21%) che passa da 2,4 miliardi nel 2017 a circa 3 miliardi nel 2018, l'Editoria (+25%) con 1 milione di euro.
I settori che da qualche anno vengono connotati come emergenti segnano, invece, performance superiori: Food & Grocery (+34%) che passa da 0,83 miliardi di euro del 2017 a 1,1 miliardi, Beauty (+29%) con quasi 430 milioni, Arredamento e home living (+44%) a quota 1,26 miliardi, Auto e Ricambi (+26%) che sfiorano i 610 milioni.

Lo sviluppo prosegue anche per quanto riguarda i Servizi, seppur a ritmi meno sostenuti: sia il settore Turismo e Trasporti (9,7 miliardi di euro) che quello delle Assicurazioni (oltre 1,3 miliardi di euro) crescono del 5%.
Un settore quindi che è in piena espansione.
Ne abbiamo parlato con Roberto Liscia, Presidente di Netcomm.
A che punto siamo con il mercato in Italia?
Il mercato cresce in maniera lineare ed omogenea con quello che è avvenuto negli anni passati. E' allineato con la crescita di tutti i Paesi del mondo dove sappiamo che l'eCommerce cresce di circa il 18%. Nel nostro Paese cresce del 15% e prevediamo un fatturato complessivo per l'Italia vicino ai 27 miliardi di euro.
Questo dato è significativo perché in realtà non solo crescono tutti i settori tradizionali - come il fashion o l'elettronica di consumo oppure l'entertainment e i libri - ma crescono i nuovi comparti, quelli che si sono affacciati recentemente, con tassi di crescita vicini al 50%.
Parliamo di cosmetica, arredamento, food.
In particolare, quest'ultimo è un settore che vedrà nei prossimi anni, proprio per il cambiamento delle abitudini delle famiglie e dei cittadini a livello planetario, una crescita importante rispetto ad altre realtà.
D'altronde il food delivery ha dimostrato una componente di servizio che nessuno si aspettava e che sta dimostrando una vitalità in tutti i Paesi del mondo, Cina inclusa.
Come si colloca l'Italia nel contesto internazionale?
Malgrado la crescita del 15%, è e resterà indietro. Sappiamo che in Italia poche attività e pochi prodotti vengono esportati in maniera digitale.
Quelle di maggior successo sono, naturalmente, le realtà dell'abbigliamento e del fashion.
Fatta 100 la torta dell'eCommerce europeo, l'Italia ha una fetta circa del 4%, quindi è molto sottorappresentata rispetto sia alla percentuale della popolazione sia del ruolo industriale che gioca il Paese.
Questo è dovuto a diversi fattori, soprattutto al fatto che ci sono poche imprese che vendono online: si parla di solo 50mila imprese che son preparate alla vendita diretta online e di qualche altra decina di migliaia di imprese che vendono tramite marketplace.
Ma se questo lo confrontiamo con quello che accade in Europa, dove ormai più di un milione e 200mila imprese vendono online, di cui 550mila in Germania e 200milan in Francia, questo ci dimostra come l'eCommerce delle imprese è di fatto molto arretrato rispetto a quello che dovrebbe essere.
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