L'Italia ha bisogno di Governance più che di un Governo
Zanardi: oltre al potere formale, l'Italia deve imparare a gestire i propri processi. La riscossa passa da un salto generazionale a piè pari e da un investimento fortissimo su cultura e formazione
Se da un lato il "Governo" è la costituzione formale e gerarchica del potere dello Stato, d'altro lato la Governance, termine mutuato dall'inglese, ne definisce secondo l'accezione attuale l'esercizio pratico, oculato e soprattutto efficace, teso al bene collettivo nel lungo termine. Purtroppo, accade spesso che ci si fermi alla forma. È un male italico antico che vede l'intero Paese infervorarsi per l'una o per l'altra parte politica, con gli stessi campioni popolari che manovrano e formano alleanze battagliando come leoni sulla costituzione formale di un governo, salvo poi dimenticarsi, una volta costituita la "forma", degli aspetti più pratici e terreni del governare. Lo stesso vale per tutte le forme di potere, istituzionale o civile, nelle aziende o nelle organizzazioni di ogni ordine e grado.

Poco conta il valore dei contendenti, se è il sistema-Paese ad essere disorganizzato
Se noi guardiamo a tutti i momenti di conflitto, di tensione e di difficoltà nella gestione delle discussioni e dei confronti tra le persone, ci rendiamo conto che sono la conseguenza di una mancanza di processi di governance efficaci. In questi casi, non è chiaro chi decida cosa, chi debba gestire la discussione e quali siano le competenze di ciascuno all'interno del proprio ruolo specifico. Questa poca chiarezza non solo porta al conflitto, ma anche, quelle poche volte che si riescono ad avere dei risultati, ad ulteriori risse per accaparrarsi i meriti di questi ultimi.
Ciò si verifica anche in presenza di personaggi di elevata statura, di contenuti di grande valore, e di ingenti risorse - ne abbiamo a iosa e non le stiamo utilizzando appieno - poiché non si riesce a portare a termine un'azione in maniera efficace.
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