Le aziende non sono pronte per il GDPR
Ferguson (Trend Micro): c'è ancora confusione su chi debba essere responsabile dell'implementazione del nuovo regolamento, su quali dati siano ritenuti sensibili e sulle sanzioni in caso di non conformità
Il Data Protection Regulation entrerà ufficialmente in vigore il 25 maggio 2018, ma le aziende sembrano non essere ancora pronte. Questo è il dato principale che emerge dall'ultima ricerca Trend Micro, leader globale nelle soluzioni di sicurezza informatica. Lo studio rivela come i manager e i responsabili aziendali, i cosiddetti C-level Executives, non si stiano approcciando alla nuova normativa con l'adeguata serietà.

Quanto ne sanno i manager sul GDPR?
La ricerca svela una robusta conoscenza dei principi del GDPR. Il 95% dei business leader sono consapevoli di doversi adeguare al regolamento, l'85% ha studiato i suoi requisiti e il 79% è convinto che i propri dati siano già protetti al meglio. Nonostante questa conoscenza percepita, c'è un po' di confusione su come debbano essere esattamente protetti i dati personali (PII - Personally Identifiable Information).
Il 64% del campione, ad esempio, non è a conoscenza che la data di nascita di un cliente è classificata come dato personale. Inoltre, il 42% non classificherebbe i database di email come dati sensibili, il 32% non lo farebbe con gli indirizzi di domicilio e il 21% con l'indirizzo e-mail personale. Questi risultati indicano che le aziende non sono in realtà così preparate o al sicuro come credono di essere. Al contrario, questi dati forniscono agli hacker tutto quello di cui hanno bisogno per commettere furti di identità e le aziende che non proteggono queste informazioni adeguatamente sono a rischio sanzione.
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