Blanqué e Mortier (Amundi AM): gli investitori farebbero bene a sfruttare il periodo di politiche monetarie prudenti per ruotare e ricalibrare i rischi nei loro portafogli
Crediamo che il 2018 segnerà la transizione da una fase di reflazione a pieno ritmo, direzionale e rialzista per gli attivi rischiosi (sia obbligazionari, sia azionari), a una fase matura del ciclo del mercato finanziario, con possibili conseguenze a lungo raggio per gli investitori. Conseguenze innanzitutto in termini di opportunità rimanenti sul mercato.
Se si considerano le valutazioni, ormai divenute generalmente onerose, e il tendenziale rialzo dei tassi d'interesse, riteniamo che queste opportunità saranno meno disponibili nell'universo direzionale e più frequenti operando scelte di tipo "relative value" a livello di Paesi, settori e/o singoli titoli, con su una rotazione in termini di mercati, temi e stili di investimento durante l'anno.
Nel confronto tra le varie asset class, ci pare che questa rotazione favorirà tendenzialmente le azioni a scapito delle obbligazioni. Sul mercato azionario, in Europa e Giappone e in taluni mercati emergenti selezionati (Paesi allo stadio iniziale del ciclo finanziario), lo stile value e i temi d'investimento indirizzano verso titoli indicizzati all'inflazione e società che potrebbero beneficiare del rialzo dei tassi d'interesse. Nel reddito fisso, appare indicato un approccio flessibile a duration, curve dei rendimenti e valute (per tenere conto delle diverse velocità di rientro dalla politica di allentamento monetario, più incalzante negli Stati Uniti rispetto a Eurozona e Giappone) e all'intero panorama del credito (liquido e illiquido). La prevista transizione sarà tutt'altro che lineare.
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