Fenomeno reshoring: le aziende tornano grazie all'effetto Made in Italy
Ambrogi (ALDAI-Federmanager): il costo di produzione resta ancora l'ostacolo principale, ma già oltre 120 aziende, tra il 2000 e il 2015, hanno riportato in Italia la produzione principalmente da Cina e Asia
Inversione di tendenza nelle industrie italiane: un numero crescente di aziende riporta in Italia la produzione e si inizia a parlare di "fenomeno reshoring".
Tra le principali motivazioni che sostengono il reshoring in Italia, prima fra tutti, è l'"Effetto Made in Italy", insieme a "Difesa dei brevetti", "Leggi chiare e norme", "Qualità del prodotto", "Capitale umano competente", "Flessibilità produttiva", "Defiscalizzazioni e incentivi pubblici", "Innovazione/Automazione" (3,56%) e in coda "Riduzione del gap nel costo del lavoro".

È il risultato di un questionario sul tema del reshoring proposto ai propri associati da ALDAI-Federmanager - la maggiore organizzazione territoriale del sistema Federmanager - e sviluppato in collaborazione con Fondazione Politecnico di Milano e Promos, Azienda Speciale della Camera di Commercio Metropolitana di Milano Monza Brianza Lodi per le attività internazionali.
Il campione del centinaio di manager che ha risposto è rappresentativo di una cinquantina di aziende (principalmente italiane) tra grandi (23), medie (20) e piccole dimensioni (8).
Dalle risposte del questionario inviato ai Soci ALDAI-Federmanager è emerso che le attività maggiormente rilocalizzate riguardano la produzione, il design e la Ricerca & Sviluppo.
Restano ancora meno sensibili al fenomeno reshoring i settori Commerciale e Distribuzione/Consegna.
Gli intervistati hanno identificato nel costo di produzione ancora troppo elevato (45%), l'ostacolo principale al ritorno della produzione manifatturiera in Italia e risultano particolarmente rilevanti i costi del lavoro e dell'energia.
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