Il Sogno Cinese del Presidente Xi non può iniziare prima del 2020
Yen Tan (T. Rowe Price): per mantenere le aspettative non c'è margine per lasciare che la crescita scenda sotto il 6,3% dal 6,8% attuale.
Con qualche incognita
La notizia principale emersa dal 19esimo Congresso del Partito Comunista cinese riguarda la decisione di approvare un emendamento per modificare la costituzione e celebrare Xi Jinping come uno dei leader più influenti di sempre.
Nel corso del suo discorso, il Presidente Xi ha colto l'occasione per spostare il focus della Cina dagli obiettivi di crescita annuali e adottare, a partire dal 2021, obiettivi economici più onnicomprensivi incentrati sulla "qualità della vita", come parte di un progetto di più ampio respiro denominato "Il Sogno Cinese".

Nella pratica, tuttavia, ciò significa che la Cina è ancora impegnata a raddoppiare il Pil e il reddito pro-capite entro il 2020, rispetto ai livelli del 2010, come da target stabiliti nel 2012.
Il rafforzamento del progetto "Sogno Cinese" non lascia spazio al Governo per discostarsi dagli obiettivi di crescita prima del 2020.
In altre parole, non c'è margine per lasciare che la crescita scenda sotto il 6,3% dal 6,8% attuale.
Complessivamente, la politica del Partito Comunista ha perseguito un inasprimento graduale nel corso degli ultimi 12 mesi, provocando un aumento dei tassi di interesse sui bond dei Governi locali.
Per il momento, però, la People's Bank of China dovrebbe mantenere i tassi su un livello ancorato a quello attuale, usando al contempo altri strumenti per ridurre l'indebitamento e mettendo pressione sul sistema finanziario in generale.

Il processo è già iniziato con l'inclusione di certificati di deposito negoziabili nel calcolo dei limiti delle passività interbancarie delle istituzioni finanziarie.
Mentre a ottobre l'inflazione cinese ha accelerato in linea con le attese, l'indice dei prezzi alla produzione è salito più del previsto, in quanto la campagna anti-inquinamento del Governo ha esercitato pressioni rialziste sui prezzi.
Le pressioni inflazionistiche non sono limitate alla Cina e, anzi, sono salite in modo generalizzato in Asia, sollevando dubbi sull'attrattività dei bond asiatici in valuta locale agli occhi degli investitori internazionali.
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