A questo approccio pragmatico che guarda alle grandi aziende e alla volontà di avere un percorso lavorativo stimolante, caratterizzato da formazione ed esperienza internazionale, i giovani laureati combinano la capacità di portare ai loro futuri datori di lavoro un potenziale salto in avanti in termini di competenze e mindset digitali.
"I giovani talenti, con la loro energia e le loro idee, rappresentano il principale motore del cambiamento e dell'innovazione, per questo sono fondamentali per le aziende", dichiara Stefano Trombetta, Managing Director, Accenture Strategy, Talent & Organization per Italia, Europa Centrale e Grecia.
"I nuovi laureati guardano ancora alle grandi aziende, ma hanno al contempo elevate aspettative nei loro confronti in termini di formazione e sviluppo personale, ben prima della laurea. Alle aziende che intendono essere attrattive per i talenti, si impone quindi la necessità di offrire opportunità di lavoro stimolanti e impostare esperienze di formazione e crescita personalizzate, rafforzando la collaborazione con le università e attivando modalità innovative e digitali per entrare in contatto con loro anche precedentemente al momento della laurea.
Accenture, con un ritmo di assunzioni medio di circa 1500 persone all'anno, è impegnata in iniziative tese a valorizzare il talento e a sviluppare skill allineati all'evoluzione tecnologica, indirizzate sia agli studenti universitari, sia ai nuovi assunti, offrendo loro opportunità di formazione continua e di sviluppo professionale in linea con le loro aspirazioni, in un contesto altamente innovativo".
I nuovi laureati in Italia dimostrano di essere flessibili: l'83% considera di accettare tirocinio non retribuito dopo la laurea in caso non sia disponibile un lavoro a pagamento e l'82% è disposto a trasferirsi per un'offerta di lavoro.
A questa flessibilità fa fronte però una elevata aspettativa nei confronti del futuro datore di lavoro: i nuovi laureati hanno grande ambizione e cercano un'esperienza professionale coinvolgente che sia in grado di valorizzare il loro percorso di studi.
La Gen Z che si affaccia al mondo del lavoro mostra anche di essere fedele: il 59% dei nuovi laureati dichiara infatti di voler rimanere con il loro primo datore di lavoro per 3 o più anni.
I nuovi laureati considerano anche la percezione pubblica delle aziende come discriminante nella decisione di lavorare per quel datore di lavoro. La Gen Z si aspetta inoltre flessibilità, uno stipendio adeguato e la possibilità di mettere a frutto le loro competenze, elemento in cima alle loro preoccupazioni.
Molti nuovi laureati del 2017 vedono infatti loro predecessori lamentare di fare un lavoro per cui non è richiesta la loro laurea (61% dei laureati 2015/2016 in Italia).
Una volta entrati nel mondo del lavoro, una grande maggioranza dei neolaureati in Italia (83%) avrà già completato uno stage o apprendistato, dimostrando di apprezzare la possibilità di applicare in modo pratico le proprie competenze e capacità, prima di intraprendere la carriera.
E' interessante notare che l'85% dei laureati recenti (2015/2016) ha trasformato questa esperienza formativa e temporanea in un lavoro.
Sul luogo di lavoro, i giovani laureati italiani sono positivi nei confronti dell'Intelligenza Artificiale (AI) e di altre tecnologie avanzate, perché ritengono che possano migliore la loro esperienza professionale (70% dei rispondenti).
Più di due terzi dei nuovi laureati in Italia dichiara di aver intrapreso corsi di formazione dedicati a digitale, alla programmazione e all'informatica più in generale e il 65% degli studenti italiani, ritiene di aver ricevuto una formazione adeguata per essere preparati a lavorare in modalità digitale.
Se i giovani laureati, nativi digitali, sono positivi nei confronti delle nuove tecnologie, allo stesso tempo ritengono che comunicazione (39%), problem solving (36%) e capacità organizzative (31%) siano le prime skill per essere attrattivi nei confronti dei datori di lavoro.
Importante è anche il valore della relazione umana: il 39% dei nuovi laureati dichiara di preferire le interazioni faccia a faccia con i colleghi, mentre gli strumenti di comunicazione web sono al secondo posto (18%).
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