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24/05/2017

economia

Cinque buone ragioni per puntare sull'azionario dell'India

Nossek (WisdomTree): forza lavoro in rapida crescita, forte crescita prevista, basso debito, economia sostenuta dai consumi, liberalizzazioni e riforme chiave

L'India si trova in un interessante crocevia storico, grazie a una leadership che sta attuando in maniera proattiva riforme difficili, mirate a una crescita a lungo termine. I due pilastri dell'economia indiana, ossia i consumi e la demografia favorevole, fanno registrare incoraggianti previsioni di crescita.
Crediamo che gli investitori interessati ai Mercati Emergenti che detengono una posizione di sovrappeso in titoli indiani, situati al crocevia tra ripresa e crescita, potranno beneficiare di una crescita a lungo termine.
Ecco qui di seguito cinque motivi per cui riteniamo l'India un'ottima opportunità di investimento.

1 - Forza lavoro in rapida crescita

Entro il 2050, si prevede che la forza lavoro indiana cresca dagli attuali 674 milioni a un livello di 940 milioni. Per mettere i dati in prospettiva, ricordiamo che la forza lavoro USA sarà di poco superiore a 200 milioni nel 2050, al tasso di crescita corrente, e che la Cina dovrà probabilmente fare i conti con un calo della forza lavoro. Questo potrebbe potenzialmente far aumentare il costo del lavoro in Cina - il che rappresenterebbe un deterrente per la sua competitività.



2 - Forte crescita prevista rispetto ad altri Mercati Emergenti

L'India è la sola grande economia accessibile che si prevede possa crescere quanto meno del 7% nel prossimo futuro. A differenza della Cina, di cui per molti anni gli economisti hanno detto che sarebbe dovuta passare da un modello legato alle esportazioni a un'economia più basata sui consumi domestici, l'India è da sempre sostenuta da robusti consumi interni.

3 - Basso debito come volano della crescita

A causa dei suoi livelli di indebitamento relativamente bassi, l'India può aumentare l'emissione di debito con facilità, accelerando in tal modo la crescita senza correre il rischio di un indebitamento eccessivo. Nel 2015 il credito interno al settore privato (come % del PIL) era pari al 52,6% per l'India, rispetto al 153,3% per la Cina. Ciò riflette anni di aumento del debito e di investimenti pilotati dallo Stato in Cina, che hanno portato alla creazione di un eccesso di capacità in diversi settori.

4 - Un'economia sostenuta dai consumi

Se confrontiamo la demografia favorevole dell'India con la spesa per i consumi, non sorprende che il rapporto di circa il 60% tra spesa per consumi e PIL è di gran lunga superiore al 39% della Cina.

Ciò indica la presenza di un modello economico fortemente influenzato dai consumi domestici, in grado di isolarsi maggiormente da condizioni avverse a livello globale.

5 - Liberalizzazione dell'economia e riforme chiave

Un altro elemento chiave della crescita economica dell'India è l'apertura graduale di diversi settori dell'economia agli investitori stranieri da parte del governo Modi. In ambiti quali i progetti di costruzione, le reti via cavo, l'agricoltura e le piantagioni (caffè, gomma e olio di palma, ecc.) e il trasporto via aria è adesso consentito avere il cento per cento di investimenti diretti esteri (IDE). Mentre in altri settori come quelli della difesa e dei servizi di trasmissione è stato consentito, per il momento, un aumento al 49% degli investimenti diretti esteri. Riteniamo che ciò offra agli investitori l'opportunità di investire in settori in precedenza non accessibili. Il governo Modi sta anche per attuare quella che potrebbe essere la più grande riforma fiscale di tutti i tempi, ovvero la "Goods and Services Tax" (imposta su merci e servizi o riforma GST).


Sotto questo regime impositivo, le imposte a livello statale e centrale sarebbero unificate per creare una struttura fiscale coerente in tutto il paese, trasformando l'intera nazione in un unico grande mercato. Numerose altre riforme chiave sull'aumento dei consumi, la spesa per infrastrutture, il recupero crediti per le banche, ecc., sono anch'esse in via di attuazione.

Viktor Nossek, Direttore della Ricerca di WisdomTree in Europa
 


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