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10/05/2017

economia

Facciamo un po' di chiarezza sul debito

Lawson (Standard Life Inv.): quando ci allontaniamo dai dati aggregati, ci sono sacche di calore che si insinuano in determinati settori ed economie. E benché l'indebitamento non sia aumentato, rimane comunque elevato in molti Paesi

Col senno di poi, basta solo un rapido sguardo alla dinamica del credito per capire che l'economia globale nel 2008 stava andando incontro a grossi problemi. Un ampio e sostenuto incremento dall'indebitamento nei mercati sviluppati aveva messo le basi per la grave crisi che ne seguì. Il tono nel corso dell'attuale ciclo è stato diverso.
Nel complesso, i mercati sviluppati hanno subito una correzione rispetto agli eccessi passati, con un calo dell'indebitamento delle imprese e delle famiglie, che più di recente si è stabilizzato. Il ciclo dei mercati emergenti è stato in qualche modo fuori sincrono.
I ben noti squilibri del credito in Cina continuano a crescere. Anche escludendo la Cina, le economie emergenti hanno aumentato il proprio indebitamento dalla crisi in poi, anche se la crescita del credito è calata negli ultimi anni. Nonostante ciò, vi sono alcuni segnali di un aumento diffuso degli squilibri finanziari nell'economia globale, analogamente a quanto si vide nella prima metà degli anni 2000. Sebbene le notizie di prima pagina sembrino favorevoli, ci sono un paio di caveat.


In primo luogo, quando ci allontaniamo dai dati aggregati, ci sono "sacche di calore" che si insinuano in determinati settori ed economie.
Negli Stati Uniti abbiamo rilevato un aumento dei prestiti sugli autoveicoli, mentre nel Regno Unito è il credito al consumo più ampio ad aver subito un'accelerazione. Tuttavia, i policymaker possono essere confortati dal fatto che queste esposizioni sono molto ridotte, rispetto agli eccessi del mercato immobiliare che hanno preceduto la crisi finanziaria.
A questo proposito, in alcune economie minori si rileva un aumento degli squilibri in questo settore più sistemico. Questo vale per l'Australia, la Nuova Zelanda, la Svezia, la Norvegia, la Corea e la Svizzera. In tutti questi Paesi abbiamo visto un dibattito attivo sulla possibile risposta della politica questa situazione.
In generale, il consensus sembra puntare sul fatto che la politica macroprudenziale costituisca la prima linea di difesa, permettendo alla politica monetaria di sostenere l'economia più ampia.


Tuttavia, c'è ancora il nervosismo circa l'efficacia di questo approccio politico.
Il secondo caveat è che benché l'indebitamento non sia aumentato, rimane comunque elevato in molte economie.
Gli alti livelli di indebitamento possono pesare sulla crescita a causa di investimenti e consumi inferiori; far aumentare il rischio e la gravità delle crisi future; e infine rendere l'economia più sensibile ai tassi di interesse in aumento.
Le banche centrali dovranno valutare con attenzione tutti questi problemi quando cercheranno di eliminare le politiche accomodanti nel corso dei prossimi anni.

Jeremy Lawson, Capo Economista, Standard Life Investments
 


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