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29/03/2017

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Imprese di servizi professionali: per il 70% positivo il clima di fiducia

Bellini (Asseprim): un comparto che guida l'innovazione e la propensione al cambiamento della nostra economia attraverso la continua valorizzazione del capitale umano e del costante aggiornamento delle competenze professionali

Aumenta il livello di fiducia con il quale le imprese che offrono servizi professionali guardano all'andamento della propria attività economica con riferimento al futuro del Paese. Con oltre 700.000 soggetti attivi sul territorio e quasi 2.300.000 occupati il comparto si pone come il settore di punta nell'ambito dell'intero tessuto imprenditoriale italiano, orientato all'innovazione e al progresso, con una spiccata tendenza alla ricerca, in termini di formazione e nuove professionalità.
In questo senso, è corretto parlare di imprese in qualche modo virtuose: circa il 70% indica un miglioramento o, comunque, un'invarianza della situazione generale dell'economia e dello specifico mercato in cui è inserito se riferito alla seconda parte del 2016.
Si tratta di imprese propense a fare investimenti e a programmare piani strategici nel breve e nel medio termine, anche in vista di nuove assunzioni, con uno sguardo a quelle che sono le nuove frontiere del mondo del lavoro.
Non è un caso se il 60% degli operatori dei servizi professionali attribuisce un'importanza rilevante alle competenze professionali dei propri collaboratori.

L'intero comparto, infatti, in un'ottica di adeguamento al passo con i tempi, si pone come quello tra i più orientati ad accogliere figure un tempo sconosciute (Web Marketing Strategist, Web Analyst, Esperti in Big Data), candidandosi come un attore in grado di recitare un ruolo di primo piano in termini di rinnovamento della geografia del lavoro, in grado di cogliere più di altri le sfide che il progresso ci pone davanti.
"Si parla spesso del ruolo determinante delle aziende di servizi professionali all'impresa come spinta propulsiva all'innovazione e al progresso ma spesso i dati sono frammentari, a volte incongruenti. Asseprim Focus è l'Osservatorio Economico, unico nel suo genere, che traccia un quadro dello scenario congiunturale, con particolare attenzione al posizionamento del bacino delle aziende di servizi all'impresa nei settori finanziario/assicurativo, consulenza aziendale, risorse umane, ricerche di mercato, comunicazione e marketing, audiovisivo, nell'intento di fornire informazioni che non sono attualmente disponibili presso altre fonti statistiche", afferma Umberto Bellini, Presidente Asseprim - Federazione Nazionale Servizi Professionali per le Imprese di Confcommercio Imprese per l'Italia.


"Un comparto produttivo che guida l'innovazione e la propensione al cambiamento della nostra economia attraverso la continua e necessaria valorizzazione del capitale umano e del relativo costante aggiornamento delle competenze professionali conseguente all'innovazione tecnologica, la cui spinta alla crescita muove sempre più dalla valorizzazione degli asset intangibili propri di questi servizi."
In sintesi i principali dati della ricerca

Struttura delle imprese

Le imprese dei servizi professionali in Italia contano 702.691 soggetti attivi sul territorio. Si tratta di una fetta importante dell'intero comparto del commercio, del turismo e dei servizi, rappresentando di fatto circa il 20% della totalità del terziario. Più nel dettaglio, il 32% opera nelle regioni del Nord Ovest, il 20% nelle regioni del Nord Est, il 23% nelle regioni del Centro, il 25% nelle regioni del Mezzogiorno.
Il comparto dei servizi professionali è costituito in gran parte da imprese della consulenza aziendale (quasi il 74% della totalità). A seguire, il contributo al settore è assicurato dalle attività finanziarie (13,4%), imprese di comunicazione e marketing (9,4%), operatori nell'ambito del settore audiovisivo (2,5%), imprese delle ricerche di mercato (0,5%), risorse umane (0,4%).


La stragrande maggioranza delle imprese dei servizi professionali conta meno di 10 addetti (micro imprese). Si tratta di una caratteristica che ricalca quello che è l'intero tessuto imprenditoriale italiano. In generale, le imprese del comparto assicurano un impiego a quasi 2,3 milioni di lavoratori.

Scenario economico

Le imprese dei servizi professionali mostrano un clima di fiducia non basso con riferimento al futuro del paese: circa il 70% indica un miglioramento (11,8%) o, comunque, un'invarianza (57,0%) della situazione generale dell'economia. Gli indicatori di sintesi (% migliore + metà degli invariati) mettono ancor di più in evidenza il sentiment positivo degli operatori del settore nelle aspettative per la prima parte del 2017, per la quale si prevede un ulteriore miglioramento dello scenario economico (45,7 vs 40,3).
In linea generale, le imprese del comparto mostrano un clima di fiducia non basso anche circa l'andamento della propria attività.
L'indicatore congiunturale appare in crescita in vista della prima parte del 2017 (48,5 vs 45,6).



Le imprese dei servizi professionali, in coerenza con quanto registrato presso la totalità del tessuto imprenditoriale, hanno comunque sofferto il periodo di deflazione che ha riguardato l'intera penisola nel 2016 e dal quale si prevede uscire solo nei primi mesi del 2017 (i prezzi si rialzano).
A prescindere dagli aspetti economici, tuttavia, il rapporto «imprese-fornitori» si misura anche dalla qualità che questi ultimi sono in grado di assicurare (la metà delle imprese opta per servirsi esclusivamente di fornitori «certificati»).
In controtendenza l'indicatore relativo ai tempi di pagamento dei clienti. La previsione per la prima parte del 2017 è al ribasso (36,0 vs 36,3) ed è legata allo stato di salute delle imprese degli altri settori di attività economica (appunto, i clienti delle imprese dei servizi professionali).
In ogni caso, al di là di fenomeni per lo più endogeni, il sentiment positivo delle imprese del settore è collegato al giudizio positivo circa il livello dei ricavi, previsti in aumento nella prima parte dell'anno rispetto al secondo semestre 2016.
La predisposizione positiva delle imprese, in termini di clima di fiducia, è in qualche modo un predittore della capacità di investimento delle stesse.


Quando questo è elevato, le imprese propenderanno inevitabilmente a programmare piani strategici nel breve e nel medio periodo, anche in vista di nuove assunzioni, con uno sguardo a quelle che sono le nuove frontiere del mondo del lavoro.
Tutto questo assume ancor più valore se contestualizzato in un quadro che continua a faticare ad assestarsi in termini di occupazione (oltre il 45% degli operatori del settore si è visto costretto ad intervenire sui propri organici nel corso degli ultimi sei mesi). Il dato, che comunque se confrontato con la totalità delle imprese italiane risulta meno preoccupante, porta con sé segnali confortanti se letto nel combinato disposto con il clima di fiducia di cui sopra.

Fabbisogno formativo

Il processo di modernizzazione delle imprese si concretizza anche nella ricerca di nuovi ruoli professionali. Mediamente, l'8% delle imprese dei servizi professionali ritiene che, già nei prossimi due anni, oltre il 5% degli organici sarà costituito da figure innovative sul mercato del lavoro.
Esistono delle oggettive difficoltà che riguardano l'intero tessuto imprenditoriale italiano, ma le imprese dei servizi professionali si pongono come comparto trainante offrendo un contributo decisivo nella ricerca di nuove figure: il mondo del lavoro è ancora in crisi, ma le imprese che "ci credono" provano a guardare oltre gli orizzonti già noti.



Non a caso, il 60% degli operatori del settore attribuisce un'importanza rilevante alle competenze dei propri collaboratori (fattore strettamente legato ai fabbisogni formativi delle imprese), elemento che diventa discriminante in sede di colloquio e che apre il dibattito sui cambiamenti che l'innovazione tecnologica sta inevitabilmente introducendo.
In questi termini, strategico diventa il tema della formazione, che per il 61% delle imprese è vista come un fattore essenziale in un'ottica di sviluppo.
L'intero comparto si pone quindi come quello tra i più orientati ad accogliere figure un tempo sconosciute. Il 34% delle imprese dei servizi professionali ritiene che avrà bisogno di nuove professionalità nei prossimi due anni.
Si tratta prevalentemente delle imprese delle ricerche di mercato, della comunicazione e marketing e delle risorse umane. Web Marketing Strategist, Web Analyst, esperti in Big Data risultano essere le figure più ricercate. In quest'ottica, le aree aziendali nelle quali le imprese intenderanno «fare occupazione» sono prevalentemente quella del marketing, l'area tecnica e quella dei sistemi informativi.



In buona sostanza, l'intero settore si candida come un attore in grado di recitare un ruolo di primo piano in termini di rinnovamento della geografia del lavoro.

Pressione fiscale

Il 63% degli operatori dei servizi professionali alle imprese ritiene che negli ultimi due anni la pressione fiscale sia aumentata. Si tratta prevalentemente delle imprese della consulenza aziendale, comunicazione e marketing, ricerche di mercato.
In linea generale, se da una parte il 91% delle imprese è riuscito a far fronte al peso della pressione fiscale, il 38% di queste dichiara di aver incontrato molte difficoltà. Si tratta in prevalenza di: imprese fino a 5 addetti, imprese del Mezzogiorno e del Nord Est, imprese del settore marketing.
Allo stesso tempo, otto imprese su dieci considerano "molto" o "abbastanza" elevato il costo degli adempimenti amministrativi legati al fisco.


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