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22/03/2017

economia

Olanda al voto: banco di prova del populismo europeo

Nossek (WisdomTree Europe): a rischio i Btp italiani, rifugi sicuri Bund e oro

Nel 2017 l'Europa dovrà affrontare numerosi rischi politici, legati alle tornate elettorali che interesseranno alcuni paesi chiave dell'Eurozona. Tra di essi, i Paesi Bassi rappresentano in ordine temporale il primo banco di prova.
Con tutta probabilità, le divisioni che caratterizzano le forze in campo porteranno alla formazione di un'ampia coalizione ed è probabile che il PVV (il partito olandese di estrema destra guidato da Geert Wilders e a favore dell'uscita dalla UE) risulterà il più grande partito di opposizione, senza per questo rappresentare (quanto meno in apparenza) nessun rischio macro-economico e sistemico per l'Unione Europea.
Alla luce di questo scenario perché gli investitori dovrebbero prestare attenzione alle imminenti elezioni olandesi del 15 marzo 2017?

Effetto domino tra le forze euroscettiche?

In primo luogo, ciò che conta è il segnale di fiducia che una vittoria elettorale del PVV invierà all'estrema destra e ai movimenti euroscettici dell'UE. Il probabile risultato positivo del partito di Wilders arriverà proprio al momento giusto per incoraggiare e imprimere slancio al Front National, ad appena cinque settimane dalle elezioni in Francia.

Una vittoria del Front National potrebbe, a sua volta, rilanciare l'AFD in Germania e il Movimento Cinque Stelle in Italia.

I partiti mainstream stanno abbracciando anch'essi la retorica nazionalista e anti-UE

Cosa ancora più importante, una vittoria dell'estrema destra in Olanda metterebbe pressione sui principali partiti di centro-sinistra e centro-destra, sia nei Paesi Bassi che nel resto d'Europa, affinché siano adottate proposte politiche sempre più intransigenti, in modo da non apparire deboli di fronte ai propri elettori.
Ciò, infatti, sta già accadendo: la Cancelliera Merkel ha recentemente approvato un divieto al velo musulmano integrale, per accontentare la CDU/CSU, e il primo ministro olandese Rutte sulla scorta di quando richiesto da un piccolo gruppo di elettori, sta facendo pressioni sulla UE affinché non offra garanzie di aiuto all'Ucraina, né la inviti ad aderire all'Unione. In Belgio, infine, il primo ministro Charles Michel ha ratificato l'accordo commerciale CETA solo dopo aver ottenuto concessioni per i settori industriali più deboli nel sud del Paese.



La solidarietà finanziaria sta per diventare la vittima più illustre e la più grave minaccia a lungo termine

Una scelta mirata delle proposte politiche, per toccare le giuste corde della retorica populista in patria e costringere l'Unione europea a scendere a compromessi, stabilisce un pericoloso precedente se si guarda oltre il 2017. I differenti tassi di crescita economica che caratterizzano l'Eurozona stanno amplificando il malcontento sul progetto europeo e minacciando la solidarietà finanziaria. I principali partiti di sinistra in Italia, Francia, Grecia e Portogallo puntano a rallentare il passo delle riforme, stabilire obiettivi di deficit più elastici e definire maggiori trasferimenti fiscali per rilanciare la crescita. I principali partiti di destra in Germania, Paesi Bassi e Austria non condividono questi obiettivi e, anzi, sottolineano i rischi di un aumento dei costi di finanziamento, delle possibilità di default e del fatto che essi finiscano per pagare i costi di salvataggio.
I Paesi Bassi sono emersi relativamente indenni dalla crisi finanziaria, grazie a severe misure di austerità e alle riforme strutturali.

Allo stesso tempo, il Paese ha contribuito con una cifra pari a ?23,3 miliardi ai fondi di salvataggio e agli aiuti di Stato per Irlanda, Portogallo, Grecia e Spagna (cfr. il grafico 1). I Paesi Bassi, inoltre, sono da tempo un contribuente netto al bilancio UE. Nel perseguimento di un'agenda populista, la critica alla solidarietà finanziaria offerta a membri UE apparentemente intransigenti sta diventando un potente argomento utilizzato allo scopo di attrarre voti.
La BCE stessa si è ritrovata recentemente sotto il fuoco incrociato quando i cristiano-democratici olandesi (CDA) hanno commissionato un'indagine sull'Euro, a causa dell'effetto deleterio che la politica di bassi tassi di interesse attuata dalla BCE ha avuto per i risparmiatori e i fondi pensione olandesi. Tale decisione, considerata come un espediente elettorale per prendere in contropiede il PVV attraverso la promozione di interessi nazionali, ritenuti superiori a quelli dell'UE, è indicativa del rischio che la retorica dei partiti estremisti possa trasformarsi nella strategia politica dei partiti mainstream.

Asset allocation: ribassista su BTP Italiani ed Euro, rialzista su Bund tedeschi e oro

Per il 2017, questa eventualità può sembrare remota, soprattutto se i movimenti di estrema destra non riusciranno a ottenere un consenso sufficiente.


Gli investitori più esperti sono inoltre in grado di apprezzare i pesi e contrappesi insiti nei processi elettorali in Olanda, Francia, Germania e Italia.
Ma sarebbe sbagliato pensare che i movimenti populisti e dell'estrema destra abbiano dimensioni troppo limitate per avviare il cambiamento. Sempre più, i principali partiti stanno adattando e ricalibrando il loro messaggio, e l'agenda politica, per incorporare visioni nazionaliste ed anti-europee.
La posta in gioco è la solidarietà finanziaria in Europa che, pur essendo stata offuscata dalle questioni relative all'immigrazione nel 2017, potrebbe diventare un tema centrale nel 2018, e oltre, per gli Stati membri più forti della UE.
A rischio sarà anche il Patto di stabilità e crescita (PSC), che sta limitando la capacità di ripresa economica dei membri più deboli della UE. Questo atteggiamento politico polarizzato sta esacerbando le divergenze in materia di crescita economica e, auto-alimentandosi, dà luogo a un circolo vizioso.
I bond governativi della zona Euro con affidabilità creditizia in deterioramento, emessi nello specifico da Italia, Portogallo e Grecia, rimangono a rischio.


Anche le obbligazioni governative francesi paiono vulnerabili ad attacchi speculativi a breve termine.
Crediamo che, quando compariranno ulteriori pressioni sull'euro, gli unici rifugi sicuri saranno rappresentati dai Bund tedeschi e, potenzialmente, dall'oro.

Viktor Nossek, Direttore della Ricerca, WisdomTree in Europe

 


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