Investimenti che si riflettono anche nell'organizzazione delle risorse umane dedicate all'evoluzione della Enterprise Architecture: il 59% delle imprese, infatti, ha inserito unità organizzative apposite o figure con competenze specifiche nel settore.
L'ondata di cambiamento portata dalla trasformazione digitale investe in primo luogo il modo di lavorare delle Direzioni IT.
Il 33% delle aziende sta cambiando il proprio approccio all'analisi delle esigenze del business introducendo metodologie orientate agli obiettivi (goal based analysis, user story mapping, ecc.), il 53% sta introducendo modalità di gestione dei progetti informatici improntate alle metodologie Agile (SCRUM, Extreme Programming, ecc.) e il 39% sta automatizzando il passaggio dallo sviluppo all'esercizio (DevOps).
Sono i risultati che emergono dalla ricerca dell'Osservatorio Enterprise Application Governance, promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano, alla sua prima edizione.
La ricerca ha analizzato i molteplici aspetti della trasformazione delle modalità di governo delle applicazioni.
"Nelle Direzioni IT cresce la consapevolezza della necessità di evolversi per affermare o per conquistare un ruolo strategico e per supportare al meglio le aziende nella sfida della trasformazione digitale", afferma Stefano Mainetti, Responsabile Scientifico dell'Osservatorio Enterprise Application Governance (nella foto).
"Di fronte a questa sfida la Direzione IT non può essere lasciata sola: il cambiamento richiesto è ampio e tocca tutta l'azienda nelle modalità di gestione delle applicazioni digitali.
E non basta la sola tecnologia, occorre ripensare le logiche di governo dei processi e i modelli di gestione e motivazione delle persone".
"Il consolidamento applicativo, lo sviluppo e il rinnovamento delle applicazioni enterprise rappresentano la priorità di investimento principale per il 2017 - aggiunge Alessandro Piva, Direttore dell'Osservatorio Cloud & ICT as a Service -, come testimonia la ricerca condotta dagli Osservatori Digital Innovation su un campione di 205 CIO e Innovation Manager di imprese medio-grandi in Italia.
Le sfide organizzative principali per le organizzazioni l'anno prossimo saranno proprio nella direzione di sviluppare processi e meccanismi di coordinamento per la gestione dei processi di innovazione e di sviluppare competenze digitali per governare i trend digitali che stanno cambiando in modo radicale il modo di fare business nelle imprese".
"Il quadro che vediamo è in forte evoluzione - conclude Marco Mazzucco, ricercatore dell'Osservatorio Enterprise Application Governance - l'interesse su queste tematiche è elevato ma le applicazioni reali ancora troppo confinate e sperimentali. La situazione italiana è nel complesso ancora arretrata su questo fronte, vediamo pregiudizi e molta resistenza al cambiamento.
La strada è però tracciata e, parlando con i CIO più attenti, vediamo questa superficialità lasciare il passo ad una sempre maggiore consapevolezza".
I trend che cambiano le applicazioni
Mobility - La Mobility è stata indicata dal 64% dei CIO intervistati come il trend di maggior impatto sulle scelte applicative.
Lo slittamento delle modalità di fruizione delle applicazioni da desktop a device mobili si sta verificando non solo fra i consumatori finali ma anche all'interno delle aziende, per aumentare la produttività del personale e la velocità di risposta sfruttando anche le capacità hardware dei dispositivi mobili come la geolocalizzazione e la sensoristica.
Collaboration - La Collaboration, indicata dal 64% del campione intervistato, condivide il primo gradino del podio con la Mobility.
Questo aspetto desta l'interesse delle Direzioni IT perché una più razionale collaborazione fra le diverse unità aziendali, i fornitori e i clienti, consente di migliorare la produttività, riducendo il ricorso eccessivo a mail e riunioni, e l'archiviazione dei flussi di informazioni e di attività.
User Experience - A breve distanza (61%), segue l'attenzione alla User Experience delle applicazioni.
Una caratteristica chiave perché pone l'utente al centro dell'applicazione, concentrandosi sulle sue reali esigenze e curando gli aspetti che possono migliorare l'esperienza d'uso e diminuire il tempo necessario all'utente per raggiungere i propri obiettivi.
Data Intelligence - Un po' più staccata dal terzetto di testa (44%) segue la Data Intelligence.
Una tendenza che apre grandi opportunità di business e razionalizzazione dei processi aziendali grazie alla crescente quantità di Big Data a disposizione, ma anche alcune complessità relative all'impatto di questa mole di informazioni da gestire sulle infrastrutture informative aziendali e alla difficoltà di reperire le competenze necessarie alla loro gestione e interpretazione.
Open Application - Circa un CIO su tre del campione intervistato (36%) ha indicato la Open Application fra i trend più rilevanti.
Costruire Open Application consente di avere processi di business sempre più interconnessi, sia all'interno sia all'esterno dell'azienda, che si arricchiscono con apporti esterni.
Per raggiungere l'obiettivo, i sistemi informativi aziendali devono essere flessibili, scalabili e aperti all'integrazione con altre applicazioni.
Pervasive Computing - L'ultimo trend per ordine di importanza (rilevante per il 34% del campione) è quello del Pervasive Computing, fortemente legato all'affermarsi di nuovi oggetti sempre connessi (il cosiddetto IoT), in grado di raccogliere dati dalla realtà o di agire direttamente sull'ambiente fisico.
Gestire un parco di dispositivi hardware così eterogeneo e disperso è considerata la sfida principale da parte dei decisori IT, che vedono come ostacoli l'adeguamento dell'infrastruttura di networking e l'elaborazione dei dati, oltre a nuove e delicate problematiche di sicurezza.
L'architettura dei Sistemi Informativi
Oltre a intercettare le tendenze di sviluppo del settore, le imprese dimostrano anche di essere pronte a investimenti importanti per adeguare la propria architettura applicativa.
Il 33% delle aziende, infatti, investe molto e in maniera continuativa in iniziative di razionalizzazione ed evoluzione dell'architettura informativa; un altro 33% destina molte risorse anche se in modo discontinuo, il 29% investe poco e solo il 5% dedica quote marginali di budget o non investe affatto in questa direzione.
Per quanto riguarda la governance dell'architettura, le imprese stanno dedicando una quota crescente di personale a queste attività.
Circa un'azienda su tre (34%) ha creato unità organizzative apposite, nel 18% dei casi già consolidate da tempo.
Il 25%, invece, pur non dedicando unità vere e proprie alla funzione, ha inserito figure con competenze verticali di Enterprise Architecture.
Le principali attività svolte da queste figure sono la definizione delle linee guida per lo sviluppo applicativo (33%), la partecipazione attiva in progetti di sviluppo (32%) e la gestione dell'architettura a livello infrastrutturale (30%).
Quali sono i benefici di una corretta gestione dell'Enterprise Architecture aziendale? Secondo il 58% delle imprese coinvolte nella ricerca, il principale effetto positivo è la capacità di rendere il sistema informativo più flessibile e pronto per rispondere alle richieste di business. Seguono la possibilità di fornire un indirizzo strategico e uniforme alle differenti scelte architetturali (57%) e la riduzione della complessità del parco applicativo (36%).
I principali fattori frenanti sono invece stati individuati nello scarso coinvolgimento dei vertici aziendali (25%), nella mancanza di budget (18%) e di competenze all'interno della Direzione IT (17%).
I processi della Direzione IT
Nel percorso di trasformazione delineato, le aziende stanno prendendo coscienza di come sia importante far evolvere le modalità con cui affrontano i progetti di sviluppo informatico.
Per quanto riguarda la fase di analisi e pianificazione dei progetti, consci dei limiti dell'approccio tradizionale, le aziende stanno adottando nuovi approcci basati sulla condivisione degli obiettivi degli utenti e sulla raffinazione dei requisiti per cicli iterativi.
Oggi questi approcci sono adottati dal 33% delle aziende e sperimenti o in corso di valutazione da un altro 14%.
I benefici indicati come prioritari sono il maggiore controllo delle attività di progetto (25%) e il miglioramento della relazione con il business (23%).
Per quanto riguarda la fase di progettazione e sviluppo, il tipico approccio sequenziale è sempre più spesso sostituito da approcci agili (come SCRUM ed Extreme Programming), che sono per loro natura iterativi e che prevedono un forte coinvolgimento del business.
Ben il 53% delle aziende è già andato in questa direzione, e un altro 20% si sta avvicinando.
L'obiettivo che emerge chiaramente è il miglioramento della velocità di risposta al business (44%) e la riduzione di tempi di svolgimento delle attività (37%).
Per finire, nella fase di passaggio dallo sviluppo all'esercizio, si sta lavorando per accoppiare e migliorare la collaborazione fra questi due mondi grazie all'automatizzazione dei processi (disciplina conosciuta come DevOps).
Il 39% delle aziende ha già adottato, pur in diversa misura, questo tipo di pratiche, e un altro 22% le sta sperimentando o ne sta valutando l'introduzione.
I benefici principali sono l'aumento dell'efficienza operativa (32%) e la maggiore flessibilità ai cambiamenti (21%).
In tutte le fasi l'ostacolo identificato come prioritario è la scarsa conoscenza di queste metodologie e la difficoltà di reperire competenze adeguate per adottarle.
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