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12/10/2016

economia

La Cina al bivio

Wolf (Standard Life Inv.): con una accelerazione delle riforme la crescita del Paese si manterrebbe tra il 4 e 5% per il prossimo decennio. In caso contrario potrebbe attestarsi al 2%

Non è una novità che la Cina stia affrontando molte sfide nel cammino di transizione/trasformazione dallo stato di Paese a medio reddito a Paese ad alto reddito. Alex Wolf, Economista Mercati Emergenti presso Standard Life Investments, esamina alcune delle complesse questioni che riguardano il Paese in questa fase del suo sviluppo economico, e considera quali siano le riforme più idonee ad evitare un rallentamento della crescita economica.
"Secondo le nostre stime, - ha commentato Wolf - il tasso di crescita dell'economia è sceso al 5% per anno, dato che la crescita finora spinta dagli investimenti statali si è logorata e si rivela sempre più controproducente. Benché le autorità cinesi riconoscano la necessità di ribilanciare e ristrutturare l'economia, al momento stanno affrontando una serie di compromessi:
- una riduzione controllata dell'indebitamento è cruciale per promuovere una crescita più sostenibile in futuro, ma richiede l'accettazione di una minore crescita oggi.
- Le riforme del settore finanziario sono necessarie per sostenere la crescita legata ai consumi e una migliore allocazione delle risorse, ma comporterà per i policymaker una perdita di controllo diretto su crescita del credito, allocazione delle risorse e tasso di cambio.


- La riforma delle imprese statali (SOE) e un'ulteriore deregolamentazione dei mercati dei prodotti sono necessarie per accelerare l'innovazione e aumentare la crescita della produttività, ma implicano che lo Stato svolga un ruolo normativo e non di concorrenza all'interno dell'economia.
Secondo Wolf, "in uno scenario ottimale, in cui ci sia un'accelerazione delle riforme, l'economia potrebbe mantenere un tasso di crescita compreso tra il 4 e il 5% annuo per il prossimo decennio. Se il governo non riuscisse a realizzare le riforme, allora la Cina rischierebbe di cadere nella "middle income trap", con la diminuzione della crescita potenziale fino addirittura al 2%".


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