La nostra capacità di fare innovazione di prodotto o di processo deve sposarsi con le tecnologie digitali. Solo così saremo in grado di competere a livello internazionale e rendere ancora più vincente il Made in Italy sui mercati
Dall'eCommerce all'Internet of Things, dall'adozione di nuovi flussi di produzione alla creazione di distretti sempre più liquidi.
E' l'industria 4.0.
Oggi le aziende hanno la necessità di utilizzare al meglio le tecnologie digitali, che rappresentano una enorme opportunità di crescita.
L'Italia ha un gap importante con i maggiori competitor.
Per colmarlo occorre investire in formazione, banda larga, fare squadra e scatenare gli investimenti nel capitale di rischio.
Ne abbiamo parlato con Marco Gay, Presidente Giovani Imprenditori Confindustria, che ci ha illustrato le sue proposte.
Industria innovativa, sostenibile e interconnessa.
Quanto contano le tecnologie digitali?
Le tecnologie digitali, per creare un'industria di questo genere, sono probabilmente il driver e l'acceleratore che la rendono possibile, in tempi brevi e con costi certi.

La visione deve essere che le nostre aziende devono rinnovarsi, saper cogliere l'opportunità, senza mai dimenticare chi siamo.
Siamo produttori manifatturieri di eccellenza.
Il Made in Italy se fosse un brand sarebbe il terzo al mondo, quindi richiesto a livello internazionale.
Questo deve essere accelerato e potenziato dalla nostra capacità di fare innovazione.
Ce l'abbiamo nel DNA.
Oggi bisogna sposarlo, e in fretta, con l'economia digitale perché dobbiamo non solo agganciare i nostri competitor ma prendere il posto che io ritengo che ci meritiamo.
Entriamo nel pratico: come si articola la trasformazione digitale nel manifatturiero?
E' un'articolazione che può essere veramente complessa.
L'economia digitale ha mille rivoli, ha infinite prese in cui infilare la spina.