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27/07/2016

digital

Il Brasile e' digitalmente pronto per le Olimpiadi?

Jones (Dynatrace): i dati sono preoccupanti. Content provider, retailer, social media, organi di stampa sportivi, agenzie turistiche, dovranno mostrarsi adeguatamente preparati prima dell'inizio dei giochi. Suggerisco quattro best practice

Mancano poche settimane all'inaugurazione delle Olimpiadi di Rio ma le preoccupazioni per lo stato di preparazione del Paese sono molte, in primis dal punto di vista politico, sanitario, della legalità e dell'ambiente, ma anche dal punto di vista tecnologico. Le infrastrutture IT del Brasile saranno in grado di garantire il perfetto svolgimento dei giochi?
Tramite gli strumenti Dynatrace abbiamo voluto verificare lo stato attuale in cui si trova il Paese dal punto di vista delle prestazioni digitali.
Se, infatti, molta attenzione è riservata ai servizi e alle infrastrutture, è altrettanto interessante guardare come le applicazioni web e mobile saranno utilizzate dagli utenti a Rio durante i giochi. Una volta approdati in Brasile, un gran numero di atleti e turisti inizieranno a utilizzare i propri dispositivi mobili per accedere alle app e porteranno con loro un carico consistente di aspettative.
Abbiamo esaminando i dati provenienti dai benchmark di settore realizzati sfruttando dati locali degli utenti reali e dati provenienti dalle reti di contenuti (CDN) e da altri provider, in modo da valutare se il Brasile sia effettivamente preparato dal punto di vista digitale.



Tempi di risposta troppo lunghi

Per iniziare abbiamo preso in esame alcuni dati di tendenza a lungo termine raccolti nei benchmark di settore e provenienti da test effettuati su decine di aziende brasiliane (ambito retail e finanzia) in due diverse località (Rio de Janeiro e San Paolo). Questi set di dati riportano centinaia di migliaia di richieste web in un periodo di 10 mesi. La prima metrica che abbiamo esaminato è il Domain Name System (DNS), che possiamo paragonare a una sorta di rubrica Internet che consente di indirizzare un browser o un telefono ai server che forniscono il sito web. I nostri dati indicano che i tempi di risposta DNS in Brasile si stanno progressivamente allungando.

Connessione lenta

La seconda metrica presa in esame è la latenza di rete, in particolare il tempo necessario per stabilire una connessione in modo che il browser o il cellulare possano iniziare a scaricare il contenuto. Oggi, il tempo di connessione è fortemente influenzato dallo spostamento globale degli indirizzi verso il protocollo IPv6, che è stato introdotto per fare fronte al numero limitato di indirizzi IPv4.

Il nuovo protocollo può comportare tempi di risposta più lunghi, dato che l'estensione dell'indirizzo è maggiore e quindi la dimensione del pacchetto può essere più grande. In sostanza questo significa spingere più dati su reti già congestionate. Anche se l'HTTP2 - versione aggiornata del HTTP - cerca di compensare l'impatto del nuovo protocollo, in Brasile assistiamo ancora a un allungamento dei tempi di connessione.
II traffico di rete si sta modernizzando anche in Brasile, ma purtroppo non con la stessa velocità degli altri Paesi. ll provider di Content Delivery Network Akamai ha rilevato che la velocità media della connessione negli Stati Uniti è oggi tre volte maggiore che in Brasile.

Siti e app sempre più ricchi: i contenuti delle terze parti

Infrastruttura di rete a parte, la complessità sempre maggiore delle applicazioni e dei siti web è un fattore che influenzerà gli utenti finali che si troveranno in Brasile questa estate.
Oltre ai dati a livello di rete, abbiamo sfruttato l'intelligenza collettiva fornita dal network sintetico di Dynatrace per monitorare le terze parti (Content Delivery Network, fornitori di contenuti pubblicitari, social media, strumenti analitici, e altro) e il loro comportamento sul territorio.


Dynatrace Analyzer ha evidenziato oltre 300 interruzioni in un periodo di 24 ore: un aspetto che potrebbe rivelarsi decisamente problematico per i siti web che utilizzano molti contenuti di terze parti come quelli dei media sportivi con filmati delle gare, pubblicità degli sponsor e altro ancora.

Un caso reale

I benchmark di settore e l'intelligenza collettiva ci hanno aiutano a capire che cosa sta accadendo oggi dal punto di vista dell'infrastruttura di rete, abbiamo però voluto analizzare anche alcuni dati reali degli utenti dei nostri clienti in Brasile.
Vediamo il caso di una delle principali catene di hotel del Paese: 45.000 visite in un periodo di 1 settimana. Durante questo periodo oltre la metà degli utenti finali si è scontrata con un'esperienza frustrante o difficile da tollerare, in base a quanto definito dal nostro Dynatrace User Experience Index. I tempi medi di risposta per l'utente hanno superato gli 8 secondi e oltre il 60% dei visitatori ha abbandonato il sito.
Analizzando alcuni dei dettagli relativi a questi utenti reali, abbiamo scoperto che oltre la metà di essi utilizzava dispositivi mobile e, purtroppo, è proprio il traffico da mobile, a nostro avviso, è quello destinato a crescere e generare potenziali problemi durante i Giochi.




Cosa si può fare

Da tutte le diverse prospettive analizzare appare evidente come i dati siano preoccupanti: una volta arrivati, come faranno i campioni olimpici a prepararsi sfruttando servizi digitali offerti a partire dai propri Paesi di origine? L'accesso a questi servizi si rivelerà difficoltoso durante le Olimpiadi?
in sintesi, ritengo che i prossimi giochi olimpici presentino molte sfide dal punto di vista del digitale. I content provider, i retailer, i social media, gli organi di stampa sportivi, le agenzie turistiche, dovranno mostrarsi adeguatamente preparati prima dell'inizio dei giochi a partire da quattro best practice che mi sento di suggerire loro:
1. Ottimizzare le prestazioni: è necessario capire come effettuare la delivery delle applicazioni in modo efficace. Ad esempio, si può ridurre il peso della pagina, il numero degli oggetti, o delle terze parti convolte.
2. Avere un piano. Se le cose vanno male bisogna sapere come reagire. Non si tratta però di avere un piano reattivo di disaster recovery nel cassetto ma di promuovere un approccio proattivo che garantisca che siti e le app siano stati accuratamente testati prima di un grande evento mondiale.



3. Adottare una digital performance platform. Oltre al piano ci vogliono gli strumenti giusti per attuarlo: una piattaforma di gestione delle prestazioni digitali che offra una base comune che comprende le operation, lo sviluppo, i test e i team dedicati al business.
4. Comprendere i dati. Bisogna essere in grado di capire il significato dei dati; questo è possibile solo adottando con una piattaforma di nuova generazione capace di notificare in automatico gli eventi, analizzare tutte le dipendenze e scoprire la causa principale del problema.

David Jones, APM Evangelist di Dynatrace


 


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