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15/06/2016

economia

Cina: ripresa nel breve termine, ma niente svolta

Secondo il team Research & Investment Strategy di AXA IM, mantenere ancora il vecchio modello di crescita non è sostenibile, finirebbe per esacerbare i problemi strutturali e rallenterebbe il ribilanciamento dell'economia

L'aumento dell'appetito per il rischio su scala globale ha dato un po' di tregua ai mercati emergenti, portando a nuovi afflussi di capitali dal mese di marzo. In Asia, il miglioramento del contesto economico ha contribuito anche a un miglioramento del clima di fiducia, grazie a una lieve ripresa delle esportazioni e a un maggiore supporto della domanda interna da parte delle autorità monetarie.
In testa alla classifica si colloca la Cina, che da febbraio evidenzia una cospicua inversione di tendenza dei dati. I forti stimoli fiscali e del credito, uniti alla ripresa del mercato dell'edilizia abitativa, hanno ridato impulso ai settori industriali e contribuito ad arrestare (seppure temporaneamente, a nostro avviso) uno stato prolungato di fiacchezza.
Considerando la nutrita pipeline di progetti e le importanti misure di supporto del credito, la crescita in corso dovrebbe continuare anche nei prossimi mesi. Abbiamo pertanto rivisto le nostre proiezioni di crescita per il secondo e terzo trimestre, aumentando il dato previsionale su base annua dal 6,1% al 6,4%.
In ogni caso, abbiamo motivo di credere che la ripresa economica nella sua forma attuale non durerà oltre i prossimi mesi.

Gli investimenti in infrastrutture ed edilizia abitativa alimentati dal ricorso al credito, che muovono l'economia in questo momento, sono esattamente i fattori che hanno determinato l'eccesso di capacità e l'eccessivo ricorso alla leva finanziaria della Cina all'epoca della crisi finanziaria. Mantenere ancora il vecchio modello di crescita non è sostenibile, finirebbe per esacerbare i problemi strutturali e rallenterebbe il ribilanciamento dell'economia. Le autorità cinesi lo sanno bene e hanno promesso di non ripetere l'errore dei quattro trilioni di stimoli della fase post-crisi. Prevediamo una moderazione del ritmo di allentamento monetario, mentre l'attenzione delle autorità dovrebbe spostarsi verso la ristrutturazione delle aziende a partecipazione statale e i settori che evidenziano un eccesso di capacità.
La recente intensificazione dei credit event sul mercato obbligazionario è legata ai primi interventi governativi per il ritiro delle garanzie implicite. Si tratta di un'evoluzione positiva ai fini della reintroduzione di una disciplina di mercato e della correzione del pricing del rischio, ma è necessario che le autorità gestiscano con attenzione i rischi di contagio, stante la stretta interconnessione tra il mercato obbligazionario e altri settori del sistema finanziario, oltre che con l'economia reale.



L'altro rischio che la PBoC dovrà tenere sotto controllo è il rischio valutario. L'RMB China Foreign Exchange Trade System Index ha registrato una flessione del 3,8% da inizio anno, senza scatenare forti reazioni di panico sul mercato, grazie soprattutto alla debolezza dell'USD. Tuttavia, l'inversione di tendenza del dollaro all'avvicinarsi dell'aumento dei tassi da parte della Fed di metà anno potrebbe rendere il mercato meno sensibile all'ipotesi di un continuo deprezzamento del RMB. In caso di nuove turbolenze, la PBoC potrebbe intervenire per preservare la stabilità, anche a costo di rinunciare alla maggiore competitività conquistata. Nel medio termine ci aspettiamo ancora un deprezzamento del RMB, che tuttavia non avverrà n modo lineare.


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