Mercati emergenti: previsioni a 6-12 mesi con molte variabili
Secondo Raiffeisen CM, nelle ultime settimane abbiamo visto di nuovo alcuni flussi in entrata verso i Paesi emergenti, sia per le obbligazioni (in particolare quelle in valuta forte) sia per le azioni. Se questo andamento dovesse andare avanti, potrebbe continuare anche la ripresa dei corsi
In molti Paesi emergenti aprile è stato all'insegna di un consolidamento dopo la forte ripresa dei corsi nelle settimane precedenti. L'indice MSCI EM è salito solo marginalmente. Singoli Paesi hanno avuto, tuttavia, delle performance molto forti, ad esempio, Brasile e Russia. Tra gli eventi più importanti del mese c'è stata sicuramente la riunione di aprile della banca centrale USA. Questa ha lasciato ancora una volta invariati i tassi d'interesse e allo stesso tempo ha segnalato una linea molto più moderata della politica dei tassi di quanto finora atteso dai mercati. Di conseguenza, anche il dollaro USA è finito sotto ulteriore pressione.
Il deprezzamento del dollaro è stato ulteriormente alimentato dalla decisione a sorpresa della banca centrale giapponese di non adottare, per il momento, altre misure di politica monetaria. In cambio è continuata la ripresa dei prezzi delle materie prime. Nonostante i produttori di petrolio non abbiano raggiunto nessun accordo in occasione del loro ultimo incontro a Doha, il prezzo del petrolio ha continuato la sua risalita; ad aprile ha guadagnato quasi il 20%.
Buone notizie per Paesi come la Russia e il Brasile. In termini economici i dati sull'economia cinese hanno segnalato per ora distensione e una leggera ripresa della congiuntura. Non dovrebbe essere, quindi, molto più di una piccola fiammata che passerà in fretta, a meno che non ci siano altre misure da parte della banca centrale e/o del governo.
Con la ripresa delle ultime settimane, la situazione tecnica di mercato di forte ipervenduto è stata ampiamente regolata e neutralizzata e anche gli indicatori di sentiment si sono allontanati significativamente dai valori molto negativi raggiunti in precedenza. Un consolidamento e una correzione al ribasso almeno nel breve periodo sono probabili e ciò, a sua volta, potrebbe costituire la base per affrontare l'ampia zona di resistenza dell'indice MSCI EM che si trova intorno a 880-940 punti e che era già stata menzionata negli EM-report precedenti.
Dopo molti mesi, in cui abbiamo assistito a deflussi dei capitali, nelle ultime settimane abbiamo visto di nuovo alcuni flussi in entrata verso i Paesi emergenti (EM), sia per le obbligazioni (in particolare quelle in valuta forte) sia per le azioni.
Se questo andamento dovesse andare avanti, potrebbe continuare anche la ripresa dei corsi. Per i Paesi emergenti attualmente non esiste ancora nessun interesse eccessivo da parte degli investitori e nemmeno un forte posizionamento sul fronte degli acquisti. Per questo, ulteriori rialzi delle azioni e obbligazioni potrebbero senz'altro essere ancora alimentati, se gli investitori internazionali dovessero decidere di aumentare significativamente le loro posizioni EM.
A lungo termine, nei prossimi 5-10 anni, le valutazioni continuano a preannunciare quotazioni azionarie più alte in molti Paesi emergenti, nonostante i recenti aumenti dei corsi. Senza il supporto duraturo da parte degli utili aziendali nuovamente in rialzo nei Paesi emergenti, questo potenziale al rialzo dei corsi dovrebbe essere, però, difficile da realizzare. E prima che questo succeda, bisognerà ancora tener conto dell'uno o altro periodo difficile e di fasi di consolidamento.
Le previsioni per i prossimi 6-12 mesi rimangono quindi molto varie per il momento, con le misure delle banche centrali, il sentiment degli investitori e i dati economici che potrebbero ripetutamente causare oscillazioni dei corsi abbastanza repentini e forti verso l'alto e verso il basso.