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25/05/2016

idee

Le sfide dei giovani imprenditori alla prova dei mercati e del sistema Italia

Da un convegno di GI del Nord Est emerge che non sono più sufficienti le sole idee, le intuizioni, la determinazione. Oggi fare impresa significa accettare sfide che richiedono il coinvolgimento di tutte le persone che lavorano in azienda

Che significa oggi essere giovane imprenditore? Quali sfide occorre affrontare nell'istituire e nel far crescere iniziative economiche?
"La sfida che i giovani imprenditori hanno di fronte a sé è quella di concorrere al rilancio non solo delle proprie aziende, ma dell'intero sistema produttivo italiano", spiega Matteo Di Giusto, Presidente del Comitato regionale Giovani Imprenditori dell'Industria di Confindustria Friuli Venezia Giulia (nella foto). Recentemente a Trento si sono confrontati esponenti di spicco delle nuove generazioni di imprenditori, spesso espressione di famiglie storiche, ma anche in molti casi giovani che hanno scelto la difficile strada dell'impresa in un mondo che cambia e nel quale le sfide e i pericoli sono costanti.
"Fare impresa oggi presenta notevoli complessità, ma se si hanno ben chiari gli obiettivi e le strategie per perseguirli credo sia una sfida affascinante. Inoltre, essere parte di un gruppo che ha alle spalle una storia ed una tradizione industriale così importante conferisce ai giovani che proseguono nella conduzione dei gruppi familiari responsabilità maggiori", aggiunge Di Giusto.

Nessuna differenza, per contro, tra imprese che operano in settori tradizionali rispetto a quelle che si misurano con i business emergenti.
"Le sfide sono sostanzialmente le stesse, cambiano solo alcuni ingredienti. Essere un valido imprenditore dipende molto dalle tue capacità, dalle strategie che intendi perseguire. Il mercato ha regole sostanzialmente uniformi, è il tuo approccio a fare la differenza" conclude. Il Gruppo GI nasce come un movimento di persone di età compresa tra i 18 e i 40 anni che ricoprono un ruolo di responsabilità e di gestione all'interno delle aziende aderenti all'Associazione industriale e che decidono di adoperarsi al suo interno per promuovere e diffondere l'imprenditoria giovanile. In Friuli Venezia Giulia il Gruppo raccoglie - a livello regionale - giovani imprenditori provenienti da tutto il territorio ed attivi anche nelle proprie rispettive associazioni provinciali.
Un dato è comunque certo: l'Italia riparte grazie anche ai giovani imprenditori. Il recente convegno di Trento, promosso dai giovani imprenditori del Nord est, ha messo al centro del confronto il ruolo, non solo economico, ma sociale che le imprese sono chiamate a svolgere in un momento di congiuntura non facile.

"Troppo spesso sottovalutiamo l'impegno che molti di noi profondono per fronteggiare situazioni di complessità, anteponendo l'interesse personale a quello superiore dell'impresa e delle persone che vi lavorano. L'orgoglio di essere imprenditori deve essere riaffermato soprattutto in situazioni di difficoltà, quando solo con la reciproca partecipazione si riescono a superare le difficoltà".
Alessia Forte, Presidente Giovani Imprenditori Treviso (nella foto), sintetizza così lo spirito con il quale vivere oggi l'avventura del fare impresa. "Non sono più sufficienti le sole idee, le intuizioni, la determinazione. Oggi fare impresa significa accettare sfide che richiedono il coinvolgimento di tutte le persone che lavorano in azienda. In primo luogo, superando lo scetticismo che circonda i giovani che si vogliono mettere in gioco. Sebbene siano stati compiuti significativi passi avanti, oggi si è spesso giudicati con sufficienza. Essere a trent'anni a capo di un'impresa viene ritenuto sinonimo di poca esperienza ed affidabilità. Invece moltissimi dei giovani imprenditori italiani che come me lavorano in aziende di prima o seconda generazione sono in grado di reggere non solo responsabilità ma di portare spunti e proposte capaci di rilanciare il nostro Paese".


Senza dimenticare le sfide trasversali ad ogni impresa; la capacità di stare sul mercato, l'impegno nell'innovare il proprio business, coinvolgendo le migliori risorse dell'impresa. "Ricordiamoci ogni giorno che fare impresa è una sfida, non solo economica, ma anche di progresso sociale del Paese".
Insomma una sfida con se stesse e per gli altri che non ha mai fine. Nell'intraprendere l'avventura imprenditoriale conta molto anche la fortuna. Essere parte di una generazione d'imprenditori ti può facilitare all'inizio, ma ti trovi il carico della storia che è alle spalle. Partire invece da zero, ti responsabilizza di più ma sai anche di giocarti tutto iniziando da zero. "Questo è vero, anche se oggi, rispetto solo a 15 anni fa, il contesto economico è più complesso, partire ora con un'attività imprenditoriale impone che tutte le tue risorse ed energie siano focalizzate sul tuo business. Che a ben pensarci, è il fascino dell'impresa".
Alessandro Lunelli, terza generazione di imprenditori nel settore vitivinicolo e Presidente del Gruppo Giovani imprenditori del Trentino Alto Adige, traccia un quadro di rischi e prospettive dell'essere imprenditori oggi.



"La nostra sfida come giovani imprenditori è di concorrere al cambiamento di questo Paese. Ci vogliono risorse, idee, progettualità e molta dedizione. Non solo la congiuntura economica è svantaggiosa, ma il sistema paese deve progredire".
Quali le priorità? "Semplificazione della burocrazia, la presenza di infrastrutture digitali adeguate ai bisogni dei cittadini e delle imprese; una giustizia più efficiente (da più parti si stima che valga svariati punti di PIL perduti per investimenti esteri che sono dirottati altrove, ndr) e, da ultimo, un fisco più equo. Colloco all'ultimo posto il fisco volutamente: la pressione fiscale è molto alta, ma siamo oramai abituati a misurarci con questo fardello. Quello che si deve cambiare è la qualità dei servizi che le imprese e i cittadini ricevono dallo Stato e dalle regioni" chiosa Lunelli.
Ma fare impresa oggi significa anche confrontarsi con una cultura anti industriale molto radicata: "Questo è un punto centrale. Troppo spesso si sentono posizioni critiche sul ruolo e il contributo che l'impresa ha dato alla crescita del nostro Paese. Una riflessione più pacata e attenta al ruolo che l'impresa ha svolto nello sviluppo della nostra società potrebbe essere un primo fondamentale passo per il rilancio del nostro sistema produttivo e, con esso, per la ripresa occupazionale e di prospettiva per i nostri giovani".




@federicounnia - Consulente in comunicazione


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