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25/05/2016

economia

Feedback contrastanti dall'Asia

Beffy (Exane BNP Paribas): i rischi deflazionistici in Cina si sono ridotti nel breve termine grazie al recupero del settore manifatturiero. Maggiori rischi al ribasso nella seconda parte dell'anno e riduzione degli stimoli fiscali dopo il G20 di settembre

La settimana scorsa ero in viaggio in Asia per incontrare investitori e funzionari, a Tokyo per esempio. Ciò che mi ha colpito di più è stato l'elevato livello di inquinamento a Pechino. È stata la prima volta che ho visto Pechino così inquinata, mi bruciavano gli occhi e la mia gola era in fiamme. Tutto ciò è sicuramente coerente con la ripresa a breve termine del settore manifatturiero. Il secondo aumento consecutivo dei prezzi alla produzione su base mensile, pubblicato martedì, ha ulteriormente dimostrato che i rischi deflazionistici si stanno riducendo nel breve termine.
L'inquinamento è anche un sintomo legato al modello di crescita squilibrato basato sul debito e a rischi di lungo termine legati all?economia cinese. Senza alcuna sorpresa, il sentiment degli investitori asiatici è tendenzialmente ribassista sull'outlook dell'economia cinese nel lungo periodo. Ma il dibattito più importante è stato la scorsa settimana circa la sostenibilità delle politiche di stimolo fiscale attuali dopo che il People's Daily ha riportato la citazione di una autorità non indentificata che afferma che aumentare la crescita aumentando il livello di indebitamento è come "far crescere un albero in aria" e potrebbe portare ad una crisi finanziaria.


Molti investitori ritengono che il governo cinese manterrà il sostegno fiscale per promuovere la stabilità fino al G20 di settembre. D'altra parte, il messaggio dell'autorità non identificata potrebbe riflettere una maggiore cautela da parte delle autorità politiche, soprattutto sul lato della politica monetaria. Alcuni hanno interpretato l'articolo come un segno delle continue tensioni tra i principali leader, che potrebbero lottare per ottenere il maggior consenso possibile. Chiunque sia questa autorità e qualunque sia il vero significato di questo articolo, è evidente la preoccupazione per l'inefficiente utilizzo del capitale in un paese non pienamente "abituato" al capitalismo e che soffre a causa della mancanza di istituzioni di mercato.
Sono anche aumentati i rischi di una contrazione dell'economia per la seconda metà dell'anno. Se le nostre previsioni sull'aumento dei tassi da parte della Fed a settembre saranno giuste, aumenteranno i flussi di capitale in uscita dalla Cina e la PBoC dovrà lasciare che il renminbi si deprezzi ulteriormente. Contrariamente a quanto avvenuto negli anni 90, periodo in cui la dollar zone era caratterizzata da un mercato monetario americano robusto e da un'economia cinese debole, la liquidità sui mercati cinesi è superiore rispetto a quelli americani.

Questo è il motivo per cui il ciclo di rialzo dei tassi della Fed sta avendo un impatto così negativo sulle condizioni finanziarie globali e spiega inoltre perché l'ancoraggio della valuta cinese all'USD è difficile da sostenere.
Ho partecipato anche ad un meeting di un giorno con i più alti funzionari in Giappone. Ho avuto la sensazione che il governo fosse troppo concentrato sul consolidamento di medio termine. È stato difficile capire quello che il governatore Kuroda stesse pensando e potrebbero esserci delle ulteriori sorprese, ma ho anche avuto la sensazione che la BoJ potrebbe non voler più fornire stimoli di breve termine. Dopo il recente apprezzamento dello yen e dell'euro, solo l'aumento dei tassi da parte della Fed potrebbe causare l'apprezzamento del dollaro contro queste valute.
Quindi, per concludere, gli investitori asiatici sembrano molto cauti sull'outlook a medio-lungo termine dell'economia globale. Le loro preoccupazioni riguardano la mancanza di investimenti globale, la debolezza della domanda globale e un?allocazione inefficiente dei capitali in un contesto di eccesso di liquidità. La maggior parte di loro era interessata alla nostra view prudente sull'Europa ed ha più volte sottolineato che la complessità del contesto europeo e le incertezze politiche sono le principali cause per cui non effettuano più investimenti in Europa.


Pierre Olivier Beffy, Chief Economist di Exane BNP Paribas 


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