I lavoratori italiani sono tecno-entusiasti
Ceresa (Randstad): il 90% dei dipendenti pensa che la digitalizzazione sia un'opportunità per il lavoro, ma l'88% ha bisogno di più formazione per tenere il passo con lo sviluppo. La tecnologia cambia le relazioni sul lavoro, ma solo il 52% ha meno interazioni faccia a faccia con i clienti
Secondo i lavoratori italiani la tecnologia rappresenta prima di tutto un'opportunità utile per creare produttività e efficienza, per offrire nuovi strumenti di comunicazione e collaborazione, per superare barriere e vincoli che rendono più onerose le attività quotidiane.
Ma l'introduzione del digitale nel mondo lavoro non è senza conseguenze: richiede aggiornamento costante, solleva un senso di inadeguatezza tra chi non conosce adeguatamente gli strumenti informatici, elimina alcune interazioni faccia a faccia con i colleghi e clienti.

Solo pochi dipendenti, in ogni caso, ritengono che tutto questo renda la società "meno umana" e gli italiani appaiono tra i più tecno-entusiasti al mondo.
È quanto emerge dal Randstad Workmonitor, l'indagine realizzata in 34 Paesi nel mondo da Randstad, secondo player al mondo nei servizi per le risorse umane, che nel primo trimestre 2016 è stata dedicata all'impatto della tecnologia nel mondo del lavoro.
La popolazione di riferimento dello studio è costituita dalle persone con età compresa tra i 18 e i 65 anni che lavorano per almeno 24 ore alla settimana e percepiscono un compenso economico per questa attività (minimo 400 interviste per ciascun Paese, in Italia sono state intervistati 405 lavoratori).
Dalla ricerca, emerge innanzitutto come anche gli italiani non si possono esimere dalla rivoluzione tecnologica in atto: il 90% dei lavoratori pensa che la tecnologia e la digitalizzazione abbiamo oggi un maggiore impatto sul loro lavoro rispetto al passato. L'Italia si colloca all'ottavo posto nel mondo, ben sopra la media globale (81%) e non troppo lontano da Messico (96%) e India (95) che guidano la classifica mondiale.

La stragrande maggioranza dei dipendenti italiani - il 90% - giudica il crescente impatto della tecnologia sul proprio lavoro un'opportunità: in questa classifica l'Italia si colloca al 4° posto nel mondo, appena dopo India, Messico (primi al 96%) e Cile (95%), ben sopra la media globale pari all 79%, al primo posto in Europa.
L'88% dei lavoratori del nostro Paese ritiene però di avere bisogno di più formazione per tenere il passo con gli sviluppi della tecnologia: in graduatoria siamo al terzo posto al mondo, dopo Malesia e India (69%).
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