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13/04/2016

idee

ISTAT: l'economia italiana e' in decisa decelerazione

Prosegue comunque la fase di recupero dell'attività economica anche nel primo trimestre dell'anno in corso. Migliorano attività e fatturato industriale. Ristagnano consumi e vendite al dettaglio. Preoccupano deflazione e disoccupazione

L'economia italiana continua a presentare alcuni elementi di incertezza dal lato delle spinte alla crescita dell'offerta di beni e servizi; dal lato della domanda si mantiene stabile la crescita dei consumi, accompagnata dalla lieve ripresa degli investimenti. In questo quadro, l'indicatore composito anticipatore dell'economia italiana rimane positivo, suggerendo il proseguimento della fase di moderata crescita anche nel primo trimestre, anche se in frenata. E' quanto emerge dalla nota mensile sull?andamento dell'economia italiana pubblicato dall'ISTAT.  

Imprese

 

Negli ultimi mesi la produzione del settore manifatturiero ha mostrato segnali incerti. In gennaio si è registrato un balzo dell'attività industriale (+1,9% rispetto a dicembre 2015), alimentato principalmente dalla crescita dei beni strumentali e intermedi (rispettivamente +5,7 e +2,5%). L'incremento, tuttavia, appare decisamente più contenuto (+0,2%) se si considera la media degli ultimi 3 mesi (novembre-gennaio) rispetto al trimestre precedente.

Gli indicatori in valore sembrano confermare la fragilità dell'attuale fase del settore manifatturiero. A gennaio, il fatturato dell'industria ha segnato un incremento congiunturale dell'1%, sospinto dalla vivacità dei beni strumentali (+1,6%) e di consumo durevoli (+4,5%); si sono registrate variazioni positive sia per la componente interna (+1,2%) sia estera (+0,4%). Nella media degli ultimi tre mesi, tuttavia, l'indice complessivo è diminuito dello 0,6%, con cali significativi nei comparti dell'energia (-5,1%) e dei beni strumentali (-1,9%).
Segnali positivi giungono dagli ordinativi dell'industria, aumentati sia in gennaio (+0,7% su base congiunturale) sia, in misura più marcata, nella media degli ultimi tre mesi (+2,1%), grazie in particolare all'apporto positivo del mercato interno (+3,1%).
Una sostanziale variabilità ha caratterizzato anche la dinamica degli scambi con l'estero

6">: in gennaio le esportazioni in valore hanno registrato una diminuzione rispetto al mese precedente (-2,2%) condizionate dalla contrazione sui mercati extra Ue (-6,3%); la media trimestrale novembre-gennaio rimane comunque positiva (+1,5%). Anche le importazioni totali hanno segnato una riduzione (-0,6% la variazione rispetto a dicembre), tuttavia al netto dei beni energetici, si evidenzia un aumento sia su base mensile (+1,3%) sia su base trimestrale (+0,8%). L'andamento dei flussi commerciali con i Paesi extra Ue, dopo le diminuzioni dei mesi precedenti, ha evidenziato in febbraio una crescita congiunturale delle esportazioni (+3,3%), in presenza di una sostanziale stabilità delle importazioni (+0,1%), che risultano in aumento se considerate al netto della componente energetica (+1,0%).
Indicazioni contrastanti giungono dalla produzione nelle costruzioni. Da un lato il dato di gennaio segna una flessione rispetto a dicembre 2015 (-1,5%), sebbene nella media degli ultimi tre mesi risulti in aumento di circa il 2%.

Dall'altro, si susseguono segnali a supporto dell'ipotesi di una inversione ciclica: alla ripresa del numero di compravendite immobiliari in T3 hanno fatto seguito l'aumento degli investimenti in T4 (+0,9%) e l'attenuazione della caduta tendenziale dei prezzi delle abitazioni (-0,9% in T4 rispetto al -2,2% in T3). Infine, la fiducia delle imprese, seppure in lieve diminuzione rispetto al mese precedente, presenta a marzo un miglioramento delle attese sugli ordini.

 

Famiglie e mercato del lavoro

 

Nel quarto trimestre del 2015 il potere di acquisto delle famiglie consumatrici, misurato al netto dell'andamento dell'inflazione, ha subito un calo (-0,7%) rispetto al trimestre precedente, a riflesso di una flessione del reddito lordo disponibile (-0,6%). Tale calo è stato compensato da un ribasso della propensione al risparmio che ha reso possibile la prosecuzione della tendenza positiva dei consumi (+0,4%).


In gennaio le vendite al dettaglio in volume sono rimaste invariate rispetto al mese precedente mentre sono risultate negative per il terzo mese consecutivo su base tendenziale (-1,6%). Il dato congiunturale ha riflesso l'incremento delle vendite alimentari (+0,3%) e la riduzione di quelle non alimentari (-0,1%). Nel complesso dei tre mesi, da novembre 2015 a gennaio 2016 le vendite in volume si sono ridotte dello 0,2%. Dopo la vistosa contrazione registrata in febbraio, la fiducia dei consumatori è marginalmente risalita in marzo, grazie al miglioramento dei giudizi sulla componente economica e corrente.
I dati destagionalizzati delle forze di lavoro, riferiti al mese di febbraio, mostrano una diminuzione dell'occupazione (-0,4%, -97 mila unità), dopo l'incremento di gennaio (+73 mila unità, rispetto a dicembre). La contrazione è stata consistente per i dipendenti a tempo indeterminato (-0,6%) e quelli a termine (-1%) a fronte di una crescita della componente indipendente (+0,3%).


Il quadro in peggioramento è confermato dall'andamento del tasso di disoccupazione aumentato di un decimo di punto e attestatosi sui valori già osservati a dicembre (11,7%). Tuttavia, segnali moderatamente positivi per l'evolversi nei prossimi mesi provengono dalle attese formulate dagli imprenditori a marzo (per il successivo trimestre), in miglioramento nel settore manifatturiero e nel commercio, stabili nelle costruzioni e nei servizi.
Le retribuzioni contrattuali pro capite mostrano una progressiva decelerazione: nel mese di febbraio 2016, l'aumento tendenziale medio è stato pari dello 0,8%. Il tessile, abbigliamento e energia elettrica sono i settori che hanno presentato una maggiore vivacità mentre si registrano variazioni nulle nella metalmeccanica, nelle telecomunicazioni, nel credito e assicurazioni e in tutti i comparti della pubblica amministrazione.

Prezzi

In marzo il rimbalzo congiunturale dei prezzi degli energetici e i rincari stagionali di alcune voci dei servizi hanno contribuito al rallentamento della caduta dell'inflazione al consumo.


Secondo le stime preliminari, la variazione su base annua dell'indice per l'intera collettività nazionale si è attestata a -0,2%, un decimo di punto in più rispetto a febbraio. L'evoluzione tendenziale ha riflesso il contributo fortemente negativo della componente energetica e i ribassi dei beni alimentari non lavorati (rispettivamente -7,0% e -1,0% il tasso sui dodici mesi). L'inflazione di fondo, calcolata escludendo le due componenti più volatili, ha registrato un aumento limitato (+0,6% in marzo dal +0,5% del mese precedente), rimanendo comunque su valori storicamente bassi. Entrambe le principali componenti, servizi e beni non alimentari esclusi energetici, hanno evidenziato un profilo tendenziale in leggera crescita, attestandosi allo 0,7%.
La filiera di formazione dei prezzi continua a essere caratterizzata dal contenimento dei costi di produzione in assenza di un aumento delle pressioni interne. In febbraio i prezzi alla produzione dei beni di consumo non alimentari venduti sul mercato interno hanno registrato una caduta tendenziale dello 0,2%, dopo otto mesi di sostanziale stabilità. Il rialzo dei prezzi all'importazione per i beni di consumo, che ha fin qui rivestito un ruolo propulsivo per l'inflazione, all'inizio dell'anno ha segnato un rallentamento: il tasso tendenziale è sceso in gennaio allo 0,4% (+0,8% in dicembre) mentre si conferma il maggior dinamismo per i beni durevoli (+3,1% l?incremento tendenziale). Le aspettative degli operatori economici sull'evoluzione dei prezzi mostrano in marzo un deterioramento, segnalando il possibile proseguimento dell?attuale fase deflativa. La correzione al ribasso appare molto pronunciata per i consumatori, con quasi i due terzi che prevedono prezzi stabili o in riduzione. Anche le valutazioni delle imprese sull'andamento dei listini nei prossimi mesi appaiono caute: il saldo dei giudizi dei produttori di beni di consumo è tornato negativo nei dati destagionalizzati.




 

Prospettive di breve termine

 

Nei primi mesi dell'anno gli indicatori congiunturali qualitativi confermano i segnali di debolezza dal lato dell'offerta. Dal lato della domanda, alle incertezze legate all'evoluzione del commercio mondiale si accompagnano la stabilità della crescita dei consumi e i primi segnali di ripresa degli investimenti. Sebbene in decisa decelerazione, a gennaio l'indicatore composito anticipatore dell'economia italiana suggerisce il proseguimento della fase di recupero dell'attività economica anche nel primo trimestre dell'anno in corso.  


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